Gaio Licinio Calvo: differenze tra le versioni

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Di Calvo come oratore resta menzione di almeno 21 orazioni, tra le quali famose nell'antichitá erano quelle contro Vatinio, caratterizzate, a dire delle citazioni, da veemenza e argomentazioni stringenti. Di queste, solo i titoli di cinque sono tramandati: In Asitium, In Drusum, Pro Messio, Pro C. Catone, In Vatinium (in quest'ultima causa fu, appunto, rivale di Cicerone).
 
Come poeta, Calvo scrisse molte poesie, d'amore, satiriche e politiche, come l'amico fraterno Catullo, ma delle quali restano pochisolo 24 versi., che mostrano come la polimetria non fosse esclusiva solo di Catullo: Tratra questi vanno segnalati un [[epigramma]] contro [[Pompeo]], accusato di essere omosessuale;, resti di un epitalamio e di carmi infamanti, in trimetri giambici, contro Cesare e personaggi dell'alta società.

La poesia dotta era rappresentata da un [[epillio]] intitolato "Io" (di cui restano pochi frammenti di tono erudito e un verso celebre per il pathos: "a, virgo infelix, erbis pascebis amaris!")<ref>Una ricostruzione del poemetto é stata tentata, sulla base di un simile trattamento del mito in Ovidio, da A.S. Hollis, Fragments of Roman Poetry c. 60 BC-AD 20, Oxford, Oxford University Press, 2007, pp. 25-30. </ref>.

Infine, ecome detto, Calvo scrisse le elegie che compose in memoria della moglie Quintilia e che l'amico Catullo elogiava come piene di affetto.: forse in esse il poeta dialogava, ricambiato, con l'ombra della moglie, come parrebbe da uno dei due frammenti rimasti.
 
La sua lirica, dunque, per quanto traspare dai pochi resti, fu di impronta alessandrina, caratterizzata da una profonda erudizione, da una attenzione all'elaborazione della forma, ma anche da una spontanea espressione di intimità affettiva.
 
== Note ==