Pietro Manelfi: differenze tra le versioni

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Fu verso il [[1543]] che il Manelfi aderì decisamente al luteranesimo, frequentando i circoli segreti protestanti di molte città: verso il [[1548]] conobbe a [[Firenze]] l'anabattista veneto [[Tiziano (anabattista)|Tiziano]], del quale non è noto il cognome, che egli considera il principale diffusore in Italia dell'anabattismo, il quale successivamente lo ribattezzò a [[Ferrara]].
 
=== I principiprincìpi anabattisti ===
I principi in nome dei quali fu battezzato sono riportati nel suo "constituto" - l'interrogatorio - del 12 novembre 1551:<br>
 
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Christo essere morto alla dimostrazione della giustizia di Dio, et giustitia intendevamo il cumulo di tutta la bontà et misericordia di Dio et delle sue promissioni».
 
Il Manelfi sostiene che nella riunione si stabilì chedi non considerare canonici il primo e il secondo capitolo del Vangelo di Matteo e i primi tre capitoli di Luca, che a loro avviso sarebbero stati aggiunti da [[san Girolamo]] perallo scopo di affermare la nascita di Cristo dallo [[Spirito Santo]]. I nuovi principi - attestanti la negazione della [[Trinità]] e del valore salvifico del sacrificio di Cristo, oltre alla mortalità dell'[[anima]], a parte quella degli eletti - furono diffusi in tutti circoli anabattisti italiani, venendo, secondo il Manelfi, accettati ovunque, tranne che dalla comunità di [[Cittadella]]. Anche Manelfi propagandò la dottrina così formulata, in compagnia del confratello Lorenzo Nicoluzzo, in [[Toscana]] e in [[Romagna]]: nel settembre 1551, a [[Ravenna]], egli avrebbe avuto un improvviso pentimento; restituito il denaro affidatogli dalla comunità, avrebbe preso la strada di Bologna per confessare i suoi trascorsi eretici all'Inquisizione. In realtà, gli anabattisti arrestati a causa della sua delazione mostrarono di ignorare perfino il suo ritorno nella Chiesa cattolica e lo accusarono di aver derubato il suo compagno.
Essendo emersa una particolare diffusione dell'anabattismo nel Veneto, il Sant'Uffizio mandò il maestro del Sacro Palazzo, il domenicano inquisitore Girolamo Muzzarelli, a [[Venezia]], perché desse al Senato veneziano le copie dei constituti. La lettera di accompagnamento affermava che «per tutta Italia è scoperta dalla gran bontà del signor Dio una moltitudine d'anabattisti, i quali hanno congiurato contra li magistrati, contra la fede et contra Christo nostro redentore [...] tengono nemici d'Iddio tutti i magistrati christiani et vogliono che niuno christiano possa essere imperatore, re, duca o esercitare magistrato alcuno, et li populi essere obbligati a obedirli [...] particolarmente nell'anno [[1550]] nel mese di settembre congregorno uno concilio secretamente in Venetia di Germani, Grissoni et Italiani sin al numero di cinquanta o sessanta, et erano solo dua per giesa cioè per congregazione [...]».