Palazzo Leone da Perego: differenze tra le versioni
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|costruttore =
|proprietario =Comune di Legnano
}}'''Palazzo Leone da Perego''' è un edificio storico di [[Legnano]]. È stato ricostruito nel 1898 conservando alcune decorazioni dell'omonimo edificio precedente medioevale<ref name="spaziarte">{{cita web|cognome=|nome=|url=http://www.spaziartelegnano.com/palazzo/|titolo=Palazzo Leone da Perego|accesso=9 ottobre 2014|editore=spaziartelegnano.com}}</ref>. Situato a pochi passi dalla [[Basilica di San Magno]], possiede due entrate, una in via [[Battaglia di Magenta|Magenta]] e l'altra in via Girardelli. Prende il nome da [[Leone da Perego]], [[arcivescovo di Milano]] deceduto a Legnano nel 1257<ref name="Cita|D'Ilario, 1984|pag. 211">{{Cita|D'Ilario, 1984|pag. 211}}.</ref>. Insieme a '''Palazzo Visconti''' forma la "Corte Arcivescovile".
== Storia ==
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Nell'[[Alto Medioevo]], in una zona adiacente a quella dove ora sono presenti Palazzo Leone da Perego e Palazzo Visconti, sorgeva il [[castello dei Cotta]]<ref name="Cita|D'Ilario, 1984|pag. 211"/>. Il primo nucleo del castello dei Cotta fu probabilmente una [[torre]] [[Torre d'avvistamento|di avvistamento]] a difesa delle [[Invasioni barbariche|incursioni]] degli [[Magiari|Ungari]]<ref name="Cita|D'Ilario, 1984|pag. 211"/>. Nel [[X secolo]] molte regioni del [[Regno d'Italia (781-1014)|Regno d'Italia]] furono oggetto di queste invasioni, e Legnano non fu un'eccezione<ref name="Cita|D'Ilario, 1984|pag. 211"/>. Nell'[[XI secolo]] la primigenia torre di avvistamento fu completata dall'aggiunta di un vero e proprio palazzo fortificato, opera della famiglia Cotta<ref name="Cita|D'Ilario, 1984|pag. 211"/>. Oltre alle opere difensive del castello, erano anche presenti un [[Fossato (architettura)|fossato]] (dentro il quale erano state deviate parte delle acque dell'[[Olonella]]) e delle [[Mura (architettura)|mura]] che racchiudevano il centro abitato di Legnano<ref name="Cita|Agnoletto, 1992|pag. 32">{{Cita|Agnoletto, 1992|pag. 32}}.</ref>. La famiglia Cotta era vassalla dell'[[Arcivescovo di Milano]] e partecipò alla lotta di quest'ultimo contro il [[contado]] del [[Seprio]]<ref name="Cita|D'Ilario, 1984|pag. 211"/>. Originariamente il castello Cotta aveva forma rettangolare di dimensioni 22 [[Metro|m]] per 6,5 m<ref name="Cita|D'Ilario, 1984|pag. 213">{{Cita|D'Ilario, 1984|pag. 213}}.</ref>. Il maniero dei Cotta fu poi demolito tra il XIII ed il XIV secolo<ref name="Cita|D'Ilario, 1984|pagg. 211-213">{{Cita|D'Ilario, 1984|pagg. 211-213}}.</ref>.
I resti del castello Cotta sono stati trovati nel 1951 da [[Guido Sutermeister]] durante gli scavi per la costruzione della [[Galleria di Legnano|Galleria INA]]<ref name="Cita|D'Ilario, 1984|pag. 211"/>. Nello specifico, furono scoperte le fondamenta di parte del castello, dei muraglioni difensivi e del fossato. Della parte del castello che si estendeva nelle adiacenze della Corte Arcivescovile, non ci sono pervenuti ritrovamenti perché non sono mai stati effettuati scavi archeologici rilevanti<ref name="Cita|D'Ilario, 1984|pagg. 211-213"/>.
Le mura era provviste di due porte di accesso. Quella meridionale, conosciuta come "porta di sotto", fu presente fino al 1818<ref name="Cita|Agnoletto, 1992|pag. 32"/>. La porta di sotto era anche provvista di un passaggio coperto che passava sopra la volta dell'apertura e che collegava il castello dei Cotta con Palazzo Visconti, che sorse in seguito<ref name="Cita|D'Ilario, 1984|pag. 213"/>. Sul lato contrapposto, a nord, era situata una "porta di sopra" della quale, però, non ci sono giunte testimonianze, dato che fu probabilmente abbattuta in tempi più remoti<ref name="Cita|Agnoletto, 1992|pag. 32"/>.
Nel Medioevo Legnano diventò un baluardo difensivo di [[Milano]], ruolo che conservò anche in seguito. Per questo motivo Legnano fu spesso sede dei soggiorni di alcuni Arcivescovi meneghini, tra cui [[Leone da Perego]] ed [[Ottone Visconti]], diventando un punto di riferimento importante per la difesa di Milano<ref name="Cita|D'Ilario, 1984|pag. 211"/>. Accanto al castello dei Cotta sorsero poi altri edifici, tra cui l'originario Palazzo Leone da Perego e l'attuale Palazzo Visconti, che presero il nome dai vescovi che vi soggiornarono<ref name="Cita|D'Ilario, 1984|pagg. 211-213"/>.
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[[File:Palazzo Perego Legnano 1.JPG|thumb|left|La Corte Arcivescovile. Sulla sinistra, Palazzo Leone da Perego, sulla destra, Palazzo Visconti<ref name="Cita|D'Ilario, 1984|pag. 215"/>]]
[[File:Palazzo Leone da Perego (Legnano) - finestre.JPG|thumb|right|Particolare delle finestre del primo piano di Palazzo Leone da Perego]]
[[File:Palazzo Leone da Perego (Legnano) - capitello.JPG|thumb|right|Il capitello di una delle colonne dell'ingresso principale di Palazzo Leone da Perego]]Il Palazzo Leone da Perego originario, costruito probabilmente nel [[XIII secolo]]<ref name="spaziarte"/><ref name="Cita|Ferrarini, 2001|p. 101">{{Cita|Ferrarini, 2001|p. 101}}</ref>, oppure, secondo alcuni studi, nel [[IX secolo]]<ref name="Cita|Ferrarini, 2001|p. 101"/>, era costituito da un fabbricato rettangolare con tetto spiovente che aveva la misura di 33 m di lunghezza, 10 m di larghezza e 9,5 m di altezza<ref name="Cita|D'Ilario, 1984|pag. 213"/>. Fu edificato interamente in mattoni, e gli ambienti erano distribuiti su due piani<ref name="Cita|D'Ilario, 1984|pag. 213"/>. Era caratterizzato dalla presenza di numerose finestre [[Bifora|bifore]] con [[arco ogivale]]<ref name="Cita|D'Ilario, 1984|pag. 213"/>. La finestra situata sopra l'ingresso di corso Magenta del palazzo Leone da Perego attuale, richiama, seppur con evidenti differenze, le antiche finestre andate perdute<ref name="Cita|D'Ilario, 1984|pag. 213"/>. Una di esse, prima della demolizione del palazzo originario, è stata trasferita al [[civico museo archeologico di Milano]]<ref name="Cita|D'Ilario, 1984|pag. 213"/>. Le finestre bifore ad arco ogivale furono molto comuni a Legnano fino al XVI secolo<ref name="Cita|D'Ilario, 1984|pag. 213"/>.
L'edificio diventò nobile residenza estiva dell'arcivescovo [[Leone da Perego]], grazie al quale conobbe un periodo di splendore che si protrasse sino alla fine del [[XV secolo]]. Durante i secoli il palazzo fu oggetto di diversi rimaneggiamenti. Ad esempio le antiche finestre bifore a sesto acuto furono trasformate in aperture rettangolari, mentre gli ampi saloni furono rimpiccioliti con la creazione di locali più piccoli<ref name="Cita|D'Ilario, 1984|pag. 214">{{Cita|D'Ilario, 1984|pag. 214}}.</ref>. Questi ultimi probabilmente non erano [[Affresco|affrescati]] ma erano decorati con [[Arazzo|arazzi]] e quadri<ref name="Cita|D'Ilario, 1984|pag. 214"/>. Sopra il portone di ingresso era presente un affresco, che fu perso con la demolizione dell'edificio<ref>{{Cita|D'Ilario, 1984|pagg. 213-214}}.</ref>. Sul lato era stata costruita una loggetta esterna che dava su un piccolo giardino<ref name="Cita|D'Ilario, 1984|pag. 214"/>. In seguito le finestre furono dotate di un piccolo tetto protettivo<ref name="Cita|D'Ilario, 1984|pag. 214"/>. L'ingresso di Palazzo Leone da Perego verso il cortile era provvisto di un [[porticato]]<ref name="Cita|D'Ilario, 1984|pag. 214"/>.
Sul lato sud del Palazzo Leone da Perego originario era prospiciente l'antico Palazzo Visconti. Quest'ultimo era conosciuto con questo nome perché fu residenza dell'arcivescovo di Milano [[Ottone Visconti]], che successe a Leone da Perego<ref name="Cita|D'Ilario, 1984|pag. 214"/>. I due edifici formavano un cortile che era denominato "Corte Arcivescovile"<ref name="Cita|D'Ilario, 1984|pag. 214"/>. In corrispondenza di Palazzo Visconti, anche dopo la demolizione del castello dei Cotta, continuò ad essere presente la già citata "porta di sotto"<ref name="Cita|Agnoletto, 1992|pag. 32"
Nel 1898 Palazzo Leone da Perego fu demolito e ricostruito utilizzando alcune decorazioni dell'omonimo complesso precedente<ref name="spaziarte"/>. Di queste ultime, le uniche che sono sopravvissute sono due stemmi viscontei che sono presenti, rispettivamente, all'ingresso di corso Magenta ed all'interno del complesso architettonico<ref name="Cita|D'Ilario, 1984|pag. 214"/>. Palazzo Visconti fu invece quasi completamente rifatto nel 1937<ref name="Cita|Ferrarini, 2001|p. 101"/>. Il portone che da corso Magenta conduce all'interno della corte arcivescovile è stato ricostruito nel 1890<ref name="Cita|Ferrarini, 2001|p. 101"/>.
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== Collegamenti esterni ==
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{{Legnano}}
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