Centro antiviolenza: differenze tra le versioni

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Il primo rifugio "moderno" è stato "heaven house" fondato nel [[1964]] <ref>[http://www.womenshelters.org/det/haven-house-inc About Haven House]</ref> in California.
 
Nel 1990, quando i centri erano ancora pochi e alle prime armi nell’accoglienzanell'accoglienza ma pieni di volontà nel costruire contatti, scambi, relazioni e politiche a favore delle donne maltrattate si è costruita la Rete dei Centri antiviolenza<ref>Le donne producono sapere, salute,cambiamento: Centri in movimento, il movimento dei centri antiviolenza, Bologna, Patrono Editore, 2005; Si tratta degli atti del convegno tenutosi il 28 e 29 novembre 2003 a Marina di Ravenna a cui hanno partecipato 58 centri antiviolenza ed è stato organizzato dalla Rete delle Case delle donne e dei Centri antiviolenza</ref>. Una Rete informale, costruita sugli scambi, un’esperienzaun'esperienza che man mano cresceva e con essa aumentava la voglia di fare politica. Sono stati organizzati due convegni importanti a Marina di Ravenna e tanti seminari e incontri.
 
Una svolta notevole è stata il 21 gennaio 2006: quando venne siglata a [[Roma]], da parte di 56 Centri antiviolenza autonomi la [[Carta dei centri antiviolenza]]<ref>http://www.direcontrolaviolenza.it/wp-content/uploads/2014/03/I-centri-antiviolenza-sulla-carta.pdf</ref>, al fine di dotarsi di valori comuni sulla base dei quali orientare il proprio operato.<br />
La Carta si riferisce ad alcuni dei principi che identificano l’identitàl'identità e la metodologia dei Centri, tra i quali: il considerare la violenza maschile alle donne come un fenomeno che ha radici nella disparità di potere tra i sessi; che i Centri sono costituiti e gestiti solo da donne; che viene garantito alle donne anonimato e sicurezza.
 
Tuttavia ancora oggi, per quanto riguarda la situazione in Italia la materia non è mai stata regolamentata da una normativa nazionale: solo delle leggi regionali si sono occupate del fenomeno. La legge 23 aprile 2009 n. 38 ha istituito, presso la [[Presidenza del Consiglio dei Ministri]] - [[Dipartimento per le pari opportunità]], un numero verde di pubblica utilità, il 1522 per tutelare vittime di violenza e di atti persecutori ([[stalking]])<ref>art 12 legge 23 aprile 2009 n. 38 ''Presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento per le pari opportunita è istituito un numero verde nazionale a favore delle vittime degli atti persecutori, attivo ventiquattro ore su ventiquattro[...]''</ref>
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I centri svolgono, inoltre, attività di consulenza psicologica, consulenza legale, gruppi di sostegno, formazione, promozione, sensibilizzazione e prevenzione, raccolta ed elaborazione dati, orientamento ed accompagnamento al lavoro, raccolta materiale bibliografico e documentario sui temi della violenza. Le Case rifugio, invece, spesso ad indirizzo segreto, ospitano donne ed i loro figli minorenni per un periodo di emergenza.
Molti di essi si sono organizzati costituendo una Rete territoriale di sostegno alle donne che subiscono violenza e coinvolgendo le forze dell’ordinedell'ordine, i pronto soccorsi, i servizi sociali ed altri enti sensibili al tema.
 
== I rapporti con gli enti pubblici in Italia==
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== Associazioni rilevanti ==
Il 29 settembre 2008 è nata a Roma [http://Direcontrolaviolenza.it D.i.Re] associazione nazionale dei Centri antiviolenza, che riunisce 73 Centri di tutta l’Italial'Italia.
 
A livello europeo invece esiste la rete [http://www.wave-network.org/ Wave: Women Against Violence Europe], che riunisce oltre 4000 Centri antiviolenza di donne in tutta Europa, organizzate a sua volta in federazioni nazionali.
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==Bibliografia==
* Lucia Ferrante ''L’onoreL'onore ritrovato. Donne nella casa del Soccorso di S.Paolo a Bologna (sec.XVI-VII)'', in ''Quaderni storici'', 18 (1983) 53, pp.&nbsp;499–528.
* {{en}} Sherrill Cohen ''The evolution of women's asylums since 1500: from refuges for ex-prostitutes to shelters for battered women'', New York, Oxford University Press, 1992. ISBN 0195051645
* Elena De Concini ''I Centri si raccontano,Il lavoro e le esperienza delle Case delle donne e dei Centri antiviolenza dell'Emilia Romagna'', Rimini, 2007