Ordine equestre: differenze tra le versioni
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Con [[Lucio Cornelio Silla|Silla]], nell'[[80 a.C.]], agli equites venne proibito di divenire giudici attraverso la [[Lex Aurelia]]. Il prestigio e la ricchezza del ordo equestris vennero mantenuti attraverso i [[Pubblicano|pubblicani]], cioè gli esattori delle imposte, i quali dovevano avere una cospicua ricchezza personale per non arricchirsi attraverso le tasse; perciò questo divenne il mestiere naturale degli equites nella tarda età repubblicana. [[Marco Tullio Cicerone|Cicerone]] parla di pubblicani e di equites quasi come se fossero sinonimi.<ref>[[Marco Tullio Cicerone|Cicerone]], [http://www.thelatinlibrary.com/cicero/att2.shtml#3 Cicero: ad Atticum II][[Epistulae ad Atticum]], II, 3.</ref> Durante il consolato di Cicerone, gli equites ebbero parte attiva nel sopprimere la congiura di [[Lucio Sergio Catilina|Catilina]], acquistando un maggior potere. Da allora, come ricorda [[Gaio Plinio Secondo|Plinio il Vecchio]], divennero il terzo corpo dello stato, insieme a patrizi e plebei, al punto che dopo il ''Senatus PopolusQue Romanus'' aggiunsero ''et Equestris Ordo''.<ref>[[Gaio Plinio Secondo|Gaio Plinio Secondo il Vecchio]], [http://penelope.uchicago.edu/Thayer/L/Roman/Texts/Pliny_the_Elder/33*.html#34][[Naturalis Historia]], XXXIII, 34.</ref>
Nel [[63 a.C.]], con la [[Lex Roscia Othonis]], il [[tribuno della plebe]]
=== Riforma augustea e alto impero romano ===
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