Castelromano: differenze tra le versioni

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L'attuale abitato, posto a circa 500 m a sud delle rovine sannitiche, trae origine da un insediamento militare di origine longobarda chiamato Armagnum inizialmente popolato da pochi coloni.
Il toponimo “Armagnum” deriva dal termine longobardo “Harimann” ovvero uomo dell’esercitodell'esercito da Heer-, esercito e -Mann, uomo.
Gli arimanni erano gruppi di uomini liberi con pieni diritti civili, non soggetti in schiavitù, che si ponevano al servizio dei re o dei duca per sopperire alle esigenze di difesa del regno longobardo, maggiormente richieste nelle zone soggette alle invasioni degli Slavi e degli Avari.
Ad essi venivano assegnate terre, nelle adiacenze delle città o in località strategiche, col compito di coltivarle e difenderle.
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Armagnum viene citato per la prima volta nel [[Catalogus Baronum]] (1150), con il quale si assegnava il feudo a Roberto
de Rocca, feudatario del conte normanno Ugo II di Molhouse (o de Molinis o Molisio), Signore di Molise.
Una seconda conferma dell’esistenzadell'esistenza del luogo, in epoca normanna, è data da un rendiconto redatto durante il pontificato di papa Lucio III, sullo stato e i possedimenti della diocesi (1192), nel quale si legge che presso il popolo di Armana si venera la Santa Croce.
Ulteriore citazione si ha in una autorevolissima fonte letteraria a proposito delle decime pagate per l’annol'anno 1309 nella Diocesi di Isernia ove è riportato una citazione in cui l'Arciprete di Castro Armani si impegna a versare la propria parte.
 
Considerato come fondo rustico, l'abitato ed il territorio di Castelromano furono più volte ceduti come latifondo fino al 1418 quando Giacomo, Barone della Famiglia dei Montaquila di Gaeta, nominato vescovo, essendo venuto in possesso del feudo, lo cedette in dono alla Mensa vescovile della Curia di Isernia a cui è appartenuto fino alla scomparsa della feudalità (1811) ma che per parte ha conservato fino agli inizi del XXI quando gli attuali abitanti hanno riscattato la restante parte del feudo.