Vittorio Gasparini: differenze tra le versioni

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==La formazione==
Crebbe ad [[Albino (Italia)|Albino]] ([[Bergamo|Bg]]) dall’etàdall'età di sei anni<ref name=calvi>{{cita libro | cognome=Calvi| nome=Angelo | titolo=Vittorio Gasparini, cattolico, seppe resistere | editore=TERA MATA | città=Bergamo | anno=2012 |capitolo=Dati biografici }}</ref>. Diplomatosi all’Istitutoall'Istituto Tecnico Commerciale a [[Bergamo]], vi si trasferì nel 1932. Iscritto alla facoltà di economia e commercio dell’dell'[[Università Ca' Foscari Venezia|Università Cà Foscari]] di [[Venezia]], nel 1934 si iscrisse al circolo di Bergamo della [[Federazione Universitaria Cattolica Italiana|Federazione Universitari Cattolici Italiani (F.U.C.I.)]] e nel 1935 al Movimento Laureati Cattolici. Fra questi intellettuali cattolici, una minoranza rispetto ai [[Gruppo Universitario Fascista|Gruppi Universitari Fascisti]], trovò nel vescovo di Bergamo mons. [[Adriano Bernareggi]] una guida e un sostegno<ref name=Amadei>{{cita libro | cognome=Amadei| nome=Roberto | titolo=Motivi ispiratori della pastorale di Mons. Adriano Bernareggi, in Saggi storici sulla Chiesa di Bergamo nell’Età Contemporanea a cura di Goffredo Zanchi| editore=Glossa | città=Milano | anno=2010 }}</ref>.
 
La posizione di questa parte del mondo cattolico è stata definita di “afascismo”, categoria introdotta nella storiografia da [[Renato Moro]], «di presa di distanza dal fascismo stesso senza che ciò si traducesse necessariamente in una opposizione esplicita»<ref name=Giuntella>{{cita libro | cognome=Giuntella| nome=Maria Cristina | titolo=La Fuci tra modernismo, Partito Popolare e fascismo | editore=Studium | città=Roma |anno=2000 }}</ref>), come era stata quella di [[Luigi Sturzo]] ed [[Alcide De Gasperi]], non sostenuta da [[papa Pio XI]].
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==L'azione==
Vittorio Gasparini, capitano di complemento degli [[Alpini]] e dirigente industriale, coniugato con Ernestina Marconi nel 1940, padre di Angiola nel 1941, il secondogenito Pietro nascerà due anni dopo, entrò nel 1941 nella direzione amministrativa dello stabilimento di [[Colleferro]] (Roma) del complesso industriale chimico [[Bombrini Parodi Delfino]] (B.P.D.) e per questo fu esonerato dalla chiamata alle armi.
A Roma rimase in contatto con i laureati cattolici e conobbe [[Paolo Bonomi]], altro dirigente amministrativo della B.P.D. e comandante del raggruppamento [[Resistenza romana|bande partigiane]] di Colleferro Carpineto, poi [[Ricompense al valor militare|medaglia di bronzo al V.M.]], partecipe delle riunioni clandestine che, con [[Alcide De Gasperi]], alla fine del 1942 e all’inizioall'inizio del 1943, portarono alla stesura delle [[Idee ricostruttive della Democrazia Cristiana]]. Vittorio Gasparini così «fu partecipe» (“Il popolo”, 10 agosto 1945) dell’attivitàdell'attività della [[Democrazia Cristiana]] romana.
Dopo l’armistiziol'armistizio dell’dell'[[Proclama Badoglio dell'8 settembre 1943|8 settembre 1943]] «si prestava volontariamente a cooperare con il fronte clandestino di resistenza nella [[Marina Militare]] (dalla Motivazione della [[Medaglia d'oro al valor militare|M.O.]]), collaborando con il Servizio Strategico ([[Office of Strategic Services|OSS]]) della [[United States Army North|5ª Armata Americana]]. Nel gennaio 1944 si trasferì in Alta Italia, da aprile in veste di dirigente dello stabilimento B.P.D. di [[Montichiari]] ([[Brescia]]), «come copertura della sua attività clandestina a Milano in «Piazza Fiume»<ref name=Belotti>{{cita libro |cognome=Belotti | nome=Giuseppe |titolo=I cattolici di Bergamo nella resistenza |volume=2 |editore=Minerva Italica |città=Bergamo |anno=1977 }}</ref>. Qui era posto un centro radio, con un apparecchio trasportatovi da Roma, per segnalazioni sull’attivitàsull'attività tedesca e sulla produzione industriale bellica a favore degli occupanti e per collegare cellule partigiane del Nord Italia. In questa zona Gasparini compì numerosi viaggi, soprattutto per raccogliere fondi per la resistenza, avendo a disposizione una Fiat e documenti procurati, per lui e per un collaboratore, dottor Beltrami, da un altro dirigente della B.P.D., l’ingl'ing. Giovanni “Nino” Cecchini, appartenente alle [[Brigate Fiamme Verdi|Fiamme Verdi]].
 
Nella terza decade di maggio, il centro radio clandestino di Gasparini fu localizzato, lui arrestato a [[Montichiari]], il collaboratore ing. Bellini a [[Brescia]]; Cecchini il 30 maggio a Milano.
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==La passione==
Nel carcere milanese di [[Carcere di San Vittore|San Vittore]], per una settimana, Gasparini fu sottoposto al digiuno totale. Quindi, forse a seguito di minacce di ritorsioni sui familiari, si assunse ogni responsabilità per il centro radio, scagionando Nino Cecchini. Questi, per altro, dopo violenti interrogatori che ne minarono il fisico, fu scarcerato alla fine di luglio.
Gasparini, affetto da febbri, fu trasferito nell’infermerianell'infermeria del carcere, a fianco del giornalista [[Indro Montanelli]]. La moglie Ernestina, corrompendo una guardia, riuscì a comunicare con lui e a parlargli. Gasparini si fece portare la [[Bibbia]] e l’l'[[Imitazione di Cristo]]. Forze esterne si preparavano a farlo uscire dal carcere. Per sollecitazioni del generale [[Rodolfo Graziani|Graziani]] e del card. [[Alfredo Ildefonso Schuster|Schuster]], con l’interventol'intervento dell’ambiguodell'ambiguo doppiogiochista “dottor Ugo”, [[Luca Osteria]], il 1º agosto [[Indro Montanelli|Montanelli]] uscì dal carcere<ref name=Broggini>{{cita libro | cognome=Broggini |nome=Renata |titolo=Passaggio in Svizzera. L’anno nascosto di Indro Montanelli |editore=Feltrinelli |città=Milano |anno=2007}}</ref>.
Il 10 agosto, dopo un attentato avvenuto due giorni prima in viale degli Abruzzi, i tedeschi procedettero alla fucilazione di quindici esponenti della [[Resistenza italiana|resistenza]] antifascista. Poco dopo le 4.30 del mattino Vittorio Gasparini ebbe il tempo di scrivere a matita bigliettini di addio. Si affida a «Dio misericordioso»; il breve saluto ai figli riporta l’oral'ora, le 6 del mattino, in cui si alzerà il suo grido: «Viva l’Italial'Italia».
I corpi dei Quindici fucilati a [[Strage di Piazzale Loreto|Piazzale Loreto]], che da quel giorno per [[Milano]] fu luogo simbolo della [[Resistenza italiana|Resistenza]] e dell’Antifascismodell'Antifascismo, furono esposti fino al tardo pomeriggio<ref>{{cita libro |titolo=Alle fronde dei salici. 15 vite per la libertà |editore=ANPI zona 3 | città=Milano |anno=2007 }}</ref>.
 
==La memoria==
La morte dei Quindici a [[Strage di Piazzale Loreto|Piazzale Loreto]] fu celebrata da poeti come [[Alfonso Gatto]], nel dicembre 1944, [[Salvatore Quasimodo]] nell’agostonell'agosto 1952, [[Franco Loi]], che, adolescente, era stato testimone della strage, nel 1970-1971<ref name=castoldi>{{cita libro | cognome=Castoldi| nome=Massimo | titolo=I martiri di Piazzale Loreto nella memoria di tre poeti: Alfonso Gatto, Salvatore Quasimodo, Franco Loi |editore=«Poetiche», rivista di letteratura | anno= vol.9 n.1 2007}}</ref>.
A Vittorio Gasparini hanno dedicato una via i comuni di [[Albino (Italia)|Albino]], [[Ambivere]], [[Bergamo]] e [[Dalmine]], che ne ricordano periodicamente la figura. Nel 2011 la ricostituita Sezione ANPI di Albino è stata a lui intitolata, insieme con Ercole Piacentini, esponente dell’altrodell'altro grande movimento culturale e politico, i cui rappresentanti caddero a Piazzale Loreto e che fondò la [[Costituzione della Repubblica Italiana|Costituzione Italiana]], quello comunista. Nell’ottobreNell'ottobre 2012 la Sezione ANPI di Albino ha pubblicato un primo libro di Memorie partigiane, Vittorio Gasparini, cattolico, seppe resistere, edizioni Tera Mata<ref name="calvi"/>.
 
==Note==