Anni di piombo: differenze tra le versioni

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A Milano il 3 marzo 1972 le [[Brigate Rosse]] compiono il loro primo sequestro di persona, rapendo l'ingegner Idalgo Macchiarini, dirigente della Sit-Siemens, che prelevato di fronte allo stabilimento, sarà fotografato con un cartello al collo con scritto: «Mordi e fuggi. Niente resterà impunito. Colpiscine uno per educarne cento. Tutto il potere al popolo armato!» e sottoposto ad un interrogatorio (chiamato dalle Brigate Rosse «Processo Proletario nel Carcere del Popolo») di quindici minuti sui processi di ristrutturazione in corso nella fabbrica. A questa azione ne seguiranno altre, in un crescendo di intensità e di rilevanza delle persone rapite. A Genova il 18 aprile 1974 l'obiettivo si sposta verso persone che sono parte delle strutture delle istituzioni, nella loro logica di attacco allo Stato, rapiscono [[Mario Sossi]], un magistrato che l'anno precedente era stato [[Pubblico ministero (ordinamento italiano)|Pubblico ministero]] nel processo che portò alla condanna dei membri del gruppo terroristico [[Gruppo XXII Ottobre]], Sossi fu rilasciato a Milano il 23 maggio 1974.
 
Pochi mesi dopo i brigatisti [[Renato Curcio]] e [[Alberto Franceschini]] furono arrestati dai carabinieri del generale [[Carlo Alberto dalla Chiesa]], e c'erano le condizioni tecniche per eliminare il nascente terrosimoterrorismo, anche se mancò la volontà politica: ciò era impedito dal fatto che tutta la sinistra (sia socialista che comunista) non era intimorita dalla nascita e dallo sviluppo della propaganda armata, bensì era intimorita da eventuali prevaricazioni della polizia contro i manifestanti, al punto da organizzare cortei contro le Forze dell'Ordine di cui si chiedeva il disarmo. I politici firmatari di appelli e manifesti – presenti anche nella DC – parlavano di «fantomatiche» Brigate Rosse, enfatizzando invece la minaccia dei gruppi neofascisti e neonazisti<ref name="MontanelliCervi" />.
 
=== Le leggi speciali ===