Radio Bologna per l'accesso pubblico: differenze tra le versioni

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'''Radio Bologna per l'accesso pubblico''',<ref>[http://www.radiomarconi.com/marconi/ancona/radio_bologna/index.htm Radio Bologna per l'accesso pubblico - Storia e cronaca della prima radio libera italiana]</ref> è stata una delle primissime radio libere italiane. La radio nacque quando lo sviluppo della tecnologia delle trasmittenti radio in modulazione di frequenza rese possibile la realizzazione di radio alternative al [[monopolio RAI]]. Radio Bologna fu la prima radio libera a coinvolgere un'intera città e la sua comparsa ebbe grande risonanza sui media nazionali<ref> [http://www.radiomarconi.com/marconi/ancona/radio_bologna/documentistorici/rassegnastampastorica/rassegnastampastorica.htm Rassegna stampa] </ref>
 
==Storia==
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La programmazione era costituita in buona parte da interventi dei cittadini, incentrati spesso sui problemi del traffico o sulla crisi economico-finanziaria, seguiti poi da brani musicali. Talvolta ascoltatori qualunque erano invitati dalla redazione a condurre delle puntate di queste trasmissioni.
 
La sede di "Radio Bologna per l'accesso pubblico" era costituita da una roulotte,<ref>Anche la precedente esperienza del ''regista'' Faenza era stata simile: TeleBologna cavo aveva la sua base nel furgone ''prestato'' da Telebiella </ref> situata vicino a una vecchia abitazione sul colle dell'Osservanza sulle colline bolognesi; gran parte delle attrezzature necessarie per la trasmissione erano autocostruite. Animatore dell'iniziativa fu [[Roberto Faenza]] (con l'aiuto di Rino Maenza<ref> Rino Maenza era il presidente della Cooperativa lavoratori informazione, editore della radio </ref>) che aveva anche lanciato nel maggio 1974 l'idea di una Telebolognacavo, con l'aiuto di [[Peppo Sacchi]], forte dell'esperienza di [[Telebiella]] ma che era stata ''fermata'' dalla [[polizia postale]] dopo due giorni.
 
Anche per quello che riguarda la radio, dopo una settimana di trasmissioni, la polizia localizzò e perquisì la sede e furono interrotte le trasmissioni. Il fatto ebbe una enorme eco sulla stampa, pressoché tutti i giornali dedicarono ampi articoli. Al processo che ne seguì tutti gli imputati furono assolti. La questione, nel frattempo, aveva assunto una valenza anche politica di grande rilevanza. La fine del monopolio radiotelevisivo [[Rai]] era stata la causa della caduta del governo Andreotti II e poi di due pronunciamenti della [[Corte costituzionale della Repubblica Italiana|Corte Costituzionale.]] In particolare la sentenza 102 del 1976 portò alla così detta ''libertà dell'etere''.
 
I promotori dell'iniziativa (costituiti in forma di cooperativa) puntavano molto sull'esperienza di un mezzo di comunicazione sociale che fosse espressione del territorio e su questo tema avevano l'appoggio di [[Guido Fanti]] già sindaco di Bologna e poi presidente della regione [[Emilia-Romagna]]. Tuttavia in una città allora ''monopartito'' non ebbero l'appoggio del [[Partito Comunista Italiano|PCI]], che aveva operato altre scelte. L'istituzione di [[Rai 3]], allora in discussione e poi assegnata nella lottizzazione alle sinistre, aveva indotto i dirigenti del partito ad abbandonare l'appoggio alle televisioni e radio locali, per scegliere, invece l'appoggio al ''monopolio pubblico''.<ref> sugli ''accordi della Camilluccia'' che fissarono nei minimi dettagli il concetto di lottizzazione vedi: Enrico Menduni ''La televisione e società italiana'' Studi Bompiani ISBN 88-452-4562-4. Su una successiva esperienza del 1980 in cui il PCI per breve tempo sembrava aver modificato il suo atteggiamento verso le radio-televisioni locali vedi: Idem ''ibidem'' p.78. </ref>
 
Sull'esperienza di Radio Bologna scese, perciò, l'oblio, interrotto solo dal grande dibattito sorto per il trentennale della sentenza della Corte Costituzionale che aveva liberalizzato l'etere.<ref> [http://www.museoscienza.org/attivita/radio/ trentanni di libertà di antenna]</ref>
 
==Successivi utilizzi del nome==
Il nome ''Radio Bologna'' risulta poi utilizzato anche successivamente,<ref>[http://www.cliccarimini.it/palinstorici/palinsesti1/Emilia2.html Cliccarimini] </ref> ma il collegamento ipotizzato con l'originaria ''Radio Bologna'' non è documentato.
 
==Bibliografia==
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==Collegamenti esterni==
* [{{cita web|url=http://www.bibliotecasalaborsa.it/content/timeline900/timeline.php?anno=&ricercalib=radio+bologna |titolo=Biblioteca Sala Borsa note su Radio Bologna]}}
 
[[Categoria:Emittenti radiofoniche italiane private (passato)| Radio Bologna per l'accesso pubblico]]