Adriano Olivetti: differenze tra le versioni

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Nel [[1949]] Olivetti si convertì al [[cattolicesimo]] «per la convinzione della sua superiore teologia»<ref>Davide Cadeddu, «Adriano Olivetti, le utopie al potere», ''[[Avvenire]]'', 25 febbraio 2010.</ref>. Nel 1950 espose la sua visione del primato in campo politico dell'Urbanistica e della Pianificazione. L'urbanistica fu solo una delle tante passioni di Olivetti che si interessò di storia, filosofia, letteratura ed arte. È al suo personale rifinanziamento che si deve la rinascita della rivista "Urbanistica". Nel 1953 decise di aprire una fabbrica di macchine calcolatrici a [[Pozzuoli]] offrendo posti di lavoro con salari sopra le medie e assistenza alle famiglie degli operai la cui produttività in questo stabilimento superò quella dei colleghi nella fabbrica di Ivrea. Nel [[1956]] fu eletto sindaco di Ivrea e due anni dopo ottenne due seggi in Parlamento candidandosi con il Movimento Comunità. Il suo voto fu rilevante per la fiducia al governo Fanfani. Nel 1957 la National Management Association di New York premiò l'attività di direzione d'azienda internazionale di Olivetti.
 
Al momento del suo decesso, l'Azienda, fondata dal padre e da lui per lungo tempo diretta, vantava una presenza su tutti i maggiori mercati internazionali, con circa 36.000 dipendenti, di cui oltre la metà all'estero.<ref name=Adriano_Olivetti /> Nel 1962 nasce la [[Fondazione Adriano Olivetti]] per volontà di familiari, amici e collaboratori, con l’intentol'intento di raccogliere e sviluppare l’impegnol'impegno civile, sociale e politico che ha distinto l’operatol'operato di Adriano Olivetti nel corso della sua vita.<ref name=autogenerato1>{{Cita web | url = http://www.fondazioneadrianolivetti.it/ | titolo = Fondazione Adriano Olivetti | autore = | data = | accesso = }}</ref>
 
=== Dal primo dopoguerra agli anni del consenso fascista ===