Matthew Lukwiya: differenze tra le versioni

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Margaret fu alla fine avvisata il giovedì pomeriggio e arrivò la mattina dopo. Ad ogni modo, i colleghi di Matthew furono rigidi nei protocollo . La moglie fu costretta a sedersi su una stuoia ad almeno tre piedi di distanza dal suo letto, le fu accordato di afferrare un piede del marito dopo aver indossato tre paia di guanti. La domenica il suo respiro divenne così affannoso che fu dotato di un respiratore, ma il lunedì mattina il livello di ossigeno nel suo sangue cominciò a crescere e il battito tornò normale. Sembrava che Matthew potesse guarire, ma più tardi i polmoni cominciarono a sanguinare, fu uno scenario orribile. Lukwiya morì alle 1.20 del mattino, il 5 dicembre del 2000. Quando Margaret fu informata e giunse in reparto, il corpo era già stato avvolto in un sacchetto di polietilene. Quando la donna chiese se avesse potuto abbassare di poco la cerniera per dare un ultimo sguardo al marito le fu rifiutato, il corpo era troppo infetto per poter correre un rischio del genere.<ref name="nyt" />
La morte di Matthew fu un evento estremamente drammatico e significativo non solo per l'ospedale, ma per tutti coloro che stavano fronteggiando l'epidemia in quel periodo. Lukwiya aveva fornito un contributo decisivo nell'identificazione e nel controllo del virus, ma soprattuto era stato fonte di ispirazione per tutti e motore fondamentale in quell'incessante lotta contro l'Ebola.
"L'ultima persona ce poteva morire: chiunque altro ma non lui. [...] Ebola l'ha scoperta lui, Ebola lui l'ha fermata. Non fosse arrivato di corsa dal suo impegno di studio a Kampala, nessuno lo avrebbe identificato Ebola prima che devastasse l'ospedale e l'intera regione. Se Ebola è stata contenuta è soltanto perchè Mathhew ha intuito, ha sentito che c'era qualcosa di strano. Chi ha ucciso mio fratello Matthew? Non certo la sua imprudenza, nè la sua l'incapacità di difendersi.
Non fosse arrivato di corsa dal suo impegno di studio a Kampala, nessuno lo avrebbe identificato Ebola prima che devastasse l'ospedale e l'intera regione. Se Ebola è stata contenuta è soltanto perchè Mathhew ha intuito, ha sentito che c'era qualcosa di strano.
Chi ha ucciso mio fratello Matthew?
Non certo la sua imprudenza, nè la sua l'incapacità di difendersi.
L'ha ucciso la sua vocazione! La sua totale dedizione agli altri, il suo consapevole e razionale vivere ai bordi della sopravvivenza, sulla lama della vita, col sorriso e l'allegria che non gli sono mai mancati."<ref name=":0" />
 
"E' necessario che una persona muoia perchè il mondo scopra la sua insita grandezza? La risposta è spesso affermativa, ma nel caso di Matthew Lukwiya la risposta è no! [...] Il suo lavoro è concluso, ma la memoria della sua vita rimarrà intresìcciata al tessuto del St. Mary's, un esempio per molti altri."
 
"Il 5 Dicembre fu la centosessantaseiesima vittima di Ebola.[...] Perchè è stato sopraffatto proprio da un microbo così piccolo? [...] A volte una brava persona deve morire al fine di portare agli altri la ragione. Lukwiya amò e servì la sua gente al punto di perdere la vita."
 
"Matthew era come un soldato che mette la sua vita a rischio per proteggere i suoi concittadini"
 
"Non riusciva a vedere la gente soffrire senza fare niente. Non poteva fare a meno di aiutare anche quando significava solo accompagnare i pazienti ad una morte più dignitosa"