Sandro Botticelli: differenze tra le versioni

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{{Organizzare}}
[[File:Botticelli.jpg|thumb|Presunto autoritratto dall'''[[Adorazione dei Magi (Botticelli Uffizi)|Adorazione dei Magi]]'' degli Uffizi]]
{{citazione|Non si sdegni Apelle di essere eguagliato a Sandro:<br />già il suo nome è noto ovunque|[[Ugolino di Vieri (poeta)|Ugolino di Vieri]], ''Epigrammata'' III, 23|Aequari sibi non indignetur Apelles Sandrum:<br />iam notum est nomen ubique suum.|lingua=la}}
{{Bio
|Nome = Sandro
|Cognome = Botticelli
|PostCognomeVirgola = vero nome '''Alessandro di Mariano di Vanni Filipepi'''
|Sesso = M
|LuogoNascita = Firenze
|GiornoMeseNascita = 1º marzo
|AnnoNascita = 1445
|LuogoMorte = Firenze
|GiornoMeseMorte = 17 maggio
|AnnoMorte = 1510
|Epoca = 1400
|Attività = pittore
|Nazionalità = italiano
}}
 
'''Sandro Botticelli'''
== Biografia ==
[[File:Botticelli, fortezza 480.jpg|thumb|upright=0.8|La ''[[Fortezza (Botticelli)|Fortezza]]'', prima opera documentata di Botticelli (1470)]]
 
=== Origini ===
Sandro Botticelli nacque nel 1445 a Firenze in via Nuova (oggi via del Porcellana), ultimo di quattro figli maschi e crebbe in una famiglia modesta ma non povera, mantenuta dal padre, Mariano di Vanni Filipepi, che faceva il conciatore di pelli ed aveva una sua bottega nel vicino quartiere di [[piazza Santo Spirito|Santo Spirito]]. Numerosi erano infatti nella zona di [[Santa Maria Novella]] (dove si trova via del Porcellana) gli abitanti dediti a tale attività, facilitata dalla prossimità delle acque dell'[[Arno]] e del [[Mugnone]]<ref name="S85">Santi, cit., pag. 85.</ref>.
 
I primi documenti su Sandro sono costituiti dalle dichiarazioni catastali (dette "portate al Catasto"), vere e proprie denunce dei redditi in cui i capofamiglia erano obbligati a dichiarare i propri beni, le rendite e le spese descrivendo lo stato della propria famiglia. In quello del [[1458]] Mariano Filipepi citò i quattro figli maschi Giovanni, Antonio, Simone e Sandro: quest'ultimo ha tredici anni e viene definito "malsano" e che "sta a leggere", annotazioni in cui alcuni studiosi hanno voluto desumere un'infanzia malaticcia che avrebbe portato a un carattere introverso, leggibile poi in alcune sue opere dal tono malinconico e assorto<ref name="S85"/>.
 
Il fratello Antonio era un orefice di professione, per cui è molto probabile che l'artista avesse ricevuto una prima educazione presso la sua [[bottega]], mentre sarebbe da scartare l'ipotesi di un suo tirocinio avvenuto nella bottega di un amico del padre, un certo ''maestro Botticello'', come riferisce il [[Vasari]] nelle ''[[Vite (Vasari)|Vite]]'', dal momento che ancora oggi non esiste alcuna prova documentaria che confermi l'esistenza di questo artigiano attivo in città in quegli anni.
 
Il nomignolo pare invece che fosse stato inizialmente attribuito al fratello Giovanni, che di mestiere faceva il sensale del Monte (un funzionario pubblico) e che nella portata al catasto del [[1458]] veniva ''vochato Botticello'', poi esteso a tutti i membri maschi della famiglia e dunque adottato anche dal pittore<ref name="S85"/>.
 
=== Apprendistato ===
[[File:Sandro Botticelli 062.jpg|thumb|''[[Madonna col Bambino e due angeli (Botticelli)|Madonna col Bambino e due angeli]]'', 1468 ca., Napoli, Galleria Nazionale di Capodimonte]]
Il suo vero e proprio apprendistato si svolse nella bottega di [[Filippo Lippi]] dal [[1464]] al [[1467]], con cui lavorò a [[Prato]] negli ultimi affreschi delle ''[[Storie di santo Stefano e san Giovanni Battista]]'' nella cappella maggiore del [[Duomo di Prato|Duomo]] assieme a numerosi altri allievi.
 
Risalgono a questo periodo tutta una serie di ''Madonne'' che rivelano la diretta influenza del maestro sul giovane allievo, a volte derivate fedelmente dalla ''[[Lippina]]'' agli [[Uffizi]] (1465). La primissima opera attribuita a Botticelli è la ''[[Madonna col Bambino degli Innocenti|Madonna col Bambino e un angelo]]'' (1465 circa) dell'[[Ospedale degli Innocenti]], in cui le somiglianze con la contemporanea tavola del Lippi sono davvero molto forti, anzi sembra una copia o un omaggio; la stessa cosa vale per la ''Madonna col Bambino e due angeli'' (1465 circa) oggi a [[Washington (distretto di Columbia)|Washington]], con la sola variante dell'angelo aggiunto alle spalle del Bambino, e la ''[[Madonna col Bambino e un angelo (Botticelli)|Madonna col Bambino e un angelo]]'' del [[Museo Fesch]] di [[Ajaccio]].
 
Risultarono però determinanti nel progressivo processo di maturazione del suo linguaggio pittorico anche le influenze ricevute da [[Antonio del Pollaiuolo]] e [[Andrea del Verrocchio]], del quale potrebbe aver frequentato la bottega dopo la partenza di Filippo Lippi per [[Spoleto]].
 
La componente verrocchiesca, infatti, appare chiaramente in un secondo gruppo di Madonne realizzate tra il [[1468]] e il [[1469]], come la ''[[Madonna del Roseto (Botticelli)|Madonna del Roseto]] '', la ''[[Madonna in gloria di serafini]]'', entrambe agli [[Uffizi]], e la ''[[Madonna con Bambino e due angeli (Botticelli)|Madonna col Bambino e due angeli]]'' (1468 circa) al [[Museo Nazionale di Capodimonte]] di [[Napoli]], in cui i personaggi sono disposti prospetticamente davanti al limite frontale del dipinto, inteso come "finestra", mentre l'architettura sullo sfondo definisce la volumetria dello spazio ideale entro cui è inserita l'immagine; la composizione si sviluppa quindi per piani scalari, svolgendo una mediazione tra lo spazio teorico reso dal piano prospettico e quello reale costituito dai personaggi in primo piano.
 
L'accentuato linearismo, inteso come espressione di movimento risulta altrettanto evidente, così come le meditazioni sulla concezione matematica della pittura, di grande attualità in quegli anni, con gli studi di [[Piero della Francesca]]; la stessa soluzione venne riproposta in altre opere dello stesso periodo, con la sola variazione dei termini architettonici e naturalistici.
 
=== L'avvio della carriera in proprio ===
Nel [[1469]] Botticelli lavorava già da solo, come dimostra la portata al Catasto del [[1469]] in cui è segnalato come operante in casa propria. Il 9 ottobre [[1469]] [[Filippo Lippi]] morì a [[Spoleto]] e nel 1470 Sandro mise bottega per conto proprio<ref name="S85"/>.
 
Dal 18 giugno al 18 agosto di quell'anno lavorò alla sua prima commissione pubblica, di notevole prestigio e risonanza<ref name="S85"/>. Si tratta di una spalliera allegorica, realizzata per il [[Tribunale della Mercanzia]] di Firenze raffigurante la ''[[Fortezza (Botticelli)|Fortezza]]''. Il pannello doveva inserirsi all'interno di un ciclo ordinato a [[Piero Pollaiolo]] che infatti eseguì sei delle sette ''Virtù''<ref name="S85"/>. Botticelli accolse lo schema presentato dal Pollaiolo nelle sue linee generali, ma impostò l'immagine in modo del tutto diverso; al posto dell'austero scranno marmoreo usato da Piero, dipinse un trono riccamente decorato e dalle forme fantastiche che costituiscono un preciso richiamo alle qualità morali inerenti all'esercizio della magistratura, in pratica un'allusione simbolica al "tesoro" che accompagnava il possesso di questa virtù. L'architettura viva e reale si unisce alla figura di donna che vi è seduta sopra, solida, plastica, ma soprattutto di estrema bellezza; fu proprio la continua ricerca della bellezza assoluta, al di là del tempo e dello spazio, che portò poi Botticelli a staccarsi progressivamente dai modelli iniziali e a elaborare uno stile sostanzialmente diverso da quello dei suoi contemporanei, che lo rese un caso praticamente unico nel panorama artistico fiorentino dell'epoca.
 
Botticelli scelse di esaltare la ''grazia'', cioè l'eleganza intellettuale e la squisita rappresentazione dei sentimenti e fu per questo che le sue opere più celebri vennero caratterizzate da un marcato linearismo e da un intenso lirismo, ma soprattutto l'ideale equilibrio tra il naturalismo e l'artificiosità delle forme.
 
Prima di produrre quegli autentici capolavori della storia delle arti egli ebbe però modo di ampliare la sua esperienza con altri dipinti, che costituiscono il necessario passaggio intermedio tra le opere degli esordi e quelle della maturità.
 
=== Le opere dei primi anni settanta ===
[[File:Giuliano de' Medici by Sandro Botticelli.jpeg|thumb|left|''Ritratto di Giuliano de' Medici'', 1478, Washington, National Gallery]]
Nel [[1472]] Botticelli si iscrisse alla [[Compagnia di San Luca]], la confraternita degli artisti a Firenze, e spinse a fare altrettanto il suo amico quindicenne [[Filippino Lippi]], figlio del suo maestro Filippo. Filippino, oltre che caro amico, divenne presto il suo primo collaboratore<ref name="S85"/>.
 
A questo primo periodo appartiene il ''[[San Sebastiano (Botticelli)|San Sebastiano]]'', già in [[Santa Maria Maggiore (Firenze)|Santa Maria Maggiore]], opera in cui Botticelli mostra già un avvicinamento alla filosofia dell'[[Accademia neoplatonica]], a cui doveva essersi accostato fin dai tempi della ''Fortezza''<ref name="S85"/>. Nei circoli culturali colti vicini alla famiglia [[Medici]], animati da [[Marsilio Ficino]] e [[Agnolo Poliziano]], la realtà era vista come la combinazione di due grandi principi, il divino da una parte e la materia inerte dall'altra; l'uomo così occupava nel mondo un posto privilegiato perché attraverso la ragione poteva giungere alla contemplazione del divino, ma anche recedere ai livelli più bassi della sua condizione se guidato solo dalla materialità dei propri istinti. In questa opera dunque Botticelli, oltre come sempre ad esaltare la bellezza corporea, vuole sia distaccare la figura sospesa a mezz'aria del santo dalla mondanità, risaltandolo con quella luce ai margini che lo avvicina al cielo e alla trascendenza, sia evidenziare, come ha fatto più esplicitamente [[Piero del Pollaiolo]] nell'analogo dipinto, la malinconia che emerge dall'offesa che il mondo non comprensibile di questi ideali ha attuato nei confronti di san Sebastiano.
 
Il dittico con le ''Storie di Giuditta'' ([[1472]]), composto da due tavolette forse originariamente unite, può rappresentare un ulteriore compendio della lezione assimilata da Botticelli dai suoi maestri; nella prima, con la ''[[Scoperta del cadavere di Oloferne]]'' infatti, è ancora forte il richiamo allo stile del Pollaiolo, per la modellazione incisiva delle figure, l'acceso cromatismo ed il marcato espressionismo della scena. Tutta la drammaticità e la violenza che caratterizzano questo primo episodio scompaiono totalmente nel secondo, dall'atmosfera quasi idilliaca e più consono al linguaggio "lippesco"; si tratta del ''[[Ritorno di Giuditta a Betulia]]'', inserito in un delicato paesaggio, nel quale le due donne si muovono con passo quasi incerto. Non si tratta comunque dell'ennesima citazione del maestro perché il vibrante panneggio delle vesti suggerisce un senso di irrequietezza estraneo a Filippo, così come la malinconica espressione sul volto di Giuditta.
 
Il desco da parto con l'''Adorazione dei Magi'' eseguito tra il [[1473]] e il [[1474]], è un esempio di [[anamorfismo]] (o anamorfosi), poiché per vederlo bisogna metterlo in posizione orizzontale. Questa è una delle sue prime sperimentazioni volte a snaturare la prospettiva come si era venuta a configurare col [[XV secolo|Quattrocento]].
 
Negli anni settanta lo stile di Botticelli appare ormai pienamente delineato. Le sue opere successive si arricchiranno poi delle tematiche umanistiche e filosofiche in grandi commissioni affidategli da membri importanti della famiglia Medici, aprendo la sua stagione dei grandi capolavori<ref name="S92">Santi, cit., pag. 92.</ref>.
 
=== L'influenza neoplatonica ===
[[File:Sandro Botticelli 027.jpg|thumb|upright=1.4|''[[Venere e le tre Grazie offrono doni a una giovane]]'', da [[villa Lemmi]], oggi al Louvre]]
I [[accademia neoplatonica|neoplatonici]] offrirono la più convincente rivalutazione della cultura antica data fino a quel momento, riuscendo a colmare la frattura che si era venuta a creare tra i primi sostenitori del movimento umanista e la religione cristiana, che condannava l'antichità in quanto [[pagana]]; essi non solo riproposero con forza le "''virtù degli antichi come modello etico''" della vita civile, ma arrivarono a conciliare gli ideali cristiani con quelli della cultura classica, ispirandosi a [[Platone]] ed alle varie correnti di [[misticismo]] tardo-pagano che attestavano la profonda religiosità delle comunità pre-cristiane.
 
L'influenza di queste teorie sulle arti figurative fu profonda; i temi della bellezza e dell'amore divennero centrali nel sistema neoplatonico perché l'uomo spinto dall'amore poteva elevarsi dal regno inferiore della materia a quello superiore dello spirito. In questo modo la [[mitologia]] fu pienamente riabilitata e le venne assegnata la stessa dignità dei temi di soggetto sacro e ciò spiega anche il motivo per cui le decorazioni di carattere [[profano]] ebbero una così larga diffusione.
 
[[Venere (divinità)|Venere]], la dea più peccaminosa dell'[[Olimpo (Grecia)|Olimpo]] pagano venne totalmente reinterpretata dai filosofi neoplatonici e diventò uno dei soggetti raffigurati più frequentemente dagli artisti secondo una duplice tipologia: la ''Venere celeste'', simbolo dell'amore spirituale che spingeva l'uomo verso l'ascesi e la ''Venere terrena'', simbolo dell'istintualità e della passione che lo ricacciavano verso il basso.
 
Un altro tema rappresentato di sovente fu la lotta tra un principio superiore ed uno inferiore (ad esempio [[Marte (divinità)|Marte]] ammansito da Venere o i mostri abbattuti da [[Ercole]]), secondo l'idea di una continua tensione dell'animo umano, sospeso tra [[virtù]] e [[vizio|vizi]]; l'uomo in pratica era tendenzialmente rivolto verso il bene, ma incapace di conseguire la perfezione e spesso insidiato dal pericolo di ricadere verso l'irrazionalità dettata dall'[[istinto]]; da questa consapevolezza dei propri limiti deriva perciò il dramma esistenziale dell'uomo neoplatonico, conscio di dover rincorrere per tutta la vita una condizione apparentemente irraggiungibile.
 
Botticelli divenne amico dei filosofi neoplatonici, ne accolse pienamente le idee e riuscì a rendere visibile quella bellezza da loro teorizzata, secondo la sua personale interpretazione dal carattere malinconico e contemplativo, che spesso non coincide con quella proposta da altri artisti legati a questo stesso ambiente culturale.
 
=== Pisa ===
Nel [[1474]] Botticelli venne chiamato a Pisa per affrescare con un ciclo il [[Camposanto Monumentale]]. Come prova della sua bravura gli venne chiesta una pala d'altare con l<nowiki>'</nowiki>''Assunta'', ma nessuna delle due commissioni venne mai portata a termine, per ragioni sconosciute<ref name="S86">Santi, cit., pag. 86.</ref>.
 
=== Al servizio dei Medici ===
[[File:Botticelli-primavera 480.jpg|thumb|upright=1.4|La ''[[Primavera (Botticelli)|Primavera]]'']]
[[File:Sandro Botticelli 050.jpg|thumb|''[[Sant'Agostino nello studio (Botticelli Ognissanti)|Sant'Agostino nello studio]]'', dipinto per i [[Vespucci]], alleati dei Medici]]
Le frequentazioni di Botticelli nella cerchia della famiglia dei [[Medici]] furono indubbiamente utili per garantirgli protezione e le numerose commissioni eseguite nell'arco di circa vent'anni. Nel [[1475]] dipinse il gonfalone per la giostra tenutasi in [[piazza Santa Croce]] raffigurante [[Simonetta Vespucci]], musa dalla bellezza epica per tutta la carriera dell'artista, che fu vinto da [[Giuliano de' Medici]]<ref name="S86"/>. Nel [[1478]], dopo la [[congiura dei Pazzi]] in cui morì lo stesso Giuliano, a Botticelli fu chiesto di effigiare come appesi i condannati in contumacia su cartelloni da attaccare sul [[Palazzo della Signoria]], lato Porta della Dogana, come anni prima aveva fatto [[Andrea del Castagno]] nel [[1440]] per il complotto antimediceo degli [[Albizi]], che era valso all'artista in soprannome di "Andrea degli Impiccati"<ref name="S86"/>.
 
Chiaro è come Sandro avesse pienamente abbracciato la causa dei [[Medici]], che lo accolsero sotto la loro protezione dandogli la possibilità di creare opere di grandissimo prestigio<ref name="S86"/>.
 
Particolarmente interessante per questo periodo è l<nowiki>'</nowiki>''[[Adorazione dei Magi (Botticelli Uffizi)|Adorazione dei Magi]]'' ([[1475]]), dipinta per la cappella funeraria di Gaspare Zanobi del Lama in [[Santa Maria Novella]]. Si tratta di un'opera molto importante perché introdusse una grande novità a livello formale, ossia la visione frontale della scena, con le figure sacre al centro e gli altri personaggi disposti prospetticamente ai lati; prima di questa infatti, si usava disporre i tre re e tutti gli altri membri del seguito lateralmente, a destra o a sinistra, in modo che i personaggi creassero una sorta di corteo, che ricordava l'annuale cavalcata dei Magi, una rappresentazione sacra che si teneva per le vie fiorentine.
 
Botticelli inserì, anche per volere del committente, un cortigiano dei Medici, i ritratti dei membri della famiglia, per cui si riconoscono [[Cosimo il Vecchio]] ed i suoi figli [[Piero il Gottoso|Piero]] e [[Giovanni di Cosimo de' Medici|Giovanni]], mentre [[Lorenzo il Magnifico]], [[Giuliano de' Medici]] e altri personaggi della corte medicea sono ritratti tra gli astanti, disposti ai lati a formare due quinte, raccordate dalle figure dei due Magi in primo piano al centro. Ma il motivo iconografico più innovativo è quello della capanna entro cui si trova la sacra famiglia, posta su di un edificio diroccato, mentre sullo sfondo si intravedono le arcate di un'altra costruzione semidistrutta su cui ormai è nata l'erba; questo tema avrà in seguito larga diffusione e sarà ripreso anche da [[Leonardo]] per la sua ''[[Adorazione dei Magi (Leonardo)|Adorazione dei Magi]]'' e si basava su di un episodio della ''Leggenda Aurea'', secondo cui l'[[imperatore]] [[Augusto]], che si vantava di aver pacificato il mondo, incontrò un giorno una [[Sibilla]] che gli predisse l'arrivo di un nuovo re, che sarebbe riuscito a superarlo e ad avere un potere ben più grande del suo.
Gli edifici in rovina sullo sfondo perciò rappresentano simbolicamente il mondo antico ed il [[paganesimo]], mentre la [[cristianità]] raffigurata nella scena della Natività si trova in primo piano perché essa costituisce il presente ed il futuro del mondo; il dipinto costituisce oltretutto un'eccezionale giustificazione, sia in termini filosofici che religiosi, del [[principato (diritto)|principato]] mediceo a Firenze, con una rappresentazione dinastica dei principali esponenti della famiglia nelle vesti dei Magi e degli altri astanti.
 
[[File:Botticelli, uomo con medaglia di cosimo il vecchio 480.jpg|thumb|left|''[[Ritratto d'uomo con medaglia di Cosimo il Vecchio]]'']]
Riconducibili a questo periodo sono anche altre opere che, oltre a confermare i rapporti tra Botticelli e la cerchia neoplatonica, rivelano precise influenze fiamminghe sul pittore nel genere del [[ritratto]]. Nel primo, il ''[[Ritratto d'uomo con medaglia di Cosimo il Vecchio]]'' (1474-1475), il personaggio è raffigurato nella posa di tre quarti ed è vestito con il tipico abito della [[borghesia]] fiorentina dell'epoca; dopo varie ipotesi, oggi si ritiene che si tratti quasi certamente del fratello orafo di Botticelli, Antonio Filipepi, citato per l'appunto in alcuni documenti dell'[[archivio]] mediceo per la [[doratura]] di alcune [[medaglie]] (quella apposta in [[stucco]] sul dipinto venne coniata tra il [[1465]] e il [[1469]]). L'unico esempio noto fino ad allora di questa tipologia di ritratto era quello eseguito dal pittore [[Fiandre|fiammingo]] [[Hans Memling]] intorno al 1470, con cui si riscontrano notevoli somiglianze.
 
Come era già successo in altri casi però, il richiamo ai modelli fiamminghi costituì il semplice punto di partenza per l'artista che tese in seguito ad astrarre sempre più le figure dal loro contesto.
 
Nel ''[[Ritratto di Giuliano de' Medici]]'' ([[1478]]), si notano ancora certe influenze fiamminghe, come la porta semiaperta sullo sfondo e la posa del soggetto, un richiamo al cromatismo e all'energico linearismo del Pollaiolo, ma la novità è rappresentata dalla [[Streptopelia turtur|tortora]] in primo piano che suggerisce una maggiore introspezione psicologica.
 
Il percorso stilistico di Botticelli in questo genere pittorico appare concluso nei ritratti successivi come dimostra il ''[[Ritratto di giovane (Botticelli)|Ritratto di giovane]]'', realizzato dopo il [[1478]] e dominato dal linearismo formale che non esita a sacrificare la storica conquista del primo [[Rinascimento fiorentino]]: lo sfondo è totalmente assente e l'immagine completamente trasfigurata da ogni contesto perché la terza dimensione non è più considerata indispensabile per conferire realismo alla scena.
 
Nella dichiarazione al Catasto del [[1480]] dichiarò un cospicuo numero di allievi e aiuti, dimostrando come la sua bottega fosse ormai ben avviata. A quell'anno risale il ''[[Sant'Agostino nello studio (Botticelli Ognissanti)|Sant'Agostino nello studio]]'' della [[chiesa di Ognissanti (Firenze)|chiesa di Ognissanti]], commissionato dall'importante famiglia fiorentina dei [[Vespucci]] e caratterizzato da una forza espressiva che ricorda le migliori opere di [[Andrea del Castagno]]<ref name="S86"/>. In un libro aperto posto dietro la figura del santo si possono leggere alcune frasi su un frate che oggi vengono per lo più interpretate come uno scherzo che il pittore volle immortalare. All'anno successivo l<nowiki>'</nowiki>''[[Annunciazione di San Martino alla Scala]]''.
 
=== Gli affreschi della Cappella Sistina ===
[[File:Botticelli Scenes from the Life of Moses.jpg|thumb|''[[Prove di Mosè]]'', 1481-82, Cappella Sistina]]
[[File:Sandro Botticelli, The Temptation of Christ.jpg|thumb|''[[Tentazioni di Gesù|Tentazioni di Cristo]]'', 1481-82, Cappella Sistina]]
[[File:Botticcelli, Sandro - The Punishment of Korah and the Stoning of Moses and Aaron - 1481-82.jpg|thumb|''[[Punizione di Qorah, Dathan e Abiram]]'', 1481-82, Cappella Sistina]]
La politica riconciliativa di [[Lorenzo de' Medici]] verso gli alleati della [[Congiura dei Pazzi]] (soprattutto [[Sisto IV]] e [[Ferdinando I d'Aragona]]) si realizzò in maniera efficace anche attraverso scambi culturali, con l'invio dei più grandi artisti fiorentini nelle corti italiane, quali ambasciatori di bellezza, armonia e del primato culturale fiorentino<ref name="S86"/>.
 
Il 27 ottobre [[1480]] Botticelli, [[Cosimo Rosselli]], [[Domenico Ghirlandaio]], [[Pietro Perugino]] e i rispettivi collaboratori partirono per Roma per affrescare le pareti della [[Cappella Sistina]]<ref name="S86"/>. Il ciclo prevedeva la realizzazione di dieci scene raffiguranti le ''Storie della vita di [[Cristo]] e di [[Mosè]]'' ed i pittori si attennero a comuni convenzioni rappresentative in modo da far risultare il lavoro omogeneo come l'uso di una stessa scala dimensionale, struttura ritmica e rappresentazione paesaggistica; inoltre utilizzarono accanto ad un'unica gamma cromatica le rifiniture in oro in modo da far risplendere le pitture con i bagliori delle torce e delle candele. Secondo il programma iconografico voluto da [[Sisto IV]], i vari episodi vennero disposti in modo simmetrico per consentire il confronto concettuale tra la vita di Cristo e quella di [[Mosè]], in un continuo parallelismo tendente ad affermare la superiorità del [[Nuovo Testamento]] sul [[Vecchio Testamento|Vecchio]] e a dimostrare la continuità della legge divina che dalle [[tavole della Legge]] si trasfigurava nel messaggio evangelico cristiano e infine veniva tramandato da Gesù a san Pietro e da questi ai suoi successori cioè gli stessi pontefici.
 
Botticelli si vide assegnare tre episodi e il 17 febbraio [[1482]] gli venne rinnovato il contratto per le pitture, ma il 20 dello stesso mese morì suo padre, costringendolo a tornare a Firenze, da dove non ripartì.
 
I tre affreschi eseguiti da Botticelli, con ricorso ad aiuti che un'opera di tale vastità richiedeva, sono le ''[[Prove di Mosè]]'', le ''[[Prove di Cristo]]'' e la ''[[Punizione di Qorah, Dathan e Abiram]]'', oltre ad alcune figure di papi ai lati delle finestre (tra cui ''Sisto II'') oggi molto deteriorate e ridipinte<ref name="S120">Santi, cit., pag. 120.</ref>.
 
In generale negli affreschi della Sistina Botticelli risultò più debole e dispersivo, con difficoltà nel coordinare le forme e la narrazione, che genera un insieme spesso frammentario, forse a causa dello spaesamento del pittore nell'operare su dimensioni e tematiche non congeniali e in un ambiente a lui estraneo<ref name="S120"/>.
 
=== Il rientro a Firenze ===
Tornato a Firenze, Botticelli dovette manifestare la sua decisione di non tornare a Roma, impegnandosi in nuove commissioni per la sua città. Il 5 ottobre [[1482]] ricevette l'incarico di decorare, con alcuni dei più qualificati artisti del momento, quali [[Domenico Ghirlandaio]], [[Perugino]] e [[Piero del Pollaiolo]], la ''[[Sala dei Gigli]]'' in [[Palazzo Vecchio]]. Alla fine il Ghirlandaio fu l'unico ad occuparsi dell'opera, e gli altri artisti finirono, per ragioni sconosciute, col non prendervi parte<ref name="S86"/>.
 
In ogni caso il soggiorno romano ebbe una sicura influenza su certi elementi figurativi della sua arte, con un rinnovato approccio ai motivi classici, derivato dalla visione di sarcofaghi antichi, e un più consapevole uso di elementi architettonici all'antica negli sfondi.
 
=== La serie di Nastagio degli Onesti ===
L'anno successivo, nel [[1483]], Botticelli ricevette la commissione medicea per quattro pannelli da [[Cassone (mobile)|cassone]] con le storie di ''[[Nastagio degli Onesti]]'', da una novella del ''[[Decameron]]''. Forse commissionate direttamente da [[Lorenzo il Magnifico]], erano un regalo in occasione del matrimonio tra Giannozzo [[Pucci]] e Lucrezia [[Bini (famiglia)|Bini]], avvenuto in quell'anno.
 
La trama della novella, ricca di elementi soprannaturali, consentì a Botticelli di fondere la vivacità narrativa della storia con un registro fantastico a lui non consueto e nonostante sia riscontrabile come gran parte dell'esecuzione fosse stata affidata ad aiuti di bottega, l'opera risulta tra le più originali e interessanti della sua produzione artistica.
 
I quattro episodi della novella sono:
* ''[[Nastagio degli Onesti, primo episodio|Primo episodio]]'': Nastagio vaga solo e addolorato in una pineta di [[Ravenna]] perché è stato respinto dalla figlia di Paolo [[Traversari]]; improvvisamente gli appare una donna inseguita da un cavaliere e dai suoi cani che la azzannano nonostante i suoi tentativi per difenderla.
* ''[[Nastagio degli Onesti, secondo episodio|Secondo episodio]]'': Nastagio (a sinistra) rimane inorridito quando vede che il cavaliere strappa il cuore della donna e lo dà in pasto ai suoi cani; poi miracolosamente la donna resuscita e l'inseguimento riprende (sullo sfondo al centro), finché non si ripete la stessa scena vista alcuni minuti prima. Nastagio chiede al cavaliere chi sia e lui gli rivela di essere un suo avo, Guido, suicidatosi dopo essere stato respinto dalla donna che amava; la punizione divina lo costringe pertanto insieme all'antica amata a riapparire nello stesso luogo per tanti anni quanti mesi la donna ne aveva deriso il sentimento.
* ''[[Nastagio degli Onesti, terzo episodio|Terzo episodio]]'': Nastagio decide di invitare ad un banchetto nel luogo dell'apparizione i [[Traversari]] con la figlia; alla solita ora appaiono nuovamente il cavaliere e la donna e tutti gli ospiti inorridiscono davanti alla scena. Nastagio ne spiega i motivi e la figlia del [[Traversari]], impaurita dalle conseguenze del suo rifiuto, acconsente finalmente a sposarlo.
* ''[[Nastagio degli Onesti, quarto episodio|Quarto episodio]]'': raffigura il ricco banchetto nuziale e sopra i capitelli si vedono gli stemmi della famiglia [[Pucci]], dei [[Medici]] e dei [[Bini (famiglia)|Bini]].
 
<gallery mode="packed" caption="La serie di ''Nastagio degli Onesti''">
File:Botticelli Prado 103.jpg|
File:Nastagio Degli Onesti II.jpg|
File:Botticelli Prado 49.jpg|
File:Botticelli, nastagio4.jpg|
</gallery>
 
=== La Villa di Spedaletto ===
Nel [[1483]] partecipò al più ambizioso programma decorativo avviato da [[Lorenzo il Magnifico]], la decorazione della [[villa di Spedaletto]], presso [[Volterra]], dove vennero radunati i migliori artisti sulla scena fiorentina dell'epoca: [[Pietro Perugino]], [[Domenico Ghirlandaio]], [[Filippino Lippi]] e Botticelli. Gli affreschi, che avevano una carattere squisitamente mitologico, come è noto, andarono completamente perduti<ref name="S86"/>.
 
=== La serie mitologica ===
==== ''Primavera'' ====
{{vedi anche|Primavera (Botticelli)}}
La ''[[Primavera (Botticelli)|Primavera]]'' è, con la ''[[Nascita di Venere]]'', l'opera più famosa di Botticelli. Non è chiaro se i due grandi dipinti, il primo su tavola, il secondo su tela, facessero ''pendant'', come li vide [[Vasari]] verso il [[1550]] nella [[villa medicea di Castello]].
 
Almeno per la ''Primavera'' pare assodato che fu commissionata da [[Lorenzo di Pierfrancesco de' Medici]], cugino di secondo grado del Magnifico, che pure era stato allievo di [[Marsilio Ficino]] e che in seguito fece realizzare all'artista anche un ciclo di affreschi (perduto) nella villa. La ''Primavera'' ha un soggetto non pienamente chiarito, in cui i personaggi mitologici sottintendono varie teorie dell'[[Accademia neoplatonica]] e, probabilmente, anche alcuni riferimenti al committente e al suo matrimonio ([[1482]]).
 
Una delle interpretazioni più verosimili vede il gruppo di figure come una rappresentazione dell'amor carnale istintivo (del gruppo di sinistra), che pure innesca il cambiamento in natura (la trasformazione in [[Flora (divinità)|Flora]]-Primavera) e viene poi sublimato, sotto lo sguardo di [[Venere (divinità)|Venere]] ed [[Eros]] al centro, in qualcosa di più perfetto (le Grazie, simbolo dell'Amore perfetto), mentre a destra [[Mercurio (divinità)|Mercurio]] scaccia le nubi col [[caduceo]] per una primavera senza fine. Venere sarebbe dunque l'ideale umanistico dell'amore spirituale, in una prospettiva purificatoria ascendente<ref>Santi, cit., pag. 107</ref>.
 
Il mito viene descritto in termini moderni, con una scena idilliaca dominata da ritmi ed equilibri formali sapientemente calibrati, come la linea armonica che definisce i panneggi, i gesti, i profili elegantissimi, fino ad esaurirsi nel gesto di Mercurio. Le figure spiccano con nitidezza sullo sfondo scuro, con una spazialità semplificata che ricorda gli arazzi, nella quale si colgono i primi segni della crisi del mondo prospettico-razionale del primo Quattrocento verso un più libero inserimento delle figure nello spazio<ref>Santi, cit., pag. 114</ref>.
 
==== ''Nascita di Venere'' ====
[[File:Nascita di Venere (Botticelli) 480.jpg|thumb|upright=1.4|La ''[[Nascita di Venere]]'']]
{{vedi anche|Nascita di Venere}}
Risale a un momento immediatamente successivo una delle opere più celebri dell'artista e del [[Rinascimento italiano]] in generale, la ''[[Nascita di Venere]]'', databile, come la ''Primavera'', nell'arco che va dal [[1477]] al [[1485]] circa. Le teorie più recenti rendono le due opere praticamente contemporanee, anche se è difficile che Botticelli abbia concepito i due dipinti entro il medesimo programma figurativo, anche per le differenze nella tecnica e nello stile. Contrariamente alla ''Primavera'', la ''Nascita di Venere'' non è citato negli inventari medicei del [[1498]], [[1503]] e [[1516]], ma sempre grazie alla testimonianza del [[Vasari]] nelle [[le Vite|Vite]] sappiamo che si trovava nella [[Villa di Castello]] nel [[1550]], quando egli vide le due opere esposte insieme nella residenza di campagna del ramo cadetto della famiglia.
 
Per quanto riguarda l'interpretazione, la scena rappresenterebbe il momento appena precedente a quello della ''Primavera'' (l'insediamento di Venere nel giardino di Amore), cioè quello dell'approdo dopo la nascita dalla spuma del mare alle coste dell'[[Isola di Cipro]], sospinta dall'unione dei venti [[Zefiro]] e [[Aura (mitologia)|Aura]], e accolta da una delle [[Ore]] che le sta stendendo un ricco mantello intessuto di fiori addosso<ref name="S114">Santi, cit., pag. 114.</ref>. Molti storici sembrano concordare sul legame strettissimo tra il dipinto ed un passo delle ''[[Stanze per la giostra|Stanze]]'' del [[Poliziano]]: la coincidenza quasi assoluta tra il racconto e la [[tela]] confermerebbe che si tratti di un'illustrazione relativa al poema del filosofo neoplatonico, con gli impliciti richiami agli ideali sull'amore che caratterizzavano questa corrente di pensiero<ref name="S114"/>.
 
La nascita di Venere sarebbe pertanto la venuta alla luce dell<nowiki>'</nowiki>''Humanitas'', intesa come allegoria dell'amore quale forza motrice della Natura. La figura della dea, rappresentata nella posa di ''[[Venus pudica]]'' (ossia mentre copre la sua nudità con le mani ed i lunghi capelli biondi), è la personificazione della ''Venere celeste'', simbolo di purezza, semplicità e bellezza disadorna dell'anima. Si tratta di uno dei concetti fondamentali dell'umanesimo neoplatonico, che ritorna sotto diversi aspetti anche in altri due dipinti del Botticelli realizzati all'incirca nello stesso periodo: la ''[[Pallade e il centauro]]'' e ''[[Venere e Marte (Botticelli)|Venere e Marte]]''.
 
La composizione è estremamente bilanciata e simmetrica, il [[disegno]] è basato su le linee elegantissime che creano giochi decorativi sinuosi e aggraziati. In ogni caso l'attenzione al disegno non si risolve mai in effetti puramente decorativi, ma mantiene un riguardo verso la [[plasticità (arte)|volumetria]] e la resa veritiera dei vari materiali, soprattutto nelle leggerissime vesti<ref name="DVC141">De Vecchi-Cerchiari, cit., pag. 141.</ref>. Il colore chiaro e nitido, derivato dalla particolare tecnica che imita l'affresco, intride di luce le figure, facendone risaltare la purezza penetrante della bellezza. Ancora più che nella ''Primavera'', la spazialità dello sfondo è piatta, bloccando le figure in una magica sospensione. La progressiva perdita dei valori prospettici fa collocare quest'opera dopo la ''Primavera'', in una fase in cui la "crisi" che investirà Firenze alla fine del secolo, è già più che mai avviata<ref name="U131">Galleria degli Uffizi, cit., pag. 131.</ref>.
 
==== ''Pallade che doma il Centauro'' ====
[[File:Botticelli, pallade e il centauro 480.jpg|thumb|upright=0.8|left|''[[Pallade e il centauro]]'']]
Anche ''[[Pallade che doma il centauro]]'' ([[1482]]-[[1484|84]]) è citata tra le opere presenti nel [[palazzo Medici Riccardi|palazzo]] di [[Via Larga]] negli inventari medicei insieme alla ''Primavera''; in base al pensiero neoplatonico, supportato da alcuni scritti di [[Marsilio Ficino]], la scena potrebbe essere considerata come l<nowiki>'</nowiki>''Allegoria della Ragione'', di cui è simbolo la dea che vince sull'istintualità raffigurata dal [[centauro]], creatura mitologica per metà uomo e per metà bestia.
 
È stata però proposta anche un'altra lettura in chiave politica del dipinto, che rappresenterebbe sempre in modo simbolico l'azione diplomatica svolta da [[Lorenzo il Magnifico]] in quegli anni, impegnato a negoziare una pace separata con il [[Regno di Napoli]] per scongiurare la sua adesione alla lega antifiorentina promossa da [[Sisto IV]]; in questo caso, il centauro sarebbe [[Roma]] e la dea la personificazione di [[Firenze]] (va notato infatti che essa porta l'[[alabarda]] ed ha la veste decorata con l'[[insegna]] personale di Lorenzo), mentre sullo sfondo si dovrebbe riconoscere il Golfo di Napoli.
[[File:Venus and Mars.jpg|thumb|upright=1.4|''[[Venere e Marte]]'']]
 
==== ''Venere e Marte'' ====
È una lettura essenzialmente in chiave filosofica quella invece proposta per un'altra allegoria raffigurante ''[[Venere e Marte (Botticelli)|Venere e Marte]]'', distesi su un prato e circondati da un gruppetto di [[satiro|satiri]] giocherelloni; la fonte d'ispirazione di Botticelli sembra ragionevolmente essere il ''[[Symposium]]'' di Ficino, in cui si sosteneva la superiorità della dea Venere, simbolo di amore e di concordia, sul dio Marte, simbolo di odio e discordia (era infatti il dio della guerra per gli antichi).
 
I satiri sembrano tormentare Marte disturbando il suo sonno, mentre ignorano del tutto Venere, vigile e cosciente; questa scena sarebbe la figurazione di un altro degli ideali cardine del pensiero neoplatonico, ossia l'armonia dei contrari, costituita dal dualismo Marte-Venere, anche se il critico Plunkett ha messo in evidenza come il dipinto riprenda puntualmente un passo dello scrittore greco [[Luciano di Samosata]], in cui viene descritto un altro dipinto raffigurante ''Le nozze di [[Alessandro Magno|Alessandro]] e [[Rossane]]''. L'opera potrebbe dunque essere stata realizzata per il matrimonio di un membro della famiglia [[Vespucci]], protettrice dei Filipepi (come dimostrerebbe l'inconsueto motivo delle api in alto a destra) e quindi questa iconografia sarebbe stata scelta come augurio nei confronti della sposa.
 
=== La ''Madonna del Magnificat'' ===
[[File:Magnificatio 480.jpg|thumb|''[[Madonna del Magnificat]]'']]
Lo spirito filosofico che pare avvolgere tutte le opere di Botticelli nella prima metà degli [[anni 1480|anni ottanta]], si estese anche a quelle di carattere religioso; ne è un significativo esempio il tondo con la ''[[Madonna del Magnificat]]'', eseguita tra il [[1483]] e il [[1485]] e dove secondo [[André Chastel]] egli cercò di coniugare il naturalismo classico con lo spiritualismo cristiano.
 
La Vergine è al centro, riccamente abbigliata, con la testa coperta da veli trasparenti e stoffe preziose ed i suoi capelli biondi si intrecciano con la sciarpa annodata sul petto; il nome del dipinto deriva dalla parola "Magnificat" che compare su un libro retto da due angeli, abbigliati come paggi che porgono alla Madonna il calamaio, mentre il Bambino osserva la madre e con la mano sinistra afferra una [[melagrana]], simbolo della resurrezione.
 
Sullo sfondo si intravede un paesaggio attraverso una finestra di forma circolare; la cornice di pietra dipinta schiaccia le figure in primo piano, che assecondano il movimento circolare della tavola in modo da far emergere le figure dalla superficie del dipinto, come se l'immagine fosse riflessa in uno specchio [[Lente convessa|convesso]] ed allo stesso tempo la composizione è resa ariosa grazie alla disposizione dei due angeli reggilibro in primo piano che conducono attraverso un'ideale diagonale verso il paesaggio sullo sfondo.
 
Un'altra committenza pubblica lo tenne occupato fino al [[1487]]: si tratta di un tondo per la sala delle Udienze della Magistratura dei Massai di Camera in [[Palazzo Vecchio]], forse la ''[[Madonna della melagrana (Botticelli)|Madonna della melagrana]]''<ref name="S86"/>.
 
=== La crisi irreversibile ===
[[File:Botticelli, incoronazione della vergine 480.jpg|thumb|''[[Incoronazione della Vergine (Botticelli)|Incoronazione della Vergine]]'' (''[[Pala di San Marco (Botticelli)|Pala di San Marco]]'')]]
A partire da questo periodo la produzione del pittore iniziò a rivelare i primi segni di una crisi interiore che culminò nell'ultima fase della sua carriera in un esasperato misticismo, volto a rinnegare lo stile per il quale egli si era contraddistinto nel panorama artistico fiorentino dell'epoca. La comparsa sulla scena politico-religiosa del predicatore ferrarese [[Savonarola]] determinò, soprattutto dopo la morte di [[Lorenzo il Magnifico]] (1492), un profondo ripensamento della cultura precedente, condannando i temi mitologici e pagani, la libertà nei costumi, l'ostentazione del lusso<ref name="S86"/>. Il frate attaccò duramente i costumi e la cultura del tempo, predicendo morte e l'arrivo del giudizio divino, e imponendo penitenza ed espiazione dei propri peccati. La discesa di [[Carlo VIII di Francia]] ([[1494]]) sembrò far avverare le sue profezie, per cui, al culmine del prestigio personale, Savonarola riuscì a fomentare la sommossa che scacciò [[Piero il Fatuo]] restaurando la [[Repubblica fiorentina]], nella cui organizzazione pare che il frate diede un contributo sostanziale.
 
Botticelli fu, insieme a molti altri artisti come [[Fra' Bartolomeo]] e il giovane [[Michelangelo]], profondamente influenzato dal nuovo clima. Si infransero le sicurezze fornite dall'umanesimo quattrocentesco, a causa del nuovo e turbato clima politico e sociale. Nel [[1497]] e [[1498]] i seguaci di Savonarola organizzarono diversi "[[falò delle vanità|roghi delle vanità]]", che non solo dovettero impressionare molto il pittore, ma innescarono in lui grossi sensi di colpa per aver dato volto a quel magistero artistico così aspramente condannato dal frate.
 
L'avversità di [[papa Alessandro VI]] e di altri stati italiani misero in crisi la popolarità del frate che, abbandonato dai suoi stessi concittadini, finì per essere scomunicato e poi condannato al rogo dopo un processo fortemente pilotato, subendo il supplizio in [[piazza della Signoria]] il 23 maggio [[1498]].
 
[[File:Botticelli, annunciazione di cestello 01 480.jpg|thumb|left|''[[Annunciazione di Cestello]]'']]
Che Botticelli fosse seguace militante del frate domenicano non è documentato, ma si trova un accenno della sua perorazione della causa savonaroliana nella ''Cronaca'' di Simone Filipepi in cui l'artista è rappresentato in un dialogo in cui trova ingiusta la condanna del frate. Alcune tematiche del frate domenicano si trovano dopotutto in sue opere più tarde, come la ''[[Natività mistica]]'' e la ''[[Crocifissione simbolica]]'', che testimoniano almeno una sua forte attrazione verso tale personalità. Non dovette essere un caso che dopo il [[1490]] Botticelli cambiò le tematiche della sua arte dedicandosi esclusivamente a temi sacri.
 
Le Madonne acquistano una fisionomia più che mai alta e longilinea, con lineamenti più affilati che danno loro un carattere ascetico (''[[Madonna Bardi]]'', ''[[Pala di San Barnaba]]'', [[1485]] circa), che dimostrano un più marcato [[plasticismo]] e uso del [[chiaroscuro]] oltre all'accentuata espressività dei personaggi. In altri casi il pittore arriva a ripristinare un arcaico fondo oro, come nella ''[[Pala di San Marco (Botticelli)|Pala di San Marco]]'' (1488-1490). A questi anni è sicuramente datata l<nowiki>'</nowiki>''[[Annunciazione di Cestello]]'' ([[1489]]-[[1490]])<ref name="S86"/>. Il 13 ottobre [[1490]] fu multato dagli Ufficiali di Notte e Monasteri, specializzati nel sanzionare i reati contro la moralità, per un'infrazione "contra ordinamenta" non specificata<ref name="S86"/>. Tra gli incarichi pubblici di quegli anni ci furono la decorazione a mosaico della Cappella di San Zanobi in [[Santa Maria del Fiore]], eseguita poi da [[David Ghirlandaio]], [[Gherardo di Giovanni|Gherardo]] e [[Monte di Giovanni]], e la partecipazione alla commissione, con [[Lorenzo di Credi]], [[Ghirlandaio]], [[Perugino]] e [[Alesso Baldovinetti]], per valutare i progetti per la facciata del Duomo, mai realizzata fino al XIX secolo<ref name="S86"/>.
 
==== La Calunnia ====
[[File:Botticelli, calunnia 01 480.jpg|thumb|upright=1.4|La ''[[Calunnia (Botticelli)|Calunnia]]'']]
Il vero "spartiacque" tra le due maniere però è la cosiddetta ''[[Calunnia (Botticelli)|Calunnia]]'' eseguita tra il [[1490]] e il [[1495]], un dipinto allegorico tratto da [[Luciano di Samosata|Luciano]], e riportato nel trattato dell'[[Leon Battista Alberti|Alberti]] che alludeva alla falsa accusa rivolta da un rivale al pittore antico [[Apelle (pittore)|Apelle]], di aver cospirato contro [[Tolomeo Filopatore]].
 
La complessa iconografia riprende anche stavolta fedelmente l'episodio originale e la scena viene inserita all'interno di una grandiosa aula, riccamente decorata di marmi e rilievi e affollata di personaggi; il quadro va letto da destra verso sinistra: il [[re Mida]] (riconoscibile dalle orecchie d'asino), nelle vesti del cattivo giudice, è seduto sul trono, consigliato da ''Ignoranza'' e ''Sospetto''; davanti a lui sta il ''Livore'', l'uomo con il cappuccio nero e la torcia in mano; dietro a lui è la ''Calunnia'', donna molto bella e che si fa acconciare i capelli da ''Perfidia'' e ''Frode'', mentre trascina a terra il ''Calunniato'' impotente; la vecchia sulla sinistra è la ''Penitenza'' e l'ultima figura di donna sempre a sinistra è la ''Verità'', con lo sguardo rivolto al cielo, come a indicare l'unica vera fonte di giustizia.
 
Nonostante la perfezione formale del dipinto, la scena si caratterizza innanzitutto per un forte senso di drammaticità; l'ambientazione fastosa concorre a creare una sorta di "tribunale" della storia, in cui la vera accusa sembra essere rivolta proprio al mondo antico, dal quale pare essere assente la giustizia, uno dei valori fondamentali della vita civile.
 
È una constatazione amara, che rivela tutti i limiti della saggezza umana e dei principi etici del classicismo, non del tutto estranea alla filosofia neoplatonica, ma che qui viene espressa con toni violenti e patetici, che vanno ben oltre la semplice espressione di malinconia notata sui volti dei personaggi delle opere giovanili di Botticelli.
[[File:The Mystical Nativity.jpg|thumb|''[[Natività mistica]]'', 1501, Londra, National Gallery]]
 
==== Il Compianto e la Natività mistica ====
[[File:Sandro Botticelli 015.jpg|thumb|''[[Compianto sul Cristo morto (Botticelli)|Compianto sul Cristo morto]]'', 1495 ca., Milano, [[Museo Poldi Pezzoli]]]]
Savonarola venne giustiziato il 23 maggio [[1498]], ma la sua esperienza aveva inferto dei colpi così duri alla vita pubblica e culturale fiorentina, che la città non si riprese mai del tutto.
 
Dopo la morte del Savonarola Botticelli non era più lo stesso e non poteva certamente tornare ad abbracciare i miti pagani come se nulla fosse successo. Il suo punto di vista è registrato nella ''Cronaca'' di [[Simone Filipepi]] (1499) in cui il pittore è descritto a colloquio con Dolfo Spini, uno dei giudici che aveva partecipato al processo di Savonarola, a proposito delle vicende che portarono alla condanna del frate. Le parole di Botticelli suonano come un rimprovero per una sentenza ritenuta ingiusta.
 
Le opere degli anni successivi appaiono sempre più isolate nel contesto cittadino e animate da una fantasia visionaria. Botticelli si rifugiò in un desolato ed acceso misticismo come attestano il ''[[Compianto sul Cristo morto (Botticelli)|Compianto sul Cristo morto]]'' di [[Milano]], praticamente contemporaneo alla ''[[Calunnia (Botticelli)|Calunnia]]'', con figure dai gesti patetici e il corpo di Cristo al centro che si arcua a semicerchio, e la ''[[Natività mistica]]'' del [[1501]]: Botticelli eseguì una scena dai toni apocalittici e dall'impianto arcaizzante, compiendo una consapevole regressione che arriva a rinnegare la costruzione prospettica, rifacendosi all'iconografia medievale che ordinava le figure in base alla gerarchia religiosa. La scritta in greco in alto (un ''unicum'' nella sua produzione), la danza degli angeli al di sopra della capanna e l'inedito motivo dell'abbraccio tra le creature celesti e gli uomini, costituiscono gli elementi di questa visione profetica sull'avvento dell'[[Anticristo]].
 
Botticelli voleva far entrare il dolore ed il ''pathos'' nelle sue composizioni, in modo da coinvolgere maggiormente lo spettatore, ma il suo tentativo di percorre a ritroso il cammino della vita e della storia, non incontrò né il favore, né la comprensione dei suoi contemporanei, che passata la "tempesta" savonaroliana, tentarono lentamente di tornare alla normalità. Del resto è solo nella produzione di Botticelli che le influenze del frate ebbero un effetto così duraturo.
 
=== Ultimi anni ===
[[File:Lapide Sandro Botticelli (chiesa di Ognissanti).JPG|thumb|left|La lapide in Ognissanti, dove figura con il suo vero nome Filipepi]]
[[File:Botticelli natività montecassino.jpg|thumb|upright=1.4|Natività di Botticelli, Museo [[Abbazia di Montecassino]]]]
Nel [[1493]] morì suo fratello Giovanni e nel [[1495]] concluse alcuni lavori per i Medici del ramo "Popolano", dipingendo per loro alcune opere per la [[villa del Trebbio]]. Nel [[1498]] i beni denunciati al catasto testimoniano un cospicuo patrimonio: una casa nel quartiere di [[Santa Maria Novella]] e un reddito garantito dalla [[villa di Bellosguardo]] nei dintorni di Firenze<ref name="S86"/>. {{citazione necessaria|Del [[1502]] è un suo celebre scritto relativo alla realizzazione di un giornaletto denominato ''beceri'', di carattere prevalentemente satirico, destinato ad allietare la lettura delle frange nobiliari della società rinascimentale. Tale progetto, tuttavia, restò tale, non essendo mai stato portato a compimento.}}
 
Nel [[1502]] una denuncia anonima lo accusò di [[sodomia]]. Nel registro degli Ufficiali di Notte, al 16 novembre di quell'anno, è riportato come il pittore "si tiene un garzone"... In ogni caso sia quest'episodio che quello di dodici anni prima si risolsero apparentemente senza danni per l'artista<ref>Stefano Sieni, ''La sporca storia di Firenze'', Le Lettere, Firenze 2002, pag. 52.</ref>.
 
La sua fama era ormai in pieno declino anche perché l'ambiente artistico, non solamente fiorentino, era dominato dal già affermato [[Leonardo da Vinci|Leonardo]] e dal giovane astro nascente [[Michelangelo]]. Dopo la ''[[Natività mistica]]'' Botticelli sembra rimanere inattivo. Nel [[1502]] scrisse una lettera a [[Isabella d'Este]] offrendosi, libero da impegni, per lavorare alla decorazione del suo [[studiolo di Isabella d'Este|studiolo]]<ref name="S88">Santi, cit., pag. 88.</ref>.
 
Nonostante fosse anziano e piuttosto in disparte il suo parere artistico doveva essere ancora tenuto in considerazione se nel [[1504]] venne incluso tra i membri della commissione incaricata di scegliere la collocazione più idonea per il [[David di Michelangelo]]<ref name="S88"/>.
 
Il pittore ormai anziano e quasi inattivo trascorse gli ultimi anni di vita isolato e in povertà, morendo il 17 maggio [[1510]]. Fu sepolto nella tomba di famiglia nella [[chiesa di Ognissanti (Firenze)|chiesa di Ognissanti]] a [[Firenze]]<ref name="S88"/>.
 
L'unico suo vero erede fu [[Filippino Lippi]], che condivise con lui l'inquietudine presente nella sua ultima produzione.
 
== Stile ==
Lo stile di Botticelli subì diverse evoluzioni nel tempo, ma fondamentalmente mantenne alcuni tratti comuni che lo rendono tutt'oggi ben riconoscibile, anche nel vasto pubblico. Gli input fondamentali della sua formazione artistica furono sostanzialmente tre: [[Filippo Lippi]], [[Andrea del Verrocchio]] e [[Antonio del Pollaiolo]]<ref name="S88"/>.
 
Dal Lippi, suo primo vero maestro, apprese a dipingere fisionomie eleganti e di una rarefatta bellezza ideale, il gusto per la predominanza del disegno e della linea di contorno, le forme sciolte, i colori delicatamente intonati, il calore domestico delle figure sacre<ref name="S88"/>. Dal Pollaiolo ricavò la linea dinamica e energetica, capace di costruire forme espressive e vitali con la forza del contorno e del movimento. Dal Verrocchio imparò a dipingere forme solenni e monumentali, fuse con l'atmosfera grazie ai fini giochi luministici, e dotate di effetti materici nella resa dei diversi materiali<ref name="S89">Santi, cit., pag. 89.</ref>.
 
Dalla sintesi di questi motivi Botticelli trasse un'espressione originale e autonoma del proprio stile, caratterizzato dalla particolare fisionomia dei personaggi, impostati a una bellezza senza tempo sottilmente velata di malinconia, dal maggiore interesse riservato alla figura umana rispetto agli sfondi e l'ambiente, e dal linearismo che talvolta modifica le forme a seconda del sentimento desiderato ("espressionismo"), quest'ultimo soprattutto nella fase tarda dell'attività.
 
Di volta in volta, a seconda dei soggetti e del periodo, prevalgono poi le componenti lineari o coloristiche o, infine, espressionistiche.
 
Nell'ultima produzione si affacciò il dilemma nel contrasto tra il mondo della cultura umanistica, con le sue componenti cortesi e paganeggianti, e quello del rigore ascetico e riformatore di [[Savonarola]], che portò l'artista a un ripensamento e a una crisi mistica che si legge anche nelle sue opere. I soggetti si fanno sempre più introspettivi, quasi esclusivamente religiosi, e le scene diventano più irreali, con la ripresa consapevole di arcaicismi quali il [[fondo oro]] o le [[proporzioni gerarchiche]]. In questa crisi però si trova anche il seme della rottura dell'ideale di razionalità geometrica del primo Rinascimento, in favore di una più libera disposizione dei soggetti nello spazio che prelude la sensibilità di tipo cinquecentesco<ref name="S158">Santi, cit., pag. 158.</ref>.
 
== Disegni ==
Di Botticelli resta anche una cospicua produzione di disegni. Spesso si tratta di opere preparatorie a dipinti, mentre altre volte furono opere indipendenti. L'esempio più celebre è dato dalle pergamene illustranti la ''[[Divina Commedia]]'', realizzate tra il [[1490]] e il [[1496]] per [[Lorenzo il Popolano]] e oggi disperse tra i [[Musei Vaticani]] e i [[Musei Statali di Berlino]]. In queste opere il linearismo è accentuato e il gusto è arcaizzante, con le figure che si muovono tra pochissimi dati ambientali<ref name="S158"/>.
 
A Botticelli sono anche attribuiti i cartoni di varie tarsie, come quelle delle porte della Sala dei Gigli in [[Palazzo Vecchio]] ([[1478]]) o alcune per lo [[studiolo di Federico da Montefeltro]] ([[1476]])<ref name="S159">Santi, cit., pag. 159.</ref>.
 
== Curiosità ==
* A Botticelli è stato intitolato il [[cratere Botticelli]], sulla [[superficie di Mercurio]].
* Il suo nome è incluso nella lista dei fantomatici Grandi Maestri del presunto [[Priorato di Sion]].
 
== Opere ==
=== Fase giovanile ===
* ''[[Madonna col Bambino degli Innocenti]]'', [[1465]]-[[1467]], tempera su tavola, 87×60&nbsp;cm, [[Firenze]], [[Galleria dello Spedale degli Innocenti]]
* '' [[Madonna col Bambino e un angelo (Botticelli)|Madonna col Bambino e un angelo]]'', 1465-1467, tempera su tavola, 110×70&nbsp;cm, [[Ajaccio]], [[Museo Fesch]]
* ''Adorazione dei Magi'', 1465-1470, tempera su tavola, 50×136&nbsp;cm, [[Londra]], [[National Gallery (Londra)|National Gallery]]
* ''[[Madonna col Bambino (Botticelli)|Madonna col Bambino]]'', [[1467]] circa, tempera su tavola, 71×51&nbsp;cm, [[Avignone]], [[Musée du Petit Palais]]
* ''[[Madonna della Loggia]]'', 1467 circa, tempera su tavola, 72×50&nbsp;cm, [[Firenze]], [[Galleria degli Uffizi]]
* ''Madonna col Bambino e un angelo adorante'', [[1468]] circa, tempera su tavola, 88×68&nbsp;cm, [[Pasadena (California)|Pasadena]], [[Norton Simon Museum]]
* ''[[Madonna col Bambino, due angeli e Giovanni Battista]]'', [[1468]] circa, tempera su tavola, 85×62&nbsp;cm, [[Firenze]], [[Galleria dell'Accademia]]
* '' [[Madonna col Bambino e due angeli (Botticelli)|Madonna col Bambino e due angeli]]'', [[1468]]-[[1469]] circa, tempera su tavola, 100×71&nbsp;cm, [[Napoli]], [[Museo di Capodimonte]]
* ''[[Ritratto di giovane (Botticelli)|Ritratto di giovane]]'', 1469 circa, tempera su tavola, 51×33,7&nbsp;cm, [[Firenze]], [[Palazzo Pitti]], [[Galleria Palatina]]
* ''[[Madonna in gloria di serafini]]'', [[1469]]-[[1470]], tempera su tavola, 120×65&nbsp;cm, [[Firenze]], [[Galleria degli Uffizi]]
* ''[[Madonna del Roseto (Botticelli)|Madonna del Roseto]]'', 1469-1470, tempera su tavola, 124×65&nbsp;cm, [[Firenze]], [[Galleria degli Uffizi]]
* ''[[Madonna delle Grazie (Botticelli)|Madonna delle Grazie]]'', (attribuzione incerta) 1470 circa, tempera su tavola, 80×58&nbsp;cm, [[Castellammare di Stabia]], collezione privata
* ''[[Fortezza (Botticelli)|Fortezza]]'', 1470 circa, tempera su tavola, 167×87&nbsp;cm, [[Firenze]], [[Galleria degli Uffizi]]
* ''[[Pala di Sant'Ambrogio]]'', 1470 circa, tempera su tavola, 170×194&nbsp;cm, [[Firenze]], [[Galleria degli Uffizi]]
* ''[[Madonna dell'Eucarestia]]'', 1470 circa, tempera su tavola, 84×65&nbsp;cm, [[Boston]], [[Isabella Stewart Gardner Museum]]
* ''[[Ritratto di Esmeralda Brandini]]'', [[1470]]-[[1475]], tempera su tavola, 65,7×41&nbsp;cm, [[Londra]], [[Victoria and Albert Museum]]
* ''Adorazione dei Magi'', 1470-1475, tempera su tavola, tondo, diam 131,5&nbsp;cm, [[Londra]], [[National Gallery (Londra)|National Gallery]]
* ''[[Ritorno di Giuditta a Betulia]]'', [[1472]] circa, olio su tavola, 31×24&nbsp;cm, [[Firenze]], [[Galleria degli Uffizi]]
* ''[[Scoperta del cadavere di Oloferne]]'', 1472 circa, tempera su tavola, 31×25&nbsp;cm, [[Firenze]], [[Galleria degli Uffizi]]
* ''[[San Sebastiano (Botticelli)|San Sebastiano]]'', [[1474]] circa, tempera su tavola, 195×75&nbsp;cm, [[Berlino]], [[Staatliche Museen]]
 
=== Prima fase medicea ===
* ''[[Ritratto d'uomo con medaglia di Cosimo il Vecchio]]'', 1474 circa, tempera su tavola, 57,5×44&nbsp;cm, [[Firenze]], [[Galleria degli Uffizi]]
* ''[[Adorazione dei Magi (Botticelli Uffizi)|Adorazione dei Magi]]'', 1475 circa, tempera su tavola, 111×134&nbsp;cm, [[Firenze]], [[Galleria degli Uffizi]]
* ''[[Adorazione del Bambino (Botticelli)|Adorazione del Bambino]]'', 1476-1477, affresco, 200×300&nbsp;cm, [[Firenze]], [[chiesa di Santa Maria Novella]]
* ''Santa Caterina d'Alessandria'', [[1475]] circa, [[Altenburg]], [[Lindenau-Museum]]
* ''[[Madonna del Mare]]'', [[1477]] circa, tempera su tavola, 60,5×49,5&nbsp;cm, [[Firenze]], [[Galleria dell'Accademia]]
* ''[[Ritratto di Giuliano de' Medici (Botticelli Washington)|Ritratto di Giuliano de' Medici]]'', 1478-1480, tempera su tavola, 75,6×52,6&nbsp;cm, [[Washington (distretto di Columbia)|Washington]], [[National Gallery of Art]]
* ''[[Ritratto di Giuliano de' Medici (Botticelli Bergamo)|Ritratto di Giuliano de' Medici]]'', 1478-1480 circa, tempera su tavola, 54×36&nbsp;cm, [[Bergamo]], [[Accademia Carrara]]
* ''[[Ritratto di Giuliano de' Medici (Botticelli Berlino)|Ritratto di Giuliano de' Medici]]'', 1478-1480 circa, tempera su tavola, 53×36&nbsp;cm, [[Berlino]], [[Gemäldegalerie (Berlino)|Gemäldegalerie]]
* ''Madonna Raczynski'', [[1477]] circa, tempera su tavola, tondo, diametro 135&nbsp;cm, [[Berlino]], [[Gemäldegalerie (Berlino)|Gemäldegalerie]]
* ''[[Sant'Agostino nello studio (Botticelli Ognissanti)|Sant'Agostino nello studio]]'', [[1480]], affresco, 152×112&nbsp;cm, [[Firenze]], [[chiesa di Ognissanti (Firenze)|chiesa di Ognissanti]]
* ''Cristo benedicente'', 1480 circa, tempera su tavola, 45×29&nbsp;cm, [[Detroit]], [[Detroit Institute of Arts]]
* ''Ritratto di giovane donna'', 1480 circa, olio su tavola, 47,5×35&nbsp;cm, [[Berlino]], [[Gemäldegalerie (Berlino)|Gemäldegalerie]]
* ''Natività'', tempera su tavola, tondo, [[Cassino]], Museo [[Abbazia di Montecassino]]
* ''[[Madonna del Magnificat]]'', [[1480]]-[[1481]], tempera su tavola, tondo, diametro 118&nbsp;cm, [[Firenze]], [[Galleria degli Uffizi]]
* ''Ritratto di dama'', [[1480]]-[[1485]], tempera su tavola, 82×54&nbsp;cm, [[Francoforte]], [[Städelsches Kunstinstitut]]
* ''[[Madonna del Libro (Botticelli)|Madonna del Libro]]'', 1480-1481 circa, tempera su tavola, 58×39,5&nbsp;cm, [[Milano]], [[Museo Poldi Pezzoli]]
* ''[[Annunciazione di San Martino alla Scala]]'', [[1481]], affresco staccato, 243×550&nbsp;cm, [[Firenze]], [[Galleria degli Uffizi]]
 
=== Roma ===
* ''Ritratti di papi'', 1481 circa, affreschi, [[Città del Vaticano]], [[Cappella Sistina]]
* ''[[Prove di Mosè]]'', [[1481]]-[[1482]], affresco, 348,5×558&nbsp;cm, [[Città del Vaticano]], [[Cappella Sistina]]
* ''[[Punizione dei ribelli]]'', 1481-1482, affresco, 348,5×570&nbsp;cm, [[Città del Vaticano]], [[Cappella Sistina]]
* ''[[Prove di Cristo]]'', 1481-1482, affresco, 345×555&nbsp;cm, [[Città del Vaticano]], [[Cappella Sistina]]
 
=== Seconda fase medicea ===
* ''[[Adorazione dei Magi (Botticelli Washington)|Adorazione dei Magi]]'', 1482 circa, tempera su tavola, 70×103&nbsp;cm, [[Washington (distretto di Columbia)|Washington]], [[National Gallery of Art]]
* ''[[Primavera (Botticelli)|Primavera]]'', [[1482]] circa, tempera su tavola, 203×314&nbsp;cm, [[Firenze]], [[Galleria degli Uffizi]]
* ''[[Pallade che doma il centauro]]'', 1482 circa, tempera su tela, 205×147,5&nbsp;cm, [[Firenze]], [[Galleria degli Uffizi]]
* ''Ritratto di giovane uomo'', [[1482]]-[[1483]], tempera su tavola, 41×31&nbsp;cm, [[Washington (distretto di Columbia)|Washington]], [[National Gallery of Art]]
* ''[[Venere e Marte (Botticelli)|Venere e Marte]]'', [[1483]] circa, tempera su tavola, 69×173,5&nbsp;cm, [[Londra]], [[National Gallery (Londra)|National Gallery]]
* ''[[Nastagio degli Onesti, primo episodio]]'', [[1483]] circa, tempera su tavola, 83×138&nbsp;cm, [[Madrid]], [[Museo del Prado]]
* ''[[Nastagio degli Onesti, secondo episodio]]'', 1483 circa, tempera su tavola, 82×138&nbsp;cm, [[Madrid]], [[Museo del Prado]]
* ''[[Nastagio degli Onesti, terzo episodio]]'', 1483 circa, tempera su tavola, 83×142&nbsp;cm, [[Madrid]], [[Museo del Prado]]
* ''[[Nastagio degli Onesti, quarto episodio]]'', 1483 circa, tempera su tavola, 83×142&nbsp;cm, [[Firenze]], collezione privata di [[palazzo Pucci]]
* ''[[Ritratto virile (Botticelli)|Ritratto virile]]'', 1483 circa, tempera su tavola, 37,5×28,2&nbsp;cm, [[Londra]], [[National Gallery (Londra)|National Gallery]]
* ''[[Madonna Bardi]]'', [[1485]], tempera su tavola, 185×180&nbsp;cm, [[Berlino]], [[Staatliche Museen]]
* ''[[Ritratto di giovane donna (Botticelli Pitti)|Ritratto di giovane donna]]'', [[1485]] circa, tempera su tavola, 61×40&nbsp;cm, [[Firenze]], [[Galleria Palatina]]
* ''[[Nascita di Venere]]'', [[1485]] circa, tempera su tela, 172,5×278,5&nbsp;cm, [[Firenze]], [[Galleria degli Uffizi]]
* '' [[Annunciazione (Botticelli New York)|Annunciazione]]'', 1485 circa, tempera e oro su tavola, 19,1×31,4&nbsp;cm, [[New York]], [[Metropolitan Museum]]
* ''Ciclo di villa Lemmi'', 1486 circa, affreschi trasferiti su tela, [[Parigi]], [[Musée du Louvre]]
** ''[[Venere e le tre Grazie offrono doni a una giovane]]'', 211×284&nbsp;cm
** ''[[Giovane uomo introdotto tra le Arti Liberali]]'', 238×284&nbsp;cm
* ''[[Madonna della melagrana (Botticelli)|Madonna della melagrana]]'', [[1487]], tempera su tavola, diametro 143,5&nbsp;cm, [[Firenze]], [[Galleria degli Uffizi]]
 
=== Ultima fase ===
* ''[[Pala di San Barnaba]]'', [[1488]] circa, tempera su tavola, 268×280&nbsp;cm, [[Firenze]], [[Galleria degli Uffizi]]
** ''Visione di sant'Agostino'', tempera su tavola di predella, 20×38&nbsp;cm
** ''Cristo nel sepolcro'', tempera su tavola di predella, 21×41&nbsp;cm
** ''Salomè con la testa di Giovanni Battista'', tempera su tavola di predella, 21×40,5&nbsp;cm
** ''Estrazione del cuore di sant'Ignazio'', tempera su tavola di predella, 21×40,5&nbsp;cm
* ''Madonna col Bambino, san Giovannino e angeli'', 1488-1490, tempera su tavola, tondo, diam 170&nbsp;cm, [[Roma]], [[Galleria Borghese]]
* ''[[Annunciazione di Cestello]]'', [[1489]]-[[1490]], tempera su tavola, 150×156&nbsp;cm, [[Firenze]], [[Galleria degli Uffizi]]
* ''Vergine adorante il Bambino'', [[1490]] circa, tempera su tavola, tondo, diam 59,6&nbsp;cm, [[Washington (distretto di Columbia)|Washington]], [[National Gallery of Art]]
* ''Vergine che adora il Bambino dormiente'', 1490 circa, tempera su tela, 122×80&nbsp;cm, [[Edimburgo]], [[National Gallery of Scotland]]
* ''[[Pala di San Marco (Botticelli)|Pala di San Marco]]'', [[1490]]-[[1492]], tempera su tavola, 378×258&nbsp;cm, [[Firenze]], [[Galleria degli Uffizi]]
** ''Incoronazione della Vergine e santi'', tempera su tavola di predella, 378×258&nbsp;cm
** ''San Giovanni Evangelista a Patmos'', tempera su tavola di predella, 21×269&nbsp;cm
** ''Sant'Agostino nella cella'', tempera su tavola di predella, 21×269&nbsp;cm
** ''Annunciazione'', tempera su tavola di predella, 21×269&nbsp;cm
** ''San Gerolamo penitente'', tempera su tavola di predella, 21×269&nbsp;cm
** ''Miracolo di sant'Eligio'', tempera su tavola di predella, 21×269&nbsp;cm
* '' [[Annunciazione (Botticelli Glasgow)|Annunciazione]]'', [[1490]] circa, tempera su tavola, 49,5×58,5&nbsp;cm, [[Glasgow]], [[Kelvingrove Art Gallery and Museum]]
* '' [[Sant'Agostino nello studio (Botticelli Uffizi)|Sant'Agostino nello studio]]'', [[1490]]-[[1494]], tempera su tavola, 41×27&nbsp;cm, [[Firenze]], [[Galleria degli Uffizi]]
* ''Ritratto di Michele Marullo Tarcaniota'', 1490-1495 circa, tempera su tela trasferita da tavola, 49×35&nbsp;cm, [[Barcellona]], Collezione Guardans-Cambó (esposto in prestito a lungo termine al Prado, Madrid).
* '' [[Madonna col Bambino e san Giovannino (Botticelli)|Madonna col Bambino e san Giovannino]]'', [[1490]]-[[1495]], tempera su tela, 134×92&nbsp;cm, [[Firenze]], [[Galleria Palatina]]
* ''Ritratto di Ser Piero Lorenzi'', 1490-1495, tempera su tavola, 50×36,5&nbsp;cm, [[Filadelfia (Pennsylvania)|Filadelfia]], [[Philadelphia Museum of Art]]
* ''[[Pala delle Convertite]]'', [[1491]]-[[1493]] circa, tempera su tavola, 215×192&nbsp;cm, [[Londra]], [[Courtauld Institute Galleries]]
** ''[[Maddalena che ascolta la predica di Cristo]]'', 18×42&nbsp;cm, [[Filadelfia (Pennsylvania)|Filadelfia]], [[Philadelphia Museum of Art]]
** ''[[Festa in casa di Simone]]'', 18×42&nbsp;cm, [[Filadelfia (Pennsylvania)|Filadelfia]], [[Philadelphia Museum of Art]]
** ''[[Noli me tangere (Botticelli)|Noli me tangere]]'', 18×42&nbsp;cm, [[Filadelfia (Pennsylvania)|Filadelfia]], [[Philadelphia Museum of Art]]
** ''[[Comunione e assunzione della Maddalena]]'', 118×42&nbsp;cm, [[Filadelfia (Pennsylvania)|Filadelfia]], [[Philadelphia Museum of Art]]
* '' [[Madonna del padiglione]]'', [[1493]] circa, tempera su tavola, tondo, diametro 65&nbsp;cm, [[Milano]], [[Pinacoteca Ambrosiana]]
* ''[[Calunnia (Botticelli)|Calunnia]]'', [[1494]]-[[1495]], tempera su tavola, 62×91&nbsp;cm, [[Firenze]], [[Galleria degli Uffizi]]
* ''Ritratto di Dante'', [[1495]] circa, tempera su tela, 54,7×47,5&nbsp;cm, [[Ginevra]], collezione privata
* ''[[Compianto sul Cristo morto (Botticelli)|Compianto sul Cristo morto]]'', 1495 circa, tempera su tavola, 107×71&nbsp;cm, [[Milano]], [[Museo Poldi Pezzoli]]
* ''[[Compianto sul Cristo morto con i santi Girolamo, Paolo e Pietro]]'', 1495 circa, tempera su tavola, 140×207&nbsp;cm, [[Monaco di Baviera|Monaco]], [[Alte Pinakothek]]
* ''[[Comunione di san Girolamo (Botticelli)|Comunione di san Girolamo]]'', 1495 circa, tempera su tavola, 34,5×25,4&nbsp;cm, [[New York]], [[Metropolitan Museum]]
* ''Giuditta con la testa di Oloferne'', [[1495]]-[[1500]], tempera su tavola, 36,5×20&nbsp;cm, [[Amsterdam]], [[Rijksmuseum]]
* ''Discesa dello Spirito Santo'', [[1495]]-[[1505]], olio su tavola, 207×229&nbsp;cm, [[Birmingham]], [[Birmingham Museum & Art Gallery]]
* ''[[Storie di Virginia]]'', [[1498]] circa, tempera su tavola, 85×165&nbsp;cm, [[Bergamo]], [[Accademia Carrara]]
* ''[[Storie di Lucrezia]]'', [[1498]] circa, tempera su tavola, 83,5×180&nbsp;cm, [[Boston]], [[Isabella Stewart Gardner Museum]]
* ''San Gerolamo'', [[1498]]-[[1505]], tempera su tela, 44,5×26&nbsp;cm, [[San Pietroburgo]], [[Ermitage]]
* ''San Domenico'', [[1498]]-[[1505]], tempera su tela, 44,5×26&nbsp;cm, [[San Pietroburgo]], [[Ermitage]]
* ''Cristo coronato di spine'', [[1500]] circa, tempera su tavola, 47,6×32,3&nbsp;cm, [[Bergamo]], [[Accademia Carrara]]
* ''Madonna col Bambino e san Giovanni Battista'', [[1500]] circa, tempera su tavola, 123,8×84,4&nbsp;cm, [[Boston]], [[Museum of Fine Arts (Boston)|Museum of Fine Arts]]
* ''Trasfigurazione con i santi Gerolamo e Agostino'', [[1500]] circa, tempera su tavola, 27,5×35,5&nbsp;cm, [[Roma]], [[Galleria Pallavicini]]
* ''[[Orazione nell'orto (Botticelli)|Orazione nell'orto]]'', [[1500]] circa, tempera su tavola, 53×35&nbsp;cm, [[Granada]], [[Museo de la Capilla Real]]
* ''Adorazione del Bambino'', [[1500]] circa, tempera su tavola, tondo, diam 125,7&nbsp;cm, [[Raleigh (Carolina del Nord)|Raleigh]], [[North Carolina Museum of Art]]
* ''Adorazione del Bambino'', [[1500]] circa, olio su tavola, tondo, diam 120,8&nbsp;cm, [[Houston]], [[Museum of Fine Arts (Houston)|Museum of Fine Arts]]
* ''Adorazione dei Magi'', [[1500]] circa, tempera su tavola, 108×173&nbsp;cm, [[Firenze]], [[Galleria degli Uffizi]]
* ''[[Natività mistica]]'', [[1501]], olio su tela, 108,5×75&nbsp;cm, [[Londra]], [[National Gallery (Londra)|National Gallery]]
* ''[[Battesimo ed elezione a vescovo di san Zanobi]]'', [[1500]]-[[1505]], tempera su tavola, 66,5×149,5&nbsp;cm, [[Londra]], [[National Gallery (Londra)|National Gallery]]
* ''[[Tre miracoli di san Zanobi (Botticelli Londra)|Tre miracoli di san Zanobi]]'', [[1500]]-[[1505]], tempera su tavola, 65×139,5&nbsp;cm, [[Londra]], [[National Gallery (Londra)|National Gallery]]
* ''[[Tre miracoli di san Zanobi (Botticelli New York)|Tre miracoli di san Zanobi]]'', [[1500]]-[[1505]], tempera su tavola, 67,3×150,5&nbsp;cm, [[New York]], [[Metropolitan Museum]]
* ''[[Ultimo miracolo e morte di san Zanobi]]'', [[1500]]-[[1505]], tempera su tavola, 66×182&nbsp;cm, [[Dresda]], [[Gemäldegalerie (Dresda)|Gemäldegalerie]]
* ''[[Crocifissione simbolica]]'', [[1502]] circa, tempera su tela, 73,5×50,8&nbsp;cm, [[Cambridge (Massachusetts)]], [[Fogg Art Museum]]
 
== Note ==
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== Bibliografia ==
* [[Giorgio Vasari]], ''[[Vite de' più eccellenti architetti, pittori, et scultori italiani, da Cimabue insino a' tempi nostri]]'', [[Giunti]], Firenze 1568.
* Bruno Santi, ''Botticelli'', in ''I protagonisti dell'arte italiana'', Scala Group, Firenze 2001. ISBN 88-8117-091-4
* G. Cornini, ''Botticelli'', in Art e Dossier, n. 49, settembre 1990, pp.&nbsp;3–47.
* F. Strano, ''Botticelli'', in Gedea Le Muse, VI, Novara, Ist. Geografico De Agostini, 2004.
* ''Sandro Botticelli e la cultura della cerchia medicea'', Storia dell'arte italiana, II, diretta da Carlo Bertelli, Giuliano Briganti e Antonio Giuliano, Milano, Electa, 1990, pp.&nbsp;292–299.
* Ilaria Taddei, ''Botticelli'', Firenze, Ministero per i Beni e le Attività culturali, 2001.
* AA.VV., ''Galleria degli Uffizi'', collana ''I Grandi Musei del Mondo'', Roma 2003.
* Chiara Garzya," 'Zephiro torna, e 'l bel tempo rimena'; a proposito della Primavera di Botticelli", in "[[Critica letteraria (rivista)|Critica letteraria]]", 130, anno XXXIII, fasc. II, N.127/2005.
* "L'opera completa del Botticelli", Classici dell'Arte Rizzoli, Milano, 1978.
 
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== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|http://www.googleartproject.com/museums/uffizi/the-birth-of-venus|La nascita di Venere su Google art}}
* {{cita web|http://www.owlstand.com/exhibition/room/690ca08a-f675-432d-adbc-f8dc16da0ae6|Opere di Sandro Botticelli}}
 
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