Shaolinquan: differenze tra le versioni

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'''Shao lin quan''' è un termine delle [[arti marziali cinesi]] con diverse sfumature di significato.
* Può essere un sinonimo di [[Waijia]], cioè sta ad indicare l'insieme di tutti gli stili cosiddetti esterni;
* Può essere l'insieme di tutti gli stili che rivendicano la propria origine dal Pugilato praticato presso [[Tutti i templi Shaolin]]. In questo caso sarebbe più corretto parlare di [[Shaolinpai]] (少林派);
* Può essere il nome dei Pugilati che nel corso delle varie epoche si sono avvicendati e sono stati praticati all'interno del tempio Shaolin;
* Può essere il nome del Pugilato attualmente praticato nelle diverse scuole che sorgono nelle immediate vicinanze del tempio, uno stile estremamente codificato e ricostruito in epoca relativamente recente;
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La sua figura e presenza a Shaolinsi non è storicamente certa. Si possiede una sola testimonianza, presente nel ''Luoyang qielan ji'' (洛阳伽蓝记, Annali dei Monasteri di [[Luoyang]]) del [[547]], scritto da [[Yang Yanzhi]] (杨衍之) abitante di [[Luoyang]] (città limitrofa al tempio), dove si parla di Bodhidarma come un persiano dagli occhi blu sui 150anni.
Secondo leggenda [[Bodhidharma]] trovò i monaci in condizioni fisiche non adeguate allo studio del Buddismo Chan tramite la meditazione, pertanto insegnò loro della pratica corporea dell'[[Yijinjing]] (易筋经, Classico del cambiamento dei muscoli e dei tendini) e l'esercizio marziale denominato [[Shiba luohan shou]] (十八罗汉手, le 18 mani degli [[Arhat]]). Si ritiene appunto che queste tecniche abbiano dato inizio allo stile codificato tipico di Shaolin.
Studi recenti tendono invece a collocare la creazione e la trasmissione di questi esercizi in epoche successive.<ref>Carmona José, ''De Shaolin à Wudang, les arts martiaux chinois'', Gui Trenadiel editeur , ISBN 2-84445-085-7</ref> Molti ritengono che Bodhidarma non introdusse le arti marziali a [[Shaolinsi]] e le uniche cose la cui creazione viene attribuita a Damo sono il Buddismo Chan e il concetto di [[Wude]](Virtù Marziale): prima di questo concetto, non si pensava altro che a battersi.
 
Molti ritengono che Bodhidarma non introdusse le arti marziali a [[Shaolinsi]] e le uniche cose la cui creazione viene attribuita a Damo sono il Buddismo Chan e il concetto di [[Wude]](Virtù Marziale): prima di questo concetto, non si pensava altro che a battersi.
Il contributo principale dell'incontro tra la filosofia meditativa Chan e le primitive tecniche di lotta conosciute dai monaci, sarebbe stata la forte carica spirituale e la cura del sistema mente-corpo di cui si impregnarono le nascenti [[arti marziali cinesi]], le quali si svilupparono da una parte come tecniche di difesa personale e dall'altra come meditazione in movimento.
Quale che sia la verità, manca il giusto supporto documentale, che permetta di andare oltre la mera ipotesi storica o la leggenda.
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=== Il declino di Shaolinsi ===
Verso la fine della [[dinastia Qing]] il tempio Shaolin era abbandonato. Due le cause secondo Zhang Jiata<ref>Zhang Jiata, ''Shaolin Temple'', Zhong Zhou Arts and Classic Press, 1983, pag.133</ref>: la prima è attribuita alla incapacità dell'abate di comandare, che fece sì che il Tempio venisse razziato da ufficiali, soldati e banditi e che malavitosi locali spesso andassero al tempio ad estorcere denaro; la seconda è invece attribuita a molti dei monaci che avrebbero commesso ogni sorta di nefandezze. I monaci di più alto grado frequentavano i signorotti locali e si invitavano reciprocamente a giocare e a bere. La frequentazione di prostitute era divenuta un vero e proprio scandalo. Questo stato di cose venne infine decretato nel [[1842]] con una proclamazione ufficiale.
 
Il poeta [[Shi Yizan]], nel suo poema "Visitando il tempio Shaolin con un mio amico" ebbe a dire: ''Chi c'è che conosce le dottrine dei nostri Fondatori? Da lungo tempo la ottima tradizione del Tempio è stata abbandonata. L'arte marziale affascinante è senza il suo incantesimo, si parla sempre meno delle dottrine Buddiste.''
Nonostante questa situazione, non mancarono atti di eroismo: nel [[1920]] il bonzo [[Henglin]] si oppose ad una banda di briganti nell'area di [[Dengfeng]].
 
Durante il periodo Repubblicano la situazione di abbandono è addirittura peggiorata.
Il colpo finale alla storia del Tempio di Shaolin, dell'[[Henan]] e la sua maggiore distruzione, venne dato nel [[1928]] durante le Lotte dei [[Signori della Guerra]]: il Monastero smise di essere centro religioso ed un signore della guerra [[Fan Zhongxiu]] (樊钟秀) sfruttò la struttura come base militare. In seguito all'attacco del generale [[Shi Yousan]] (石友三), i monaci fuggirono e pazzo di rabbia il generale fece bruciare il tempio e gli archivi inerenti alle arti marziali. Solo i principali edifici vennero risparmiati dal fuoco ma l'incendio si narra che durò ben 40 giorni.
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Un [[Sengbing]] Shaolin, molto famoso fu il generale [[Xu Shiyou]] (许世友, 1905-1986) che dopo una vita avventurosa divenne un membro di primo piano dell'establishement Comunista.
Anche gli invasori giapponesi, che conquistarono l'[[Henan]] nel [[1944]] distrussero importanti resti storici del Tempio ed inoltre fecero un grave atto di oltraggio violentando una donna all'entrata del monastero.
 
Un altro grave danneggiamento del tempio e delle sue arti marziali è avvenuto durante la cosiddetta [[Rivoluzione Culturale]].
[[Tiziano Terzani]] ha sottolineato il ruolo persecutorio e distruttivo che ha avuto la [[Rivoluzione Culturale]] anche nei confronti del Tempio Shaolin e dei praticanti di Shaolinquan, come delle altre arti marziali, considerate reazionarie:
''I monaci Shaolin vennero meno alla loro reputazione di grandi lottatori al tempo della Rivoluzione Culturale. Quando le Guardie Rosse, nel 1966, arrivarono qui per "eliminare le vestigia del passato", nessuno dei duecento monaci che erano sopravvissuti sotto il regime comunista oppose resistenza. Le statue di Budda furono abbattute e fatte a pezzi, i muri vennero impiastricciati di slogan maoisti, la maggior parte dei monaci fu mandata a lavorare nei campi, un gruppo dei più vecchi venne messo sotto chiave in un cortile separato del tempio, e Shaolin fu chiuso. Tutta la letteratura cavalleresca concernente Shaolin finì alle fiamme, e anche la semplice pratica del Kung fu venne attaccata dagli ideologi comunisti del tempo come "immondizia feudale".'' .<ref name="Terzani Tiziano 1999">Terzani Tiziano, La porta proibita, Longanesi & C., Milano, 1999, ISBN 88-462-0086-1 , pag. 190-201</ref>.
 
Il tempio venne ricostruito nel [[1970]] dal governo [[comunismo|comunista]] per adibire l'area a parco naturale. Benché lo stile di Shaolin propriamente detto sia andato perduto, agli inizi del ventesimo secolo questo è stato ricostruito sulla base degli stili praticati nei dintorni ed è oggi uno stile estremamente diffuso e famoso. Vennero riabilitati alcuni monaci che insegnarono a giovani praticanti, condotte ricerche, ricostruiti e forse modificati [[Taolu]]. Ne sia un esempio lo Xiao [[Hongquan]] che in origine era una sequenza lunghissima e venne trasformata in alcune sequenze più corte.
In questi ultimi anni il Governo cinese sta costruendo diverse nuove ale, come quelle ormai vecchie e decadenti sono state completamente distrutte per poi essere fedelmente ricostruite.
 
'''"Ottimo per l'individuo, ottimo per la patria'''", con il sottotitolo “la rinascita delle arti marziali” è il capitolo di un libro di [[Tiziano Terzani]] .<ref name="Terzani Tiziano 1999" />. In esso viene descritta la restaurazione del Tempio Shaolin ed il notevole interesse che questa riapertura ha suscitato, sulla scia del successo del film [[Il tempio Shaolin]] con [[Li Lianjie]]. Inoltre contiene un'aspra critica nei confronti dei Monaci dell’epoca che vengono visti troppo interessati ai guadagni più che alla dimensione spirituale; anche lo Shaolinquan che insegnano viene giudicato lontano dall’arte marziale “originaria”. Molti condividono questi pareri, anche negli ambienti marziali.
Questo è un piccolo estratto: ''Dopo la morte di [[Mao Tse-tung|Mao]] e la caduta della [[Banda dei Quattro]] nel 1976, i nuovi dirigenti cinesi si resero conto che il Kung Fu era una vera miniera d'oro e che era assurdo lasciarla sfruttare ad altri i quali, dopotutto, non avevano neppure il tempio Shaolin. Fu così che Pechino decise di investire danaro per la riparazione e la riapertura del tempio, che alcuni monaci vennero ripescati, riabilitati e rimessi a vivere a Shaolin. E fu così che la povera, grigia Deng Feng, la cittadina ai piedi del Song Shan, la montagna sacra che nel frattempo era stata spogliata di tutte le sue celebri foreste, fu messa sulla carta turistica della Cina.''
Bisogna aggiungere che lo scritto di Terzani, al di là della giusta denuncia e della corretta cronaca di questi avvenimenti, esso stesso è infarcito per quanto riguarda il passato dello Shaolinquan, di idee riprese dall'alone leggendario del tempio e dalle storie Wuxia più che da una realtà storica ben provata.
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== “Tutte le arti marziali provengono da Shaolin” ovvero gli stili derivati ==
Numerose scuole di arti marziali dell'estremo oriente, cinesi, giapponesi o vietnamite, si richiamano al Monastero Shaolin. Il testo più antico a fare riferimento al tempio Shaolin come origine di tutte le arti marziali è il [[Quanjing quanfa beiyao]] del [[1784]]<ref>Zhang Kongzhao 張孔昭, ''Quanjing Quanfa Beiyao拳經拳法備要'', 1784</ref><ref>Henning Stanley, ''Academia Encounters the Chinese Martial arts'', articolo pubblicato originariamente in China Review International nel Volume 6, numero 2, del 1999, pp.319-332, ISSN 1069-5834</ref>. In Cina l'insieme delle arti marziali “esterne” ([[Waijia]]) si confonde con la “Scuola Shaolin” ([[Shaolinpai]]) a cui numerosi autori del periodo repubblicano, come per esempio [[Xu Yusheng]] (1879-1945) e [[Wu Zhiqing]] (1887-???) hanno ricondotto la quasi totalità degli stili di pugilato Cinesi. Certi autori occidentali recenti, mescolando differenti fonti e tradizioni, fanno ugualmente di Shaolin il centro unico di diffusione di queste discipline e del mito della distruzione del Monastero da parte dei Qing, la causa principale della loro diffusione.
 
Nei fatti, questa ipotetica distruzione, riguarda il monastero Shaolin del [[Fujian]] ([[Tempio Shaolin Shoreiji]]) e per di più è risaputo che la maggior parte delle scuole di [[Wushu]] non hanno alcun legame storico con il Tempio dell'[[Henan]] ([[Tempio Shaolin Shorinji]]).
Già nella classificazione delle [[arti marziali cinesi]] elaborata all'interno della [[Jingwu Tiyu Hui]], nonostante si descriva la divisione nelle categorie Shaolin e [[Wudang]] (Stili Esterni ed Interni), lo Shaolinquan del [[Tempio Shaolin Shorinji]] vi figura tra trentasette altri stili localizzati nella Cina del Nord.
 
Da un punto di vista tecnico, lo Shaolinquan si distingue assai nettamente dalla maggior parte dei pugilati, sia del Nord che del Sud. In effetti non esiste alcun legame di paternità e poche somiglianze tra esso e, per esempio, il [[Baguazhang]], il [[Bajiquan]], il [[Chaquan]], o il [[Chuojiao]].
Conviene quindi stabilire una distinzione netta tra una scuola specifica, lo Shaolinquan dell'[[Henan]], ed uno Shaolinquan generico, puramente simbolico, a cui si richiamano una pletora di stili. In realtà non esiste un'origine unica ed univoca per le arti marziali cinesi ma per la maggior parte se ne può riconoscere una provenienza rurale legata alla zona di nascita.
Vi sono zone che giocano un ruolo più importante di Shaolin nella nascita di Scuole di Pugilato, per esempio l'area di [[Cangzhou]] in [[Hebei]].
 
La nomea proverbiale nel pugilato del Tempio Shaolin è spiegabile in parte per le saghe che vedono protagonisti i suoi monaci guerrieri, in parte per il ruolo di primo piano giocato da monaci buddisti nella diffusione di numerosi stili quali [[Mizongquan]], [[Tantui]] di [[Linqing]], [[Fanziquan]], [[Sanhuang Paochui]], [[Dabeiquan]], [[Baimeiquan]], [[Fojiaquan]], ecc.
Inoltre numerosi maestri si sono sparsi per l'intero oriente, dando origine a stili affini o completamente diversi. Altri invece si sono originati per influenze indirette o grazie a Maestri stranieri venuti in [[Cina]] per studiare il [[Buddhismo]] o per commerciare, poi ritornati nei loro paesi natali.
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* Marco Bertona, ''Il Tempio di Shaolin. Culla del Buddhismo Zen e delle Arti Marziali'', Eos Editore
* Marco Bertona, ''Il Guerriero il Monaco e l'Armonia'', Bonelli Editore
* Sri Rohininandana Das, ''Lo Shaolin - Mistero e magia dei monaci-guerrieri, Xenia Edizioni, 2009, ISBN 978-88-7273-632-6.''
 
== Voci correlate ==