Delfo Zorzi: differenze tra le versioni

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|Attività = imprenditore
|Attività2 = ex terrorista
|Attività3 =
|Nazionalità = italiano
|NazionalitàNaturalizzato = giapponese
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Ex esponente del [[Ordine Nuovo (movimento)|Ordine Nuovo]], fu accusato, dai [[collaboratore di giustizia|collaboratori di giustizia]] [[Carlo Digilio]] e Maurizio Siciliano, di essere l'esecutore materiale della [[strage di Piazza Fontana]] a [[Milano]] e di [[Strage di Piazza della Loggia|Piazza della Loggia]] a [[Brescia]] ma, dopo un tortuoso percorso giudiziario fu definitivamenteinfine assolto da entrambe le accuse per mancanza di prove<ref name="milano.repubblica.it">''[http://milano.repubblica.it/cronaca/2014/02/21/news/piazza_della_loggia_processo_da_rifare_dopo_40_anni_zorzi_assolto_a_titolo_definitivo-79262818/?ref=HREC1-5 "Piazza della Loggia, processo da rifare dopo quarant'anni. Zorzi assolto a titolo definitivo"]'', ''La Repubblica.it'', 21.02. febbraio 2014.</ref>. La sua colpevolezza fu definita solo, pur se prescritta, per alcuni attentati minori commessi dalla cellula veneziana di Ordine Nuovo, in quanto «Zorzi a [[Trieste]] e [[Gorizia]] collocò candelotti di [[nitroglicerina|gelignite]]» che non detonarono (mentre in piazza Fontana fu usato «un esplosivo diverso e di maggiore potenza»)<ref name=freda/>, sia per la partecipazione alle riunioni in cui la cellula padovana di ON di [[Franco Freda]] organizzò gli [[attentati ai treni dell'estate 1969]], che non fecero vittime ma solo feriti.<ref name=biondani/>. La sentenza definitiva di assoluzione per piazza Fontana precisa inoltre che «la cellula veneziana di [[Carlo Maria Maggi (1934)|Maggi]] e Zorzi» nel 1969 organizzava attentati terroristici, ma riguardo ai due imputati «non è dimostrata la loro partecipazione alla strage del 12 dicembre».<ref name=veneti/><ref name=freda/>.
 
== Biografia ==
=== Studi e la militanza in Ordine Nuovo ===
Nativo di [[Mestre]], dove la sua famiglia commerciava in [[pellami]], aderì al [[Centro Studi Ordine Nuovo]] di [[Pino Rauti]] nel [[1966]], ma nel [[1968]] si è trasferì a [[Napoli]] per studiare Lingue orientali all'[[Istituto Universitario Orientale di Napoli|Istituto Universitario Orientale]] dove si laureò poi nel 1974<ref name="archiviostorico.corriere.it">[http://archiviostorico.corriere.it/1995/novembre/12/Delfo_misteri_giapponesi_co_0_9511128050.shtml ''Delfo, i misteri giapponesi<!--'', Titolo''[[Corriere generatodella automaticamente -->Sera]]'', 12 novembre 1995.</ref> con una tesi sul [[Bushidō]], una forma di cultura giapponese legata all'etica marziale e sapienziale dei [[Samurai]], con relatore l'[[orientalista]] [[Pio Filippani Ronconi]]. All'Università nel 1968 iniziò a frequentare la giovane Annamaria Cozzo la quale, iscritta al [[Fronte universitario d'azione nazionale|FUAN]], aveva preso parte alla [[battaglia di Valle Giulia]]<ref>[http://www.strano.net/stragi/tstragi/salvini/salvin19.htm capitolo 17<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
 
Il 9 ottobre [[1968]], con Giampietro Mariga e Martino Siciliano prese parte all'assalto della sede del [[Partito Comunista Italiano]] di [[Campalto]] a [[Mestre]]. L'obiettivo, secondo le rivelazioni dello stesso Siciliano, era l'asportazione dell'elenco degli iscritti per individuare taluni che svolgevano opera di controinformazione nei confronti di Ordine Nuovo<ref name="strano.net">[http://www.strano.net/stragi/tstragi/salvini/salvin16.htm capitolo 14<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>. La sede fu devastata e fu prelevata la bandiera del PCI<ref name="strano.net"/>.
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Il 17 novembre del [[1968]] fu arrestato con Giampietro Mariga perché sorpreso dalla polizia in possesso di un mitra, un elmetto, una tuta mimetica e una piccola quantità di esplosivo. A seguito dello scioglimento del Centro Studi aderì al [[Ordine Nuovo (movimento)|Ordine Nuovo]], di cui divenne capo cellula a [[Mestre]]<ref>{{cita|Ferdinando Imposimato|p. 101:..a Venezia-Mestre Carlo Maria Maggi, Delfo Zorzi e Giancarlo Vianello..}}</ref> città dove era maestro di [[judo]] nella palestra di via Felisati.
 
Secondo il pentito Siciliano, implicato contemporaneamente anche in un tentativo di rapimento dell'editore e attivista di sinistra [[Giangiacomo Feltrinelli]], Delfo Zorzi (con Siciliano stesso) fu protagonista attivo di molte azioni del gruppo, compreso il furto di 30 chilogrammi di esplosivo alle cave di [[Arzignano al Chiampo]], cosa affermata anche da [[Carlo Digilio]]. Siciliano lo descrive come duro e con tendenze violente: «Zorzi era un tipo deciso e determinato e voleva la distruzione dell'avversario. Un giorno, per dimostrare la sua virilità ariana ha strozzato con le sue mani un gatto davanti a tutti noi. Ha pestato a freddo diversi militanti che si erano resi colpevoli di qualche debolezza. Ad uno, dopo averlo picchiato, gli ha strofinato il viso contro un muro di cemento. Lui pensava che i camerati dell'[[Movimento Sociale Italiano - Destra Nazionale|Msi]] potevano sbagliare per debolezza ma non quelli di Ordine Nuovo».<ref>''[http://cerca.unita.it/ARCHIVE/xml/105000/103631.xml?key=Giuseppe+Caruso&first=921&orderby=1&f=fir&dbt=arc ''I fascisti che volevano rapire Feltrinelli. Martino Siciliano, pentito al processo Piazza Fontana, sodale di Zorzi: « Avevamo un piano nel caso in cui la sinistra fosse andata al potere»]'']</ref>.
 
Nel novembre 1969, il gruppo di Ordine Nuovo guidato da Zorzi, in occasione del progettato viaggio del [[Presidente della Repubblica Italiana|Presidente della Repubblica]] [[Saragat]] nella [[Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia]] pianificò degli attentati dimostrativi contro la scuola slovena di Trieste e contro il cippo di confine jugoslavo<ref>[http://www.strano.net/stragi/tstragi/salvini/salvin17.htm capitolo 15<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>. Il gruppo di cui faceva parte, oltre a Zorzi stesso, pure Martino Siciliano e la Cozzo, poco prima di mezzanotte si portò sugli obiettivi e lasciò un ordigno sulla finestra della scuola e un altro presso il [[cippo di confine]] posto davanti alla [[Stazione di Gorizia Centrale|stazione di Gorizia]] ma in territorio jugoslavo. Entrambi gli ordigni programmati per esplodere a [[mezzanotte]], al fine di non provocare alcuna vittima,<ref>{{cita|Mario Caprara, Gianluca Semprini|p. 237}}</ref><ref>[http://www.strano.net/stragi/tstragi/salvini/salvin29.htm capitolo 27<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> però non deflagrarono e nel giro di alcuni giorni furono rinvenuti dalle forze dell'ordine. La mancata esplosione fu determinata dal mal funzionamento della batteria dell'orologio<ref name="Mario Caprara p. 236">{{cita|Mario Caprara, Gianluca Semprini|p. 236}}</ref>.
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Appassionato di cultura nipponica, nel [[1974]] Zorzi si trasferì in [[Giappone]] grazie ad una borsa di studio dove comincia come lettore di italiano all'università<ref name="Mario Caprara p. 258">{{cita|Mario Caprara, Gianluca Semprini|p. 258}}</ref>.
 
Nel dicembre 1975 gli fu richiesto, da parte di alcuni esponenti della Democrazia Cristiana di contattare [[Nakayama]], leader della frangia più conservatrice del [[Partito Liberal Democratico (Giappone)|Partito Liberal Democratico]]<ref name="archiviostorico.corriere.it"/>. Nel 1980 ritornò in Italia dove a Marghera si sposò con la giapponese Yoko Shimoji, originaria di [[Okinawa]]<ref>Maurizio Dianese e Gianfranco Bettin, La strage: Piazza Fontana : verità e memoria, p 109</ref>. Grazie alle ingenti disponibilità economiche della moglie pose le fondamenta della ditta di import export che lo portò al successo come imprenditore<ref name="Dianese e Gianfranco Bettin p 110">Maurizio Dianese e Gianfranco Bettin, La strage: Piazza Fontana : verità e memoria, p 110</ref>. Nello stesso periodo conobbe [[Ryoichi Sasakawa]], uno dei più influenti finanziatori della [[Destra (politica)|Destra]] nipponica<ref name="archiviostorico.corriere.it"/>.
 
A seguito del matrimonio nel [[1989]] ottenne anche il passaporto giapponese, opportunità raramente concessa dal Giappone<ref name="Dianese e Gianfranco Bettin p 110"/>. Con la nuova nazionalità assunse il nuovo nome di Hagen Roi (波元路伊), il cui cognome in [[lingua giapponese|giapponese]] significa "«origine delle onde"»<ref name="Mario Caprara p. 258"/>, oltre a essere il nome di un [[Hagen (mitologia)|personaggio]] della ''[[Canzone dei Nibelunghi]]'' ed è in [[paretimologia|assonanza]] col [[lingua tedesca|tedesco]] ''Haken-kreuz'' (pronuncia ''aken-cròiz''); in [[lingua italiana|italiano]] ''"«[[croce uncinata]]"''.»<ref>Giovanni Maria Bellu, ''[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2002/11/12/zorzi-in-italia-non-torno-giudici-sono.html Zorzi: "In Italia non torno, i giudici sono inaffidabili"]'', ''Lala Repubblica'', 12 novembre 2002.</ref>.
 
=== Le accuse dei pentiti inerenti alla strage di Piazza Fontana ===
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Nel 1993, già il pentito [[Carlo Digilio]], l'unico ordinovista mai condannato in via definitiva per aver partecipato alla strage di piazza Fontana, seppur con un ruolo marginale, aveva iniziato a rilasciare dichiarazioni ma un ictus, che lo colpì poco dopo, quasi lo uccise. Digilio sostenne di essere un agente della [[Central Intelligence Agency|CIA]] infiltrato in Ordine Nuovo e di aver raccolto la confidenza di Zorzi in cui avrebbe sostenuto di aver preso materialmente parte all'attentato<ref>{{cita|Mario Caprara, Gianluca Semprini|p. 251}}</ref><ref>LaStampa - 11.12.1996 - numero 340 - pagina 14 «Con un moto di orgoglio Zorzi mi disse che aveva partecipato all'azione di Milano e che nonostante tutti quei morti, che erano dovuti a un errore, l'azione era stata importante perché aveva ridato forza alla destra e colpito le sinistre nel Paese».</ref>.
 
Il magistrato [[Guido Salvini (giudice)|Guido Salvini]] diede il via al settimo processo per la strage di piazza Fontana<ref>{{cita|Giorgio Boatti|p. 410}}</ref> che vide stavolta sul banco degli imputati: Zorzi, [[Carlo Maria Maggi (1934)|Carlo Maria Maggi]] e [[Giancarlo Rognoni]]<ref name="cita|Giorgio Boatti|p. 404">{{cita|Giorgio Boatti|p. 404}}</ref>. Zorzi e Maggi guidavano la cellula veneziana-mestrina di Ordine Nuovo mentre il milanese Rognoni era accusato di aver fornito la logistica per l'attentato. Nel frattempo Martino Siciliano decide di interrompere la collaborazione accusando la magistratura italiana di non aver mantenuto fede alle promesse fattegli e di pagarlo una "''«miseria''"»<ref name="cita|Giorgio Boatti|p. 411">{{cita|Giorgio Boatti|p. 411}}</ref>. Significativo il fatto che nel 1995 il giudice veneziano [[Felice Casson]] avesse inserito Salvini nel registro degli indagati poiché secondo l'accusa di Maggi un ufficiale dei [[Raggruppamento operativo speciale|ROS]] gli avrebbe offerto una cospicua somma in cambio di rivelazioni importanti, somma che sarebbe invece stata accettata da Siciliano<ref>{{cita|Giorgio Boatti|p. 416}}</ref>. Digilio fu invece colpito da un ictus che ne diminuì sensibilmente le capacità mnemoniche<ref name="cita|Giorgio Boatti|p. 404"/>. Per quanto riguarda Siciliano furono accertati in seguito avvenuti contatti tra quest'ultimo e Zorzi e di versamenti di denaro<ref name="cita|Giorgio Boatti|p. 411"/><ref name="Mario Caprara p. 256">{{cita|Mario Caprara, Gianluca Semprini|p. 256}}</ref>.
Tutti e tre i presunti responsabili furono condannati all'[[ergastolo]] il 30 giugno 2001 con sentenza di primo grado. Il governo italiano richiese l'[[estradizione]] al Giappone dove Zorzi in cui si era trasferito diversi anni prima, ottenendone un rifiuto poiché, avendo alcuni anni prima ottenuto la [[naturalizzazione|cittadinanza]] nipponica (pur conservando anche il passaporto italiano), la legge giapponese esclude l'estradizione di propri cittadini, anche in virtù del fatto che il reato di strage, secondo la legge del paese orientale, si prescrive in soli 15 anni<ref name="repubblica.it">Giovanni Maria Bellu, ''[http://www.repubblica.it/online/politica/pecorella/zorzi/zorzi.html La Repubblica/politica: Zorzi: "In Italia non torno i giudici sono inaffidabili"<!--]'', Titolo''Repubblica.it'', generato12 automaticamentenovembre -->]2002.</ref><ref>''[http://archivio.panorama.it/archivio/Chi-osa-incastrare-Zorzi-san ''Chi osa incastrare Zorzi-san?]''], ''Panorama''.</ref>. Lo stesso Zorzi dopo la condanna all'ergastolo dichiarò la sua indisponibilità a rientrare in Italia definendo "«inaffidabili"» i giudici italiani<ref name="repubblica.it"/>.
 
Successivamente, il 12 marzo 2004, la Corte d'assise d'appello di Milano ha ribaltato il verdetto ed ha [[Assoluzione (diritto)|assolto]] Zorzi e gli altri due imputati "''«per non aver commesso il fatto''"»<ref name="cita|Giorgio Boatti|p. 412">{{cita|Giorgio Boatti|p. 412}}</ref>. La Cassazione il 3 maggio 20032005 ha inoltre rigettato il ricorso proposto contro tale sentenza e le spese processuali sono state imputate ai familiari delle vittime che si erano costituiti "''parte civile"''<ref name="cita|Giorgio Boatti|p. 412"/>.
 
Nel giugno 2005, al termine dell'ultimo processo su piazza Fontana, riaperto negli anni novanta'90 a Milano ha indicato la responsabilità di "''«terroristi di destra del gruppo padovano di Ordine Nuovo''"»<ref name=freda>[http://archiviostorico.corriere.it/2004/aprile/14/Piazza_Fontana_Colpevoli_erano_Freda_co_9_040414067.shtml ''Piazza Fontana: «Colpevoli erano Freda e Ventura»<!--'', Titolo''Corriere generatodella automaticamenteSera'', -->]14 aprile 2004.</ref> e quindi, come la sentenza afferma esplicitamente, di [[Franco Freda]] e [[Giovanni Ventura]] (in quanto capi della cellula di Padova) in ordine alla strage, anche se non sono più processabili in quanto assolti in via definitiva. Secondo la Cassazione, così come per lela cortiCorte d'appello, anche "la cellula veneziana" di cui erano parte Maggi e Zorzi organizzava attentati nel 1969, ma "«non è dimostrata la loro partecipazione alla strage del 12 dicembre".»<ref name=veneti>''[http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/cronaca/2010/19-novembre-2010/quei-colpevoli-sempre-assolti-tutti-veneti-stragi-nere-1804203591949.shtml ''Quei «colpevoli» sempre assolti. Tutti i veneti delle stragi nere]''], ''Corriere del Veneto'', 19 novembre 2010.</ref>.
La corteCassazione giudica così "inattendibile" il [[pentito]] di Ordine Nuovo [[Carlo Digilio]], che nel frattempo era morto il 12 dicembre 2005, che secondo la corteCorte le sue testimonianze "''«non erano quasi mai corredate da necessari elementi esterni di verifica''"»<ref name="Mario Caprara p. 256"/> mentre certifica "veridicità e genuinità" di quanto dichiarato da Martino Siciliano, ossia che "«Siciliano ha partecipato alla riunione con Zorzi e Maggi dell'aprile '69 nella libreria Ezzelino di Padova"» in cui "«Freda annunciò il programma degli attentati ai treni"». Tuttavia, poiché tali bombe non provocarono vittime, non è dimostrato il coinvolgimento di Maggi e Zorzi nella "strategia stragista di Freda e Ventura".<ref name=biondani>Paolo Biondani, [http://archiviostorico.corriere.it/2005/giugno/11/Freda_Ventura_erano_colpevoli__co_8_050611041.shtml ''«Freda e Ventura erano colpevoli»]'', ''Corriere della Sera'', 11 giugno 2005.</ref>.
 
=== Altre accuse per la strage di Piazza della Loggia ===
Nuovamente, basandosi esclusivamente sulle dichiarazioni di [[Carlo Digilio]]<ref>{{cita|Mario Caprara, Gianluca Semprini|p. 336}}</ref>, Zorzi fu indagato e rinviato a giudizio anche per la [[strage di Piazza della Loggia]].
Nel 2002 il pentito Martino Siciliano, già teste chiave nel processo per la [[strage di Piazza Fontana]] scagionò Delfo Zorzi da ogni accusa ma venne poi indagato per favoreggiamento<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/2002/giugno/15/Arrestato_pentito_Martino_Siciliano_nell_co_0_02061510151.shtml ''Arrestato il pentito Martino Siciliano nell'inchiesta su Piazza della Loggia<!--'', Titolo''Corriere generatodella automaticamenteSera'', -->]15 giugno 2002.</ref> così come il legale di Zorzi [[Gaetano Pecorella]]<ref>''[http://www.repubblica.it/online/politica/pecorella/pecorella/pecorella.html La Repubblica/politica: Strage di Brescia, Pecorella indagato per favoreggiamento<!--]'', Titolo''Repubblica.it'', generato21 automaticamenteagosto -->]2002.</ref>. Le indagini sul presunto favoreggiamento si conclusero con l'[[archiviazione]] nel 2010<ref>''[http://www.ilgiorno.it/brescia/cronaca/2010/05/07/328627-processo_strage.shtml Il Giorno - Brescia - Processo strage: richiesta di archiviazione per Pecorella e Maniaci<!--]'', Titolo''[[Il generatoGiorno]]'', automaticamente7 -->]maggio 2010.</ref>.
 
Il 16 novembre [[2010]] la [[Corte d'Assiseassise]] di [[Brescia]] assolse per [[insufficienza di prove]] tutti e cinque gli imputati.<ref>''[http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/11/16/piazza-della-loggia-assolti-in-appello-i-cinque-imputati/77191 "Brescia, assolti i cinque imputati per la strage di piazza della Loggia"]'', ''Il[[il Fatto quotidianoQuotidiano]]'', 16 novembre 2010.</ref><ref>''[http://www.repubblica.it/cronaca/2010/11/16/news/brescia_sentenza-9178422/ "Strage di piazza della Loggia dopo 36 anni tutti assolti i 5 imputati"]'', ''La Repubblica.it'', 16 novembre 2010.</ref>. Nella motivazione dei giudici di Brescia, la testimonianza di Carlo Digilio, "''«provato da debolezza fisica e psichica dovuta all'ictus''"», fu giudicata inattendibile come già lo fu nel caso della strage di [[Milano]]<ref>{{cita|Mario Caprara, Gianluca Semprini|p. 339}}</ref>. Tra questi furono assolti anche il [[generale]] [[Francesco Delfino]] accusato di aver depistato le indagini nella prima fase<ref>{{cita|Mario Caprara, Gianluca Semprini|p. 335}}</ref> e Pino Rauti per non aver commesso il fatto su richiesta della stessa accusa<ref>''[http://www.liberoquotidiano.it/news/italia/515112/Strage-piazza-della-Loggia--chiesti.html Strage piazza della Loggia, chiesti 4 ergastoli]'', - ''Libero'', Quotidiano<!--21 Titoloottobre generato automaticamente -->]2010.</ref>.
 
Tutti gli imputati furono nuovamente assolti anche in appello<ref>''[http://milano.repubblica.it/cronaca/2012/04/14/news/la_strage_di_piazza_della_loggia_tutti_assolti_al_processo_d_appello-33291630/ "Piazza della Loggia, nessun colpevole, assolti in quattro al processo d'appello."]'', ''La Repubblica.it'', 14 aprile 2012.</ref>, in seguito la ricorso della Procura generale di Brescia contro l'assoluzione in appello, Zorzi fu definitivamente assolto dalla [[Corte di Cassazione|Cassazione]] nel [[2014]] insieme a Delfino (per Pino Rauti intervenne l'estinzione del procedimento, essendo questi deceduto nel frattempo)<ref name="milano.repubblica.it"/>.
 
Al termine del processo Zorzi dichiarò la propria solidarietà ai parenti delle vittime: "''«Sento sinceramente il bisogno di sottolineare l'empatia che provo nei confronti dei parenti delle vittime della strage di Brescia in quanto posso ben comprendere la loro sofferenza avendo, in maniera e misura molto diversa, sofferto moltissimo anch'io, sotto tutti i profili personali e professionali''"»<ref name="brescia.corriere.it">''[http://brescia.corriere.it/brescia/notizie/cronaca/14_febbraio_24/zorzi-piazza-loggia-maggi-innocente-chi-sa-parli-baa77816-9d37-11e3-bc9d-c89ba57f02d5.shtml CorriereZorzi Bresciasu piazza Loggia: ultime«Maggi notizieinnocente. BresciaChi esa provincia<!--parli»]'', Titolo''Corriere.it'', generato24 automaticamentefebbraio -->]2014.</ref>. Aggiungendo che: "''«un'oscura regia ha voluto a tutti i costi ricercare per le stragi un colpevole che fosse rigorosamente 'fascista' e, sottolineo, non 'il colpevole'''."»<ref name="brescia.corriere.it"/> e dicendosi certo dell'innocenza di Carlo Maria Maggi, la cui sentenza di assoluzione, come quella di Maurizio Tramonte, era invece stata annullata dalla medesima sentenza della Cassazione<ref>''[http://www.bresciaoggi.it/stories/Cronaca/655750_zorzi_io_innocente_chi_sa_parli/?refresh_ce&utm_source=twitterfeed&utm_medium=twitter&scroll=1681 Zorzi: «Io innocente, chi sa parli»]'', ''Bresciaoggi'', 24 febbraio 2014.</ref>. Sia Maggi che Tramonte saranno condannati all'ergastolo nel 2015.
 
=== Ultimi anni ===
Nel settembre del [[2005]] il settimanale ''[[L'Espresso]]''<ref>[http://espresso.repubblica.it/dettaglio-archivio/1104867&m2s=a] L'inchiesta de ''L'Espresso'' sugli affari di Zorzi in Italia, settembre 2005.</ref> ha accusato Zorzi di svolgere affari in Italia nel campo della pelletteria attraverso una serie di società sotto copertura. Nello specifico accusandolo di essere il proprietario nel negozio ''Oxus'' a [[Milano]], con sede in [[Galleria Vittorio Emanuele II]], in un fondo di proprietà del comune meneghino, di un altro negozio della stessa catena in Piazza Fiume a [[Roma]]<ref>Gaia Giuliani, ''[http://www.repubblica.it/2006/12/sezioni/cronaca/zorzi-proteste-anniversario/zorzi-proteste-anniversario/zorzi-proteste-anniversario.html Marketing di protesta contro Delfo Zorzi per non dimenticare piazza Fontana]'', ''Repubblica.it'', 12 dicembre 2006.</ref>, ottenendo una querela da parte della società detentrice del marchio<ref>{{cita|Mario Caprara, Gianluca Semprini|p. 259}}</ref>.
 
Ad oggi Zorzi vive a [[Tokyo]], nel quartiere di [[Aoyama (Tokyo)|Aoyama]] e da quando è stato assolto da tutte le accuse in via definitiva, terminando così la sua latitanza, ha potuto dare nuovo impulso imprenditoriale alle sue attività grazie a frequenti rientri in Europa e in Italia.
 
Zorzi è intervenuto nel corso della trasmissione televisiva ''[[Porta a Porta]]'' condotta da [[Bruno Vespa]]. La telefonata è stata in parte ritrasmessa durante la trasmissione ''[[Blu notte - Misteri italiani|Blu notte]]'', condotta da [[Carlo Lucarelli]], in una puntata dedicata alla [[strage di Piazzapiazza Fontana]]. Dopo l'assoluzione in Cassazione, ha rilasciato una lunga intervista a [[Stefano Lorenzetto]] de ''[[Ilil Giornale]]''<ref>[http://www.stefanolorenzetto.it/pagine/interviste/Zorzi%20Delfo.pdf] Assolto da tutte le stragi: «I miei 31 anni di via crucis giudiziaria».</ref>.
 
Dal Giappone Zorzi, coadiuvato dal nipote, ha continuato la sua carriera imprenditoriale in Italia, tessendo una vasta rete di aziende operanti nel settore tessile e dell'alta moda con filiali in molteplici paesiPaesi.
 
== Note ==