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==Storia==
Non si conosce l'esatto anno di costruzione; probabilmente esisteva già una fortificazione a difesa del precedente ponte/acquedotto di origini romane. Forse venne eretto, o solamente consolidato, in epoca [[Tardo Medioevo|tardo medievale]], nel periodo in cui il [[cardinale Albornoz]] intraprese importanti iniziative edilizie a Spoleto, come la costruzione della [[Rocca Albornoziana (Spoleto)|Rocca]] sul colle sant'Elia e la sistemazione dell'antico ponte romano, alzato e ingrandito come lo vediamo oggi; forse anche il fortilizio, come le altre opere, fu affidateaffidato all'ingegno dell'architetto [[Matteo Gattaponi]].
Il primo cenno dell'edificio si trova in un testo del 1572 dedicato alle biografie di [[Braccio Fortebraccio]] e di [[Niccolò Piccinino|Nicolo Piccinino Perugino]]. Gli autori descrivono il tentativo, delda condottieroparte di Fortebraccio, di impadronirsi della Rocca nell'aprile 1419<ref>{{Cita libro|autore=Carlo Bandini|titolo=La rocca di Spoleto|editore=Tipografia dell'Umbria|città=Spoleto|anno=1933|p=82}}</ref>,; assalendoegli cercò prima di espugnare il fortilizio in incognito, come semplice gregario di una schiera di armati:
{{quote| [...] ai monti vicini dalla Rocca si passa per un ponte fondato sopra molte pilastre, e tanto alto ch'abbaglia la vista di chi rimira à basso, nella fin del ponte surge à mezzo del monte una Torre alta e gagliarda, acciocché quei di dentro, facendosi qualche tumulto dal popolo contro la Rocca, possano ricevere il soccorso da fuori, e i nemici non possano occupare il ponte, guardato dalla Torre [...] Braccio presa che hebbe la Torre, cercando di occupare il ponte, del quale havea già libera l'entrata, combatteva anch'egli coperto da uno scudo [...] mentre egli così combatteva, una freccia tirata dalla Rocca gli trapassò un piede...<ref>{{Cita web|url=https://books.google.it/books?id=cb9UAAAAcAAJ&printsec=frontcover&dq=braccio+fortebraccio&hl=it&sa=X&ved=#v=onepage&q=braccio%20fortebraccio&f=false|autore1=Gio. Antonio Campano|autore2=Giovanbattista Poggio Fiorentino|altri=tradotto in volgare da M. Pompeo Pellino Perugino|titolo=L'Historie et vite di Braccio Fortebracci detto da Montone, et di Nicolo Piccinino Perugino|città=Venezia|anno=1572|p=86|accesso=17 febbraio 2016}}</ref>}}
Dovette ritirarsi e rimase zoppo per sempre. Altri tentativi disposti dalle sue truppe contro la Rocca non ebbero fortuna alcuna. Il controllo del Ponte sia da oriente sia da occidente si mostrò efficace, come ingegnosamente progettato dal Gattaponi.
 
Indicato come "lu mulinu a botte"<ref>{{Cita web|url=http://www.piazzaduomo.org/Sansi/Sansi%20Vol.%20VII/parruccio.pdf|autore=Parruccio Zampolini|titolo=Frammenti degli annali di Spoleto di Parruccio Zampolini dal 1305 al 1424|curatore=Achille Sansi|opera=Memorie umbre - Documenti storici inediti|p=22|accesso=13 febbraio 2016}}</ref>, èl'esistenza citatodel fortilizio si legge anche negli annali di [[Parruccio Zampolini]] (1305-1424).
 
Fu abbandonato una prima volta nel XVI secolo e solo nel 1601 venne restaurato per volontà di [[Fabrizio Perugini]] vescovo di [[Terracina]], luogotenente a Spoleto del cardinale [[Cinzio Aldobrandini]]. A questo intervento appartiene la costruzione di un passaggio pensile evidente nell'iconografia dell'epoca. Di nuovo viene usato come mulino <ref>{{Cita libro|nome=Carlo|cognome=Bandini|titolo=Monte Luco, con prefazione di [[Ugo Ojetti]]|città=Spoleto|editore=Claudio Argentieri Editore|anno=1922|p=72}}</ref>