Autunno caldo: differenze tra le versioni

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Le schedature FIAT furono una delle conseguenze dell'autunno caldo, per cui vanno inserite nell'apposito paragfrafo. Ieri le ho cancellate dalla pagina: errore mio. Chiedo venia.
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I sindacati ufficiali furono condizionati dai [[Comitati unitari di base]] (CUB), mentre i governi democristiani che si alternarono in quel periodo ([[Governo Rumor I|Rumor I]] e [[Governo Rumor II|Rumor II]]) non riuscivano a distinguere le richieste ragionevoli da quelle demagogiche, piegandosi a entrambe pur di arrivare a una pacificazione sociale<ref name="piombo" />: i CUB esigevano salari uguali per tutti gli operai in base al principio che «tutti gli stomachi sono uguali», senza differenze di merito e di compenso, concependo il profitto come una truffa, la produttività un servaggio e l'efficienza un complotto, sostenendo invece che la negligenza diventava un merito e il sabotaggio era un giusto colpo inferto alla logica capitalistica<ref name="piombo" />.
 
Gli imprenditori italiani furono colti da un sentimento di paura che confinava con il panico: a [[Valdagno]], durante una dimostrazione operaia, fu abbattuto il monumento a [[Gaetano Marzotto]] (creatore del complesso industriale), nelle fabbriche l'atmosfera diventò invivibile per dirigenti, i «capi» e «capetti», che si sentirono intimiditi e minacciati<ref name="piombo" />. D'altra parte il padronato si difendeva con pratiche anche illegali, come la schedatura di massa alla Fiat, che portò ad uno [[Raffaele Guariniello|scandalo]] e a un processo conclusosi con la prescrizione dei reati.<ref>{{cita web|url=http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/08/19/bianca-avvocato-dei-diritti/152267/|titolo=Bianca, avvocato dei diritti|editore=ilfattoquotidiano.it|autore=Daria Lucca|data=19 agosto 2011|accesso=30 maggio 2014}}</ref><ref>{{cita web|url=http://cerca.unita.it/ARCHIVE/xml/60000/55781.xml?key=fiat&first=11&orderby=0&dbt=arc|titolo=DOSSIER GIUSTIZIA: Schedature Fiat,Da Torino a Napoli|editore=unita.it|data=1 settembre 2002|accesso=30 maggio 2014}}</ref>
 
Aumentavano il fenomeno dell'assenteismo e gli episodi di sabotaggio, intimidazione e violenza. Uno degli episodi più significativi avvenne alla FIAT, il 29 ottobre 1969, in concomitanza all'apertura del [[Salone dell'automobile di Torino|Salone dell'Automobile]], nel corso degli [[Sciopero|scioperi articolati]] per il nuovo [[Contratto collettivo nazionale di lavoro|contratto di lavoro]]. Un folto gruppo di scioperanti, armati di sbarre e bastoni, prese d'assalto lo [[Fiat Mirafiori|stabilimento di Mirafiori]], devastando le [[Catena di montaggio|linee di montaggio]] dei modelli «[[Fiat 600|600]]» e «[[Fiat 850|850]]», il reparto carrozzeria e le strutture della mensa<ref>''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,avanzata/action,viewer/Itemid,3/page,4/articleid,1530_02_1969_0250_0004_21326314/ Denunce per gli atti di violenza alla Fiat Mirafiori e a Rivalta]'', ''[[La Stampa]]'', 30 ottobre 1969.</ref><ref>''[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,5/articleid,0127_01_1969_0252_0005_4970902/ Devastati a Mirafiori e a Rivalta i refettori e il reparto Carrozzerie]'', ''La Stampa'', 30 ottobre 1969.</ref>. Quando la FIAT individuò e denunciò 122 operai responsabili delle devastazioni, si contrapposero mobilitazioni politiche e sindacali, con il Ministro del Lavoro [[Carlo Donat-Cattin]] che costrinse l'azienda a ritirare le denunce.<br/>
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Il divieto posto ai datori di lavoro di svolgere direttamente accertamenti sui dipendenti e sugli operai favorì l'ingresso in fabbrica ai più noti e recidivi eversori<ref>[[Indro Montanelli]] e [[Mario Cervi]], ''L'Italia degli anni di piombo'', Milano, Rizzoli, 1991. «La FIAT fu portata in giudizio perché, negli anni del terrorismo, aveva tentato di stabilire se gli individui che venivano ingaggiati fossero veri operai o agitatori. I pretori d'assalto decisero, fondandosi sullo Statuto dei lavoratori, che non dovessero essere tenuti lontani dalle officine personaggi i quali potevano essere addetti a macchinari costosissimi benché avessero il dichiarato proposito di danneggiarli. L'impianto di telecamere nei locali degli aeroporti dove avviene lo smistamento dei bagagli e dove si ripetono i furti fu considerato lesivo dello Statuto: anche se riesce difficile capire quale motivo avessero i lavoratori onesti d'opporsi a quella vigilanza.».</ref>.
 
Successivamente, a causa di queste restrizioni, la FIAT decise di utilizzare pratiche anche illegali, come la schedatura di massa dei dipendenti, che portò a uno [[Raffaele Guariniello|scandalo]] e a un processo concluso con la prescrizione dei reati<ref>{{cita web|url=http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/08/19/bianca-avvocato-dei-diritti/152267/|titolo=''Bianca, avvocato dei diritti''|editore=''ilfattoquotidiano.it''|autore=Daria Lucca|data=19 agosto 2011|accesso=30 maggio 2014}}</ref><ref>{{cita web|url=http://cerca.unita.it/ARCHIVE/xml/60000/55781.xml?key=fiat&first=11&orderby=0&dbt=arc|titolo=DOSSIER GIUSTIZIA: Schedature Fiat, Da Torino a Napoli|editore=''l'Unità''|data=1º settembre 2002|accesso=30 maggio 2014}}</ref>.
 
L'autunno caldo fu anche la culla di molte nuove formazioni politiche extraparlamentari che negli anni successivi preciseranno differenti strategie di antagonismo teorico e pratico che copriranno l'arco delle iniziative sociali dal [[riformismo]] al [[terrorismo]].