La nera di...: differenze tra le versioni

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Unico film dell'autore dove i bianchi sono gli autentici protagonisti dell'azione, "La Noire de.." si fonda su un'idea principale: l'oppressione della domestica africana non deriva dalla condizione di donna delle pulizie, considerata come un fatto, ma da un rapporto sociale: la [[pauperizzazione]] relativa dei suoi padroni, che abbandonano i privilegi di cooperanti (in Senegal) per ridivenire dei semplici salariati (in Francia)" .
 
Questo elemento modifica lo spirito di Diouana, che a Dakar si trovava bene, in una condizione tutto sommato privilegiata rispetto alle sue coetanee. Ad Antibes si ritrova sola (a Dakar c’erac'era un cuoco), i lavori si concentrano (oltre alla cura dei bambini deve badare alla pulizia della casa, fare la spesa, cucinare…), la chiusura con l'esterno la rende triste e passiva (a Dakar usciva con il fidanzato e frequentava i familiari). Il potere della padrona ([[Anne-Marie Jelinek]]) diventa dunque totale: ed è l'odio nei confronti di quest’ultimaquest'ultima una delle principali cause del suicidio: "lei non può dire no, ma allo stesso tempo si trova in un mondo che la rifiuta. È rifiutata dalla sola famiglia che ha, il suo padrone e la sua padrona".
 
Il marito, interpretato da [[Robert Fontaine]] (che ritroveremo in [[Emitaï]]), lascia alla compagna il compito di gestire gli affari di casa e il rapporto con Diouana. È apatico, dorme spesso, ma cerca di mostrarsi comprensivo e rispettoso nei confronti della domestica, senza comprendere che il suo problema è la solitudine: "''cos’haicos'hai Diouana, sei malata? Vuoi la tua paga?''" . Il comportamento del padrone cela una inconscia attrazione sessuale, percepita dalla moglie, che a causa di ciò diventa ancora più aggressiva.
Da rimarcare che la coppia di padroni resterà sempre anonima ("madame" et "monsieur").
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La progressiva perdita di fiducia e di speranza è rappresentata dai suoi pensieri e dalle rare parole che pronuncia.
 
"''Oui monsieur, oui madame''" dice all'inizio, poi non parla più. Comincia a fare a sé stessa delle domande: "''non sono venuta per questo''", "''com’ècom'è la gente qui?''", "''le porte qui sono sempre chiuse''", "''dove sono i bambini?''", "''non sono una cuoca, né una domestica''". In più viene trattata come un fenomeno da baraccone dagli amici di famiglia riuniti a cena: un signore le tasta le guance chiede il permesso di baciarla perché: "''non ho mai baciato una negra in vita mia''". Il [[razzismo]] è palese quando gli ospiti chiedono alla moglie:
 
* ''Parla francese?''
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Il fatto di trovare un'occupazione è una rarità nel Senegal post-indipendenza. I sogni e le speranze di una nuova repubblica indipendente si infrangono nella realtà quotidiana: ''[[bidonville]]'' sempre più grandi circondano Dakar; mentre i deputati escono dall'Assemblea Nazionale, i disoccupati affluiscono in cerca di lavoro e le donne vanno al "mercato delle domestiche" nella vaga attesa che qualche bianco offra loro una occupazione. Nel Senegal di Senghor, la comunità francese è numerosa, concentrata nei quartieri borghesi di Dakar. Sono soprattutto assistenti tecnici e piccoli imprenditori, che si arricchiscono grazie alle loro competenze. Hanno paura dell'instabilità del governo, nonostante le rassicurazioni del presidente, e appena possono, ritornano in Francia con il denaro guadagnato. Pur creando occupazione (manodopera comune, domestiche…), non rappresentano una risorsa per il Senegal, anzi, sono "un fuorviante miraggio per tutte le Diouana"
Anche la nuova classe borghese nera, formata nelle scuole dei bianchi viene giudicata negativamente. Non c’èc'è niente in comune tra loro e il popolo, nemmeno il monumento ai caduti di guerra. Infatti in uno dei flashback Diouana cammina tranquillamente, senza alcun senso di colpa, sul monumento, e viene aspramente rimproverata dal suo compagno, "un funzionario, cresciuto nel contesto socio-culturale del colonizzatore(…). Questo amico, come gli altri intellettuali, troppo rivolti verso l'Europa e le sue astratte riflessioni, non vede la realtà quotidiana del popolo" , parlando di sacrilegio: il gesto di Diouana invece non è un atto irriverente nei confronti dei caduti, ma un'inconscia ribellione nei confronti di tutto ciò che è formale e alieno dai problemi reali del popolo africano. I "sacrilegi" sono altri, sono il razzismo e l'indifferenza dei padroni, che causano il suicidio della ragazza, ma anche la corruzione e la dipendenza economico-culturale della nuova classe dirigente figlia dell'indipendenza, che rinuncia vigliaccamente allo sviluppo autonomo dei paesi africani.
 
== Simboli ==