Odiavum: differenze tra le versioni
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'''''Odiavum''''' (noto anche come '''''Odiabum''''' e '''''Azaum''''', abitanti: ''Odiavenses'') era un [[castrum|forte romano]] che faceva parte della catena di postazioni militari presenti lungo il ''[[limes danubiano]]'' nel [[limes pannonicus|settore pannonico]], lungo il [[Danubio]], che costituiva la frontiera dell'Impero romano.
Il forte era posto tra il forte legionario di ''[[Brigetio]]'' (a ovest) e il forte di ''[[Crumerum]]'' (a est).
I resti del forte sono stati rinvenuti lungo la riva sud del fiume nel quartiere orientale del Comune ungherese di [[Almásfüzitő]], nella [[Provincia di Komárom-Esztergom]].
Nel 1976 l'area del forte fu interessata dalla realizzazione di un enorme bacino di decantazione di [[fango rosso]], residuo della lavorazione dell'[[alluminio]] altamente tossico. Attualmente il sito è interessato da opere di bonifica ed è coperto da [[humus]].<ref name="Horváth_2009_15">Friderika Horváth, ''Das Auxiliarkastell Odiavum in Almásfüzitő'', in: ''Specimina nova dissertationum ex Institutio Historiae Antiquae et Archaeologiae Universitatis Quinqueecclesiensis'', vol. 1, n. 13, Pécs, 2009, pp. 15–20; in particolare p. 15.</ref>.
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== Nome ==
[[File:Limes4.png|thumb|La posizione del forte all'interno del settore della Pannonia Superiore del Limes Danubiano.|300px]]
Per il sito del forte romano di Almásfüzitő si posso identificare due varianti del nome antico. L<nowiki>'</nowiki>''[[Itinerarium Antonini]]'', un elenco delle principali strade romane del III secolo d.C., chiama il luogo ''Azaum'' ("Azao")<ref>''Itinerarium Antonini'', 246,3.</ref>. Nella ''[[Notitia dignitatum]]'', un manuale dello Stato romano della prima metà del V secolo d.C
Un altare dedicato a [[Giove (divinità)|Giove]] e a [[Giunone]]<ref>P. Kovács, B. Lörincz, ''[http://www.ubi-erat-lupa.org/site/?show=datenblatt/datenblatt.asp?nr=5677 Neue lateinische Inschriften aus Komitat Komárom-Esztergom I]'', in: ''Zeitschrift für Papyrologie und Epigraphik'', volume 174, 2010, p. 282, nr. 5. </ref>, rinvenuto nel 1972 nella fortezza tardoantica ove era impiegato come materiale di spoglio e oggi conservato a Tata, ha confermato la variante ''Odiavens(es)'' per gli abitanti del forte<ref name="Mócsy_1992_375_RIU">A seguito di una verifica personale condotta sull'altare da [[András Mócsy]], questi esclude la lettura ''Odiavenes'' come invece riporta anche il RIU (''Die römischen Inschriften Ungarns'', 1981, p. 13). Si veda: András Mócsy:,''Pannonien und das römische Heer. Ausgewählte Aufsätze'', Franz Steiner Verlag, Stoccarda, 1992, ISBN 3-515-06103-7, p. 172.</ref>, oltre a confermare la corretta identificazione di questo presidio<ref name="Bíró_1976_39">Endre Bíró, in: [[Jenő Fitz]] (a cura di), ''Der Römische Limes in Ungarn'', Fejér Megyei Múzeumok Igazgatósága, 1976, p. 39.</ref>.
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Si trattava di zolle gialle e nere<ref name="Horváth_2009_17"/>.
Una simile soluzione costruttiva poteva essere osservata anche presso il forte ''Intercisa''. Lì, le torri di pietra furono edificate in concomitanza con la presenza di Caracalla in Pannonia nel 214 d.C.<ref name="VisyLimes1988_101">Zsolt Visy, ''Der pannonische Limes in Ungarn'', Konrad Theiss Verlag, Stoccarda, 1988, ISBN 3-8062-0488-8, p. 101.</ref>.
All'esterno le torri misurano 6 x 6,5 metri, mentre all'interno misurano 3,5 x 3,7 metri. La ''Via principalis'', che collegava la porta occidentale alla porta orientale, era larga 9 metri<ref name="Horváth_2009_17"/>.
Durante una seconda fase, nel III secolo, la torre settentrionale della ''Porta principalis sinistra'', la porta della fortezza che si apriva a ovest, fu ampliata in direzione est, verso l'interno del forte, ma, al contempo, la porta fu chiusa con un muro rettilineo<ref name="Horváth_2009_17"/>.
Non è più possibile conoscere la finalità per la quale fu realizzato questo intervento, ma, in questo periodo, la chiusura di porte della cinta di difesa avvenne anche in altri forti del Limes. Così, ad esempio, avvenne nel forte di ''[[Walting|Vetoniana]]'' (Pfünz) del limes [[Rezia|retico]], dove fu murato uno dei due accessi alla ''Porta principalis sinistra''<ref>Günter Ulbert, Thomas Fischer, ''Der Limes in Bayern'', Konrad Theiss Verlag, Stoccarda, 1983, ISBN 3-8062-0351-2, p. 99.</ref>.
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