Adrara San Martino: differenze tra le versioni
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'''Adrara San Martino''' (''Dréra San Martì'' in [[dialetto bergamasco]]<ref>{{cita libro|curatore=Carmelo Francia, Emanuele Gambarini |titolo=Dizionario italiano-bergamasco |anno=2001 |editore=Grafital |città=Torre Boldone |isbn=88-87353-12-3 }}</ref><ref>{{cita libro| AA. | VV. | Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani | 1996 | GARZANTI | Milano|p= 8}}</ref>) è un [[comune italiano]] di 2.175 abitanti della [[provincia di Bergamo]], in [[Lombardia]].
Situato nell'omonima piccola valle che, percorsa dal torrente [[Guerna]] si dirama
Il comune fa parte della [[Comunità Montana dei Laghi Bergamaschi]].
== Cenni storici ==
La storia del paese ha
Sono infatti databili attorno
In quegli anni
Ben presto però la situazione si fece pesante anche qui, tanto che venne costruito un castello al fine di proteggere gli abitanti del borgo dalle incursioni.
Numerose furono le battaglie, tra le quali si distinse il guelfo Giovanni Fermo degli Alessandrini, che riportò numerose vittorie nei confronti delle fazioni ghibelline dei vicini paesi di [[Villongo]] e della [[Val Cavallina]].
Nel corso del [[XIV secolo]] il territorio passò sotto il dominio della famiglia dei Calepio, che prese possesso di quasi tutta
Nuovi screzi intanto cominciavano a crearsi tra le due anime della popolazione, spinte questa volta da motivazioni territoriali: il borgo più a monte, raggruppato sotto la parrocchia di San Rocco, in contrapposizione con quello posto più a valle, riunito attorno alla chiesa di San Martino.
I secoli successivi non si verificarono avvenimenti di rilievo per la comunità, che fu riguardata solo marginalmente dagli avvicendamenti tra la [[Repubblica Cisalpina|dominazione francese]] e quella [[Regno Lombardo-Veneto|austro-ungarica]], fino
Tra i personaggi originari del luogo si segnala il cardinale '''Guglielmo Longo degli Alessandri''', alto prelato che operò in [[vaticano]] ed anche presso la sede papale di [[Avignone]]; '''Giuseppe Bresciani''', un notaio che partecipò alla [[spedizione dei Mille]], che le cronache riportano ferito negli scontri a [[Calatafimi]], appena dopo lo [[sbarco in Sicilia]] e '''Eugenio Donadoni''' (1870-1924), poeta e critico letterario.
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Interessante è il campanile, sempre del XV secolo, con finestre a forma di [[ogiva]].
Un altro edificio sacro di rilievo è il santuario
Sono inoltre presenti il complesso di
== Blasonatura stemma ==
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