Concilio Lateranense V: differenze tra le versioni

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Dopo essere stato eletto [[papa]], [[papa Giulio II|Giulio II]] promise sotto giuramento che avrebbe presto convocato un Concilio di riforma. Tuttavia, il tempo passò e la sua promessa non venne mantenuta.
 
In conseguenza di ciò, alcuni [[cardinale|cardinali]] insoddisfatti, sollecitati anche dall’imperatoredall'imperatore [[Massimiliano I d'Asburgo|Massimiliano]] e da [[Luigi XII di Francia]], convocarono un concilio a Pisa, fissando la data del 1º settembre [[1511]] per la sua apertura.
Questo evento fu rimandato fino al 1º ottobre.
Quindi quattro cardinali, con le procure dei tre cardinali assenti, si incontrarono a [[Pisa]].
Anche numerosi [[vescovo|vescovi]] ed [[abate|abati]] si incontrarono lì così come ambasciatori del [[Re di Francia]].
Si tennero sette o otto sessioni e, durante l’ultimal'ultima di queste, papa Giulio II venne sospeso, dopodiché i prelati si trasferirono a [[Lione]].
 
==La convocazione del concilio==
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Rimproverò, quindi, i cardinali ribelli per la loro condotta e per l'inopportunità di convocare la Chiesa universale indipendentemente dal suo capo. Fece loro notare che i tre mesi da loro fissati per l'assemblea di tutti i vescovi a Pisa erano un tempo insufficiente, e che la suddetta città non aveva nessun requisito necessario per un'assemblea di tale importanza.
Infine dichiarò che nessuna importanza poteva essere attribuita all’iniziativaall'iniziativa dei cardinali. La bolla fu firmata da 21 cardinali.
 
==L'apertura e gli atti del concilio==
[[Image:Marcello - In quarta Lateranensis Concilii sessione habita oratio - 4591604.tif|thumb|''In quarta Lateranensis Concilii sessione habita oratio'']]
La vittoria dei francesi a [[Ravenna]] (11 aprile [[1512]]) impedì l’apertural'apertura del concilio fino al 3 maggio, quando i padri si incontrarono nella basilica del Laterano. Erano presenti 15 cardinali, i [[patriarca (cristianesimo)|patriarchi]] di [[patriarcato di Alessandria|Alessandria]] e [[patriarcato di Antiochia|Antiochia]], 10 [[arcivescovo|arcivescovi]], 56 [[vescovo|vescovi]], alcuni [[abate|abati]] e capi di [[ordine religioso|ordini religiosi]], l'[[ambasciatore]] di [[Ferdinando II d'Aragona]], e quelli di [[Venezia]] e [[Firenze]]. I lavori furono aperti da una prolusione dell'[[ordine agostiniano|agostiniano]] [[Egidio da Viterbo]], che denunciò senza remore i mali della [[chiesa cattolica|Chiesa]], suscitando profonda emozione nell'assemblea; di questa prolusione è rimasta celebre la frase: ''Sono gli uomini che devono essere trasformati dalla religione, non la religione dagli uomini''.
 
I decreti conciliari furono pubblicati sotto forma di [[Bolla pontificia|bolle pontificie]]. Convocata da Giulio II, l'assemblea gli sopravvisse, continuò sotto [[papa Leone X]], e tenne la sua dodicesima ed ultima sessione il 16 marzo [[1517]]. Durante la terza sessione [[Matthäus Lang von Wellenburg]], vescovo di [[diocesi di Gurk|Gurk]], che aveva rappresentato Massimiliano al [[concilio di Tours]], lesse un atto con il quale l'imperatore ripudiava tutto ciò che era stato fatto ai concili di Tours e di Pisa. Durante la quarta sessione l'avvocatura del concilio chiese la revoca della Sanzione Pragmatica di Bourges. Nell'ottava (17 dicembre [[1513]]), venne letto un documento di re Luigi XII, che disconosceva il Concilio di Pisa e aderiva al Concilio Laterano.
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Durante le varie sessioni del concilio, furono emanati, sotto forma di [[Bolla pontificia|bolle pontificie]], diversi decreti, alcuni dottrinali ed altri di riforma:
* [[Cum Tam Divino]]: [[Papa Giulio II|Giulio II]] fece promulgare dal concilio una sua bolla, già pubblicata il 19 febbraio [[1505]], sulla invalidità delle elezioni pontificie macchiate di [[simonia]];
* [[Apostolici Regiminis]]: pubblicata da [[Papa Leone X|Leone X]] il 19 dicembre [[1513]], sull'immortalità dell’dell'[[anima]] (contro le teorie filosofiche degli [[averroismo|averroisti]]) e sulla sottomissione della verità filosofica a quella teologica;
* [[Supernae Dispositionis]]: pubblicata da [[Papa Leone X|Leone X]] il 5 maggio [[1514]] come decreto di riforma della Curia romana; essa riguarda inoltre la libertà ecclesiastica e la dignità episcopale e condanna alcune esenzioni non autorizzate;
* [[Regimini Universalis Ecclesiae]]: pubblicata da [[Papa Leone X|Leone X]] il 4 maggio [[1515]], per riformare alcuni abusi presenti nella Chiesa, e rispondere in questo modo all'invocazione di riforma ''in capite et membris'' che proveniva dalla base;