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“In gradevole postura e in aria temperata e saluberrima, paesotto ben costrutto,con contrade abbastanza comode, ricco
di un territorio feracissimo in grani e in gelsi.
la terminazione in -ago, come da noi, così comune
è nei paesi cimbrici transalpini.
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ne rimangono solamente due, una delle quali,
più vetusta, di puddinga o ceppo nella base; testimonianza
dei tristi tempi di feudalismo e
in cui era caduto
Questi sono alcuni brani tratti dal libro “Cenni storico-
statistici sul comune di Cornate” scritto nel
1877
devoto e integerrimo funzionario del nostro
Comune per circa 50 anni.
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stato, ora adattate ad abitazioni o uffici. Al loro
cospetto non si può non rimanere affascinati
storia che traspare dai materiali che servirono alla
loro costruzione: mattoni, ceppo e sassi
Con grande emozione si può immaginare
borgo cinto da alte mura, disseminate di torri
a guardia del castello, la cui probabile struttura è
ancora visibile
tra le due torri, infatti, esiste una via dal toponimo
incerto: “Moia” la cui possibile traduzione potrebbe
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metà del 1300 era in origine una cappella
che occupava una piccola parte
ad
soffitto con travi in legno.
Il suo primo ampliamento avvenne verso il
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in gesso e al loro posto vi sistemò il
battistero e la cantoria, mentre in quelle a
fianco
altari dedicati alla Madonna e alla Santa
Croce.
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costruito il sagrato, con la scalinata e il parapetto,
antistante il tempio.
Nei primi decenni del 1900
nella parte absidale con
che rappresenta il Trionfo
e nelle vele con quelli dei Santi Tarcisio,
Chiara, Paquale Baylon e Alfonso
che si dedicarono particolarmente al culto
dell'Eucaristia.
Nel 1919 fu inaugurata la mirabile vetrata,
posta sopra il portone centrale, raffigurante
Legione era composta da soldati egiziani
della Tebaide con a capo il generale romano
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vessillifero. Tutti i componenti erano soldati
convertitisi al cristianesimo. Durante una
campagna in Gallia ordinata
Massimiano, si venne a conoscenza della
fede di Alessandro che subì ritorsioni fino
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ammirare, in una teca di vetro, lo zucchetto
bianco appartenuto a Papa Giovanni XXIII.
belle opere pittoriche del dottor Giancarlo
Bulli, già medico condotto del paese.
Altre due piccole curiosità: a dimostrazione
notare nelle lunette poste sopra le porte
laterali esterne della facciata della chiesa,
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