Georgi Dimitrov: differenze tra le versioni

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Dimitrov fu protagonista indiscusso, assieme a [[Palmiro Togliatti|Togliatti]] del VII Congresso del Comintern (estate 1935). Nel rapporto che tenne in quella occasione egli lanciò la strategia dei [[Fronte popolare|fronti popolari]], che avrebbe permesso ai partiti comunisti di combattere meglio il [[fascismo]] e si sarebbe rivelata determinante nello scontro mondiale che si concluderà nel 1945 con la sconfitta del nazifascismo. Intanto il mandato di Dimitrov come segretario del Comintern terminò nel [[1943]], allorché si decise lo scioglimento dell'organizzazione come segno distensivo verso gli alleati angloamericani e in vista della costruzione di un diverso ordine mondiale fondato sull'unità delle forze antifasciste.
 
Dopo il colpo di Stato del 9 settembre 1944(nel corso del quale cui il Fronte Patriottico fondato da Dimitrovlui fondato nel 1942 rovesciò il governo del primo ministro [[Konstantin Muraviev]])e la conclusione della [[seconda guerra mondiale]], tornò in Bulgaria e nel [[1946]] ne divenne primo ministro (succedendo a [[Kimon Georgiev]]), mantenendo la carica fino alla morte. Su questa morte, avvenuta a Mosca ufficialmente a causa di un ricovero ospedaliero, permane il mistero. Dimitrov mostrò simpatia verso il nuovo corso della [[Jugoslavia]] di [[Josip Broz Tito|Tito]], dimodoché è lecito supporre che [[Stalin]] non fosse estraneo alla vicenda. Dopo la morte la salma rientrò a [[Sofia]] dove venne costruito a tempo di record, come a Mosca per [[Lenin]], un [[mausoleo]] che avrebbe ospitato il corpo di Dimitrov imbalsamato dal [[1949]] al [[1990]] quando, a seguito del crollo del [[Storia della Bulgaria comunista|regime comunista bulgaro]], il mausoleo fu chiuso. Da quel momento i resti di Dimitrov riposano nel cimitero centrale di Sofia. Nel [[1999]] il mausoleo, ormai vuoto, fu demolito
 
Importante fu il ruolo che svolse nel tentativo di propugnare l'idea di diverse "vie nazionali al socialismo". Egli tentò di slacciarsi dalle dure linee guida staliniste per lo sviluppo del comunismo, pensando che fosse necessario per ogni paese dell'est Europa un diverso sviluppo socialista, il quale non doveva essere necessariamente quello dettato dall'URSS. Nell'immediato dopoguerra ebbe una certa risonanza la sua teoria, il che portò i paesi dell'est ([[Bulgaria]], [[Romania]], [[Ungheria]], [[Polonia]] e [[Cecoslovacchia]]) a teorizzare una confederazione indipendente dall'URSS. Un ruolo preminente in questa alleanza veniva fornito dalla [[Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia|Jugoslavia]] di [[Josip Broz Tito|Tito]].