Storia di Torino: differenze tra le versioni

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Carlo Emanuele I si occupò anche della cultura, e volle alla sua corte uomini di lettere, quali [[Torquato Tasso]], [[Gabriello Chiabrera]], [[Fulvio Testi]], [[Giovan Battista Marino]], [[Alessandro Tassoni]]: il duca stesso, uomo colto e raffinato (suo precettore era stato [[Giovanni Botero]]), si cimentava in poesia.
 
===La Principisti e Madamisti [[peste]]===
Nel [[1630]], scoppiò una violentissima epidemia di peste, che decimò la città. L'epidemia fu ben peggiore di quella che colpì la città nel [[1599]]; nei giorni peggiori si raggiunsero, a detta dei cronisti dell'epoca, anche i 200 decessi al giorno. I moribondi furono ospitati nei lazzaretti di [[Borgo Dora]] e [[Madonna di Campagna (Torino)|Madonna di Campagna]], mentre la Corte si trasferì a [[Cherasco]], lasciando la città in mano al sindaco [[Giovanni Francesco Bellezia]], che si distinse per i soccorsi ai malati. L'[[peste|epidemia]] terminò soltanto l'anno dopo, mentre l'instabilità politica sfociò in una [[Guerra civile piemontese|guerra civile]], che coinvolse i fedeli a [[Cristina di Borbone-Francia|Madama Cristina di Borbone-Francia]] contro i fedeli al [[Tommaso Francesco di Savoia|principe di Carignano]] e al cardinale Maurizio, entrambi alleati della [[Spagna]].
Nel 1630 la morte del duca, che aprì una nuova fase di instabilità nella guida dello stato e una violenta epidemia di peste posero un pesante freno allo sviluppo della città che subì l'abbandono a causa del morbo e le devastazioni causate dalla guerra civile.
 
==== La peste ====
L'epidemia di peste che si scatenò a Torino nel [[1630]] fu ben peggiore di quella che aveva colpito la città nel 1599; nei giorni peggiori si raggiunsero, a detta dei cronisti dell'epoca, anche i 150-200 decessi al giorno. I moribondi, per i quali, come del resto era triste consuetudine a quel tempo, non si avevano cure efficaci, venivano ospitati nei lazzaretti siti oltre le mura cittadine, negli attuali [[Borgo Dora]] e [[Madonna di Campagna (Torino)|Madonna di Campagna]].
 
La città rapidamente si svuotò. Chi poteva, ovvero i nobili e la loro servitù, trovarono rifugio nelle tenute fuori Torino, ove il rischio di contagio era meno alto. La corte, dal canto suo, si stabilì a [[Cherasco]]. Rimasero soltanto undicimila cittadini, dei quali ben tremila non sopravvissero al morbo. A sorvegliare la capitale, prestando soccorso alla popolazione, rimase anche il sindaco, [[Giovanni Francesco Bellezia]]: il comune lo ricordò intitolandogli una delle vie più antiche, nel cosiddetto ''Quadrilatero Romano''.
 
==== La guerra civile ====
[[File:Historia di Torino e li stati di Casa Savoia.JPG|sinistra|miniatura|Frontespizio del volume di [[Giovanni Andrea Pauletti]] del [[1676]] dedicato alla Storia di Torino e degli Stati della Casa Savoia]]
Nel [[1637]] morì, di febbri malariche a Vercelli, il duca [[Vittorio Amedeo I di Savoia|Vittorio Amedeo I]] lasciando lo stato al figlio [[Francesco Giacinto di Savoia|Francesco Giacinto]], di pochi anni; la reggenza assunta da [[Cristina di Borbone-Francia]], consorte del defunto duca e sorella del re di Francia, venne contestata dai fratelli del duca scomparso: i principi [[Maurizio di Savoia|Maurizio]] e [[Tommaso Francesco di Savoia|Tomaso]].
 
Questi ultimi temendo un ulteriore spostamento della politica del ducato nella sfera d'influenza francese chiesero la creazione di un consiglio di reggenza, proposta che la reggente, detta ''Madama Reale'' rifiutò. In breve lo scontro all'interno della famiglia sabauda diventò scontro tra Francia e Spagna per il controllo di Savoia e Piemonte.
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{{Citazione| ''... e che Quasimodo difendeva, allo stesso tempo assedianti e assediati, si trovavano nella singolare situazione nella quale si ritrovò poi, durante il famoso assedio di Torino del 1640, tra il principe Tommaso di Savoia che assediava e il [[Diego Felipe de Guzmán|marchese di Leganez]] che lo bloccava, Henri d'Harcourt, Taurinum obsessor idem et obsessus, come recita il suo epitaffio.'' Libro X, Capitolo VII.}}
Nel settembre dello stesso anno la situazione si risolse: i principi Maurizio e Tomaso lasciarono la città con le loro truppe e nel [[1642]] si giunse ad un accordo definitivo tra i contendenti, accordo che vide la reggente, Madama Reale, ben salda al potere, posizione che mantenne fino alla morte anche dopo che il duca [[Carlo Emanuele II di Savoia|Carlo Emanuele II]], successo al fratello morto in tenera età, giunse alla maturità.
{{vedi anche|Guerra civile piemontese}}===
 
=== La città si espande ===