Adrara San Martino: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Rotbot (discussione | contributi)
m Bot: coordinate uguali a Wikidata
m apostrofo tipografico
Riga 52:
 
'''Adrara San Martino''' (''Dréra San Martì'' in [[dialetto bergamasco]]<ref>{{cita libro|curatore=Carmelo Francia, Emanuele Gambarini |titolo=Dizionario italiano-bergamasco |anno=2001 |editore=Grafital |città=Torre Boldone |isbn=88-87353-12-3 }}</ref><ref>{{cita libro| AA. | VV. | Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani | 1996 | GARZANTI | Milano|p= 8}}</ref>) è un [[comune italiano]] di 2.175 abitanti della [[provincia di Bergamo]], in [[Lombardia]].
Situato nell'omonima piccola valle che, percorsa dal torrente [[Guerna]] si dirama dall’altadall'alta [[Valcalepio]] fino a raggiungere i colli di San Fermo, dista circa 31 chilometri ad est dal [[Bergamo|capoluogo orobico]].
 
Il comune fa parte della [[Comunità Montana dei Laghi Bergamaschi]].
 
== Cenni storici ==
La storia del paese ha un’origineun'origine abbastanza recente, risalente al [[Medioevo]].
 
Sono infatti databili attorno all’annoall'anno [[1000]] i primi documenti che attestano l’esistenzal'esistenza del borgo di Adrara, non ancora diviso nelle due attuali entità.
 
In quegli anni l’interal'intera provincia di Bergamo fu sconvolta dalle lotte fratricide tra le fazioni [[guelfi|guelfa]] e [[ghibellini|ghibellina]] tanto che nella zona, precedentemente interessata soltanto da piccoli insediamenti abitativi sparsi, si verificò una notevole immigrazione di gruppi di persone in fuga che cercavano riparo in queste zone isolate e tranquille.
Ben presto però la situazione si fece pesante anche qui, tanto che venne costruito un castello al fine di proteggere gli abitanti del borgo dalle incursioni.
 
Numerose furono le battaglie, tra le quali si distinse il guelfo Giovanni Fermo degli Alessandrini, che riportò numerose vittorie nei confronti delle fazioni ghibelline dei vicini paesi di [[Villongo]] e della [[Val Cavallina]].
 
Nel corso del [[XIV secolo]] il territorio passò sotto il dominio della famiglia dei Calepio, che prese possesso di quasi tutta l’omonimal'omonima valle. Il secolo successivo vide l’arrivol'arrivo della [[Repubblica di Venezia]] che pose definitivamente termine alle lotte di fazione. Fu un periodo di calma, in cui Adrara ritrovò la tranquillità e vide rifiorire le attività economiche, con un conseguente incremento demografico.
 
Nuovi screzi intanto cominciavano a crearsi tra le due anime della popolazione, spinte questa volta da motivazioni territoriali: il borgo più a monte, raggruppato sotto la parrocchia di San Rocco, in contrapposizione con quello posto più a valle, riunito attorno alla chiesa di San Martino.
 
Quest’animoQuest'animo campanilistico portò, nel [[1668]], alla suddivisione del territorio di Adrara in due differenti entità: Adrara San Rocco ed Adrara San Martino. Tuttavia le questioni legate alla suddivisione del territorio trascinarono la questione per quasi un secolo, dato che la formalizzazione dell’avvenutadell'avvenuta divisione è datata [[1754]], e si risolse con l’assegnazionel'assegnazione dei quattro noni del territorio alla comunità di San Rocco, ed i restanti cinque noni a quella di San Martino.
I secoli successivi non si verificarono avvenimenti di rilievo per la comunità, che fu riguardata solo marginalmente dagli avvicendamenti tra la [[Repubblica Cisalpina|dominazione francese]] e quella [[Regno Lombardo-Veneto|austro-ungarica]], fino all’avventoall'avvento del [[Regno d'Italia]] nel [[1859]].
 
Tra i personaggi originari del luogo si segnala il cardinale '''Guglielmo Longo degli Alessandri''', alto prelato che operò in [[vaticano]] ed anche presso la sede papale di [[Avignone]]; '''Giuseppe Bresciani''', un notaio che partecipò alla [[spedizione dei Mille]], che le cronache riportano ferito negli scontri a [[Calatafimi]], appena dopo lo [[sbarco in Sicilia]] e '''Eugenio Donadoni''' (1870-1924), poeta e critico letterario.
Riga 81:
 
Interessante è il campanile, sempre del XV secolo, con finestre a forma di [[ogiva]].
Un altro edificio sacro di rilievo è il santuario dell’Assuntadell'Assunta di monte Oliveto. Edificato in luogo di una piccola cappella votiva nel [[1630]] in seguito all’epidemiaall'epidemia di peste di manzoniana memoria, si trova su versante orografico opposto rispetto al paese, e conserva numerosi ex voto, dei quali alcuni di pregevole fattura.
 
Sono inoltre presenti il complesso di Sant’AlessandroSant'Alessandro ed il castello medievale. Il primo è originario dell’dell'[[XI secolo]] e si presenta in stile romanico, con affreschi del [[XIV secolo]]; mentre del secondo, posto sulle pendici del monte Ducone, rimangono le rovine.
 
== Blasonatura stemma ==