==Origini della linguistica comparativa==
===L'evoluzione linguistica come era vista nell'antichità===
L’ideaL'idea di [[mutamento linguistico]] non era molto chiara agli antichi in quanto adducevano al ''bisogno'' il motivo base della nascita di parole nuove.
Ad esempio [[Quinto Orazio Flacco]] scrive:
{{Citazione|Molti vocaboli che già sono caduti rinasceranno, e cadranno <br />quelli che sono ora in auge, se lo vorrà il bisogno|''[[Ars poetica]]'' vv.70-71|''Multa renascentur quae iam cecidere, cadentque''<br/>''quae nunc sunt in honore vocabula, si volet usus|lingua=la}}
tuttavia, non andavano per lo più oltre l’ideal'idea dell’innovazionedell'innovazione del [[lessico]], considerando gli arcaismi lessicali, sintattici e morfologici dei poeti non altro che ''licentiae'' dettate da ragioni di ordine stilistico, metrico e ritmico.
Anche sul piano delle parentele linguistiche, né i [[greci]] né i [[latini]] andarono molto oltre qualche occasionale intuizione: [[Platone]] (''[[Cratilo]]'' 410 a), notava l’affinitàl'affinità esistente fra parole greche come ὕδωρ e κύων e i loro corrispondenti in [[Frigia|frigio]], ma non andò oltre l’ideal'idea che esse fossero prestiti.
[[Aristotele]], spiegando in termini di trasposizione, sottrazione o scambio di lettere gli arcaismi di [[Omero]] come licenze poetiche, finiva addirittura per far derivare forme arcaiche da forme più recenti delle stesse parole (''[[Poetica (Aristotele)|Poetica]]'' 1458 a), denunciando il fissismo della sua visione del linguaggio.
Nella [[Roma]] dell'[[impero romano|età imperiale]], il grammatico [[Rufio Festo]] notava la corrispondenza fra l'aspirazione iniziale di molte parole greche e la ''sibilante'' con cui cominciavano i termini corrispondenti in latino (ὑλή → ''silva''; ἕξ → ''sex''; ἑπτά → ''septem''): ne ricavò l’ideal'idea che il [[lingua latina|latino]] fosse un particolare [[dialetti greci|dialetto greco]], affine all’all'[[dialetto eolico|eolico]], con cui condivideva la baritonesi (tendenza a non accentare l'ultima sillaba).
[[File:Pieter Bruegel the Elder - The Tower of Babel (Vienna) - Google Art Project - edited.jpg|thumb|left|''La torre di Babele'' (1563), Pieter Brueghel il Vecchio]]
Lo stato delle ricerche non cambiò molto nel [[Medioevo]] e nel [[Rinascimento]]. L’umanistaL'umanista [[Giuseppe Giusto Scaligero]] ([[1540]]-[[1609]]) ebbe l’intuizionel'intuizione della '''parentela fra le lingue''', identificando undici '''lingue madri''', fra cui la radice comune del [[Lingue germaniche|germanico]], che lui chiamò '''lingua Gott''' (dal tedesco ''Gott'': Dio), ma si limitò a paragonarne il lessico. Il mercante e letterato toscano [[Filippo Sassetti]] ([[1540]]-[[1588]]), in [[India]] per ragioni d'affari, si spinse un po' oltre, notando alcune somiglianze tra le lingue europee e quelle indiane, ma anch'egli non si discostò dai paragoni lessicali.
===La nascita del metodo comparativo===
Solo con la fine del [[XVIII secolo|Settecento]] le cose cominciarono a cambiare. Il [[metodo comparativo]] ebbe il suo precursore in [[Christian Jacob Kraus]] ([[1753]]-[[1807]]), il quale definì il concetto di ''tavola comparativa'' tra forme grammaticali delle lingue. Nel [[1781]] [[Johann Christoph Adelung]] definì i concetti di ''varietà dialettale'', ''lingua imparentata'', e lingua totalmente differente rispetto a una qualsiasi lingua coinvolta in un esame comparatistico.
Il salto di qualità che portò alla formulazione dell’ipotesidell'ipotesi di una lingua madre comune per le lingue antiche d’Europad'Europa avvenne grazie a una circostanza storica ben precisa, l’avvicinamentol'avvicinamento della cultura europea a quella antica indiana, all’epocaall'epoca della conquista dell’Indiadell'India da parte dell’dell'[[Inghilterra]]. Nel [[1786]] l’altol'alto magistrato del [[Bengala]] Sir William Jones ([[1746]]-[[1794]]) tenne una conferenza il cui testo pubblicato nel [[1788]] apprezzava la struttura della [[lingua sanscrita]], avanzando l’ipotesil'ipotesi che il [[lingua latina|latino]], il [[lingua greca|greco]], il [[lingue celtiche|celtico]], il [[lingua gotica|gotico]] e il sanscrito scaturissero "da una fonte comune che forse non esiste nemmeno più": nacque così l’ipotesil'ipotesi di una lingua madre ancestrale di tutte le parlate dell’Indiadell'India e dell’Europadell'Europa.<ref>Sir Jones ebbe come precursore Andreas Jäger, che nel libro ''De Lingua vetustissima Europae'' (1686) sostenne che il [[lingua greca|greco]], il [[lingua latina|latino]], il [[lingua celtica|celtico]], il [[lingue germaniche|germanico]], lo [[lingue slave|slavo]] e il [[Lingua persiana|persiano]] (che chiamava ''[[sciti]]co'') derivassero da una lingua estinta dal suggestivo nome di ''scitoceltico'', ipoteticamente parlato nel [[Caucaso]].</ref>
[[File:Franz Bopp.jpg|thumb|upright=0.5|[[Franz Bopp]]]]
L'ipotesi di Jones cadde però nell’oblionell'oblio, tanto che l’ideal'idea fu riproposta da [[Friedrich Schlegel]] ([[1772]]-[[1829]]), nel suo libro ''Über die Sprache und Weisheit der Indier'' ("Sulla lingua e la saggezza degli Indiani") 1808, nel quale per la prima volta si parla di ''grammatica comparativa'' (''vergleichende Grammatik''). Ma solo con [[Franz Bopp]] ([[1791]]-[[1867]]) e il suo storico ''Konjugationssystem'' ("Sistema delle coniugazioni") 1816, si giunse a una definitiva formulazione dei principi concreti e sistematici dell’''analisi linguistico-comparativa'', e all'ingresso del programma enunciato da Jones e Schlegel nell'ambito della [[linguistica]] propriamente detta. Bopp fu il primo a fondare le definizioni di Adelung su due indicazioni essenziali:
#la concordanza del materiale linguistico
#la concordanza della struttura grammaticale.
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