Medicina etrusca: differenze tra le versioni

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La comparazione con le applicazioni attuali delle [[terme|acque termali]] permette di pensare anche al loro utilizzo in antico per [[calcolosi]], infiammazioni gastro-intestinali, [[dispepsia|dispepsie]], [[epatopatie]], [[foruncolo|foruncolosi]], [[dermatiti]]. Le acque salutari dell’Etruria, dal punto di vista della temperatura, possono essere definite: Ipertermali (40°), Omotermali (40-30°), Fredde (sotto i 20°).
 
Per l'aspetto mineralogico, le acque sono classificabili in: [[Oligominerali]], Mediominerali, Solfuro-Alcalino-Terrose, Ferruginose. La terapia, data la catalogazione mineralogica delle acque termali, poteva articolarsi in: Crenopinoterapia, crenobalneoterapia, crenolutoterapia.
 
==Le erbe medicinali==
La prima [[terapia]] che l'uomo ha escogitato è stata ricercare quanto offerto dalla [[natura]], traendo insegnamento dall'utilizzo, esterno ed interno, delle sostanze contenute nelle [[erbe]] e nelle [[piante]] di cui l'Etruria ,di oltre 2000 anni fa, era ricchissima. E' probabile tuttavia che non si avesse sempre chiaro il dosaggio adeguato e quindi la demarcazione fra [[veleno]] e rimedio.
 
Una pianta medicinale in uso presso gli Etruschi era il myriophillon o millefolium, il cui succo, unito a grasso di maiale, formava una pomata efficace per curare le ferite e consolidare i tendini dei buoi tagliati dal vomere. Ai fiori e alle foglie del millefoglio, erba perenne rizomatosa della famiglia Compostae Asterroideae, si riconoscono oggi anche proprietà antispasmodiche, diuretiche e toniche. Se applicato localmente è effettivamente cicatrizzante ed è decongestionante delle mucose. Della pianta del Lino, gli Etruschi usavano probabilmente il seme che serviva come farmaco con proprietà emollienti e antiinfiammatorie. Teofrasto ricorda la tradizione greca di utilizzare la parte tenera vicina alle radici come nutrimento specifico dei bambini ed è probabile che anche gli Etruschi conoscessero tale pratica. Ancora in epoca augustea, Ovidio raccomandava il Semen Tuscum per la cosmesi femminile. Doveva trattarsi probabilmente di Triticum spelta macinato, fornente una farina da usarsi come amido in alcune maschere facciali.