Aturia: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
RolloBot (discussione | contributi)
m Bot: Correzione di uno o più errori comuni
m apostrofo tipografico
Riga 56:
 
==Descrizione==
Questo parente dell’attualedell'attuale ''[[Nautilus (mollusco)|Nautilus]]'' era caratterizzato da una [[conchiglia]] suddivisa internamente in camere da setti, di forma discoidale, fortemente involuta (con totale ricoprimento dei giri interni da parte dell’ultimodell'ultimo giro) e compressa (con altezza del giro decisamente superiore alla larghezza massima), con profilo del giro sub-triangolare e ventre arrotondato. I fianchi sono appiattiti e convergenti verso il ventre con un angolo di circa 20°. L’ombelicoL'ombelico è puntiforme e si trova all’incircaall'incirca nel centro della conchiglia. La camera di abitazione è relativamente corta (circa 156° a partire dal peristoma: meno di metà dell’ultimodell'ultimo giro). Non vi è ornamentazione, e quindi la superficie esterna della conchiglia si presenta completamente liscia. Gli esemplari fossili, quando conservati allo stato di [[fossilizzazione|modello interno]], mostrano delle caratteristiche linee radiali con andamento a "''zigzag''", che costituiscono la linea di sutura (o linea lobale). Queste linee rappresentano la traccia dell'inserzione dei setti sulla parete esterna della conchiglia, e sono caratterizzate dall'alternanza di ''lobi'' (elementi con la convessità rivolta in direzione opposta all'apertura) e selle (elementi con la convessità rivolta verso l'apertura). In ''Aturia'', la linea di sutura è contraddistinta da lobi stretti e molto acuti e da ampie selle.
Questo tipo di sutura (definita talora come sutura ''aturioide''), decisamente più complessa di quella solitamente dritta o leggermente ricurva della maggior parte dei nautiloidi, ricorda molto quella di alcuni [[Ammonoidea|ammonoidi]] del [[Paleozoico]], noti come [[Goniatitida|goniatiti]], anche se non vi è alcuna relazione filetica diretta tra i due gruppi.
 
I setti sono strettamente ravvicinati e fortemente sinuosi, in numero di circa tredici nell’ultimonell'ultimo giro del ''fragmocono''. [[Immagine:Aturia.png|thumb|left|upright=2|Caratteri principali del genere ''Aturia''. '''a)''' vedura laterale di un esemplare (modello interno) con ''fragmocono'' e camera di abitazione; '''b)''' veduta ventrale di un modello interno di fragmocono (visibile il sifone '''s''' in posizione sub-dorsale sull'ultimo setto); '''c)''' particolare e sviluppo della linea di sutura: '''U'''-zona ombelicale '''S'''-sella laterale della sutura '''L'''-lobo laterale. È evidenziata in rosso la parte della sutura visibile di solito sul fianco del modello interno. Le frecce indicano la direzione dell'apertura. È evidente la configurazione a "vortice" delle suture nella regione peri-ombelicale determinata dalle selle laterali ed estremamente cararatteristica di questo genere]]La linea di sutura è caratterizzata da una sella ventrale squadrata, talora con un piccolo lobo interno (lobo ventrale) più o meno accentuato (la cui presenza e forma è diagnostica a livello specifico); a questa segue un lobo laterale molto pronunciato, stretto e angoloso, che tende a toccare il lobo corrispondente della sutura precedente; questo è seguito da un’ampiaun'ampia sella laterale caratteristica, semicircolare e fortemente ricurva verso l’apertural'apertura della conchiglia, e da un lobo ombelicale (non visibile normalmente per la forte involuzione della conchiglia) leggermente ondulato, bifido. La parte dorsale della sutura è caratterizzata da un’ampiaun'ampia sella articolata in un lobo dorsale stretto e allungato, con terminazione ad anello (lobo anulare).
 
Il [[sifone]] era posizionato in posizione sub-dorsale, ovvero nella parte più interna del giro.
Riga 65:
 
==Storia Evolutiva==
Gli ''Aturiidae'' si evolvono probabilmente nel tardo Cretaceo, da forme di nautiloidi dotate di suture fortemente sinuose ( famiglia ''Hercoglossidae''), e hanno una diffusione molto rapida nel Paleocene. Costituiscono in effetti la famiglia di nautiloidi più diffusa e diversificata del Cenozoico. Il genere ''Aturia'' persiste fino a tutto il Miocene, mentre non vi sono segnalazioni sicure dal Pliocene in poi, quando verosimilmente il progressivo raffreddamento del clima portò all’estinzioneall'estinzione di queste forme di acque calde.
 
È notevole il fatto che questa forma tende a sviluppare (ancor più rispetto agli ''Hercoglossidae''), la sinuosità della sutura, fino a raggiungere una complessità paragonabile a forme di ammonoidi del tardo Paleozoico ([[Goniatitida]] e [[Clymeniida]], questi ultimi con sifone dorsale). Si tratta di un interessante fenomeno di [[convergenza evolutiva]], dovuto presumibilmente (Lukeneder e Harzauser, 2002, con bibliografia) all’evoluzioneall'evoluzione della conchiglia verso una morfologia compressa con fianchi appiattiti, più efficiente dal punto di vista idrodinamico. Questo tipo di morfologia è però meno resistente alla pressione dell’acquadell'acqua (a parità di spessore della parete esterna), rispetto a conchiglie globose con profilo curvilineo a [[guscio (struttura)|guscio]]. Il problema è stato risolto da entrambi i gruppi enfatizzando il ruolo di “rinforzo” dei setti interni, aumentandone la sinuosità piuttosto che lo spessore.
[[Immagine:Aturia aturi.JPG|thumb|left|upright=2|Esemplare di ''Aturia aturi'' <small>(Basterot)</small> dal Miocene della Puglia. L'associazione, comprendente coralli e gasteropodi, è tipica di una facies di [[reef]] esterno. L'esemplare è un modello interno, in cui oltre alla forma discoidale della conchiglia e all'ombelico stretto e profondo è chiaramente visibile il decorso della sutura.]]
La specie più nota è '''''Aturia aturi''''' <small>(Basterot)</small>, dal Miocene del [[Mediterraneo]], diffusa anche nell'Europa occidentale e orientale, la cui conchiglia aveva mediamente un diametro di circa 6 centimetri.
 
==Areale e Habitat==
''Aturia'' era una forma cosmopolita: esemplari [[fossili]] di questo genere sono stati rinvenuti in depositi marini di tutti i continenti, dalle Americhe all'Eurasia e Africa settentrionale, fino al [[Giappone]], rinvenuta anche in luoghi remoti come la [[Nuova Zelanda]] (Beu, 1973) e (in depositi [[Paleogene|paleogenici]] anteriori alla formazione della calotta glaciale) la parte occidentale dell’dell'[[Antartide]] (Teichert e Matsumoto, 1987). Tra le specie più diffuse, oltre alla citata ''A. aturi'' <small>(Basterot)</small>, si possono citare ''A. cubaensis'' <small>(Lea)</small>, diffusa tanto nella provincia [[Oceano Atlantico|atlantica]] quanto in quella indo-pacifica, ''A. ziczac'' <small>(Sowerby)</small>, diffusa nella provincia europea occidentale e ''A. coxi'' <small>Miller</small>, presente nell'area [[Oceano Indiano|indo]]-[[Oceano Pacifico|pacifica]].
 
Molti fossili di aturia sono stati ritrovati anche in [[Italia]], in sedimenti prevalentemente [[pelite|pelitici]] con associazioni faunistiche fossili di mare profondo e microfossili [[plancton|planctonici]]. ''A. aturi'' <small>(Basterot)</small> e ''A. complanata'' <small>Sturani</small> compaiono nell'Aquitaniano (Miocene Inferiore) e non sono segnalate in livelli più recenti del Serravalliano (Miocene Superiore ''pro parte''). Si rinviene nel bacino terziario ligure-piemontese (Formazione di Baldissero). Nautiloidi del genere Aturia si rinvengono sporadicamente, nei sedimenti marini profondi miocenici del margine sud-alpino ([[Gonfolite]]), nell'area appenninica ([[Formazione Marnoso Arenacea]]) e in sedimenti marini miocenici presenti con discontinuità lungo tutta la penisola, fino alla Sicilia.