Utente:Manuelarosi/Sandbox3: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Manuelarosi (discussione | contributi)
Manuelarosi (discussione | contributi)
Nessun oggetto della modifica
Riga 4:
|Nome = Fortilizio dei mulini
|Immagine = Fortilizio dei mulini. Spoleto 4.jpg
|Didascalia = Il fortilizio dei Mulini, sullo sfondo la Rocca
|Stato = ITA
|Città = [[File:Spoleto-Stemma.png|20px]] [[Spoleto]]
Riga 25:
}}
 
Il '''fortilizio dei mulini''' è un impervio edificio turrito situato a [[Spoleto]], all'estremità verso [[Monteluco]] del [[Ponte delle Torri]]. Seppur ridotto a rudere fatiscente, è partecompreso delnel panorama più famoso e caratteristico della città.
 
==Funzioni==
La funzione prevalente del fortilizio era di vigilanza: una torre di avvistamento che sorvegliava la strada sopra il ponte, facile da battere e bersagliare dall'alto. All'altro estremo la vigilanza veniva garantita dalla possente fortezza, la [[Rocca Albornoziana (Spoleto)|Rocca Albornoziana]]. Il perfetto allineamento fra il fortilizioquesta e unail dellefortilizio, piùconsentiva robustefacilmente torrilo (Lascambio Torretta)di dellasegnalazioni Rocca,in consentiva facilmente segnalazionioccasione di eventuali pericoli, conattraverso [[segnali di fumo]] o di fuoco, o sbandieramenti.
 
Un'altra importante funzione era quella di mulino per il grano. Il fortilizio infatti rappresentava il punto di confluenza di due acquedotti, [[Acquedotto di Cortaccione|quello di Cortaccione]] e quello proveniente da [[Patrico]]. Prima di percorrere il canale sopra il ponte, l'acqua si riversava in ampi contenitori al suo interno adattato fin dal [[XIV secolo]] a svolgere la funzione di serbatoio, denominato ''la Rifolta''. Confluendo dentro la ''la Rifolta'', le acque con la loro caduta azionavano le ruotemacine di due [[mulini]] comunali, uno dei quali rimase in attività fino a fine [[ottocento]]; venne abbandonato dopo la costruzione del nuovo acquedotto di Spoleto nel 1894. Altri vecchi acquedotti meridionali seguitarono a riversarsi ne la ''Rifolta'', ma la discesa delle loro acque, non dovendo più alimentare il mulino, divenne un suggestivo insieme di [[cascata]] e cascatelle.
[[File:Fortilizio dei mulini. Spoleto.jpg|thumb|Fortilizio dei mulini. Spoleto]]
[[File:Fortilizio dei mulini. Spoleto 7.jpg|thumb|Fortilizio dei mulini. Spoleto 7]]
[[File:Fortilizio dei mulini. Spoleto 3.jpg|thumb|FortilizioIl deifortilizio mulini.in Spoletoun'antica 3foto]]
Altri vecchi acquedotti meridionali continuarono a riversarsi nella ''Rifolta'', ma la discesa delle loro acque, non dovendo più alimentare il mulino, divenne un suggestivo insieme di [[cascata]] e cascatelle.
 
==Storia==
Riga 32 ⟶ 41:
Il primo cenno dell'edificio si trova in un testo del 1572 dedicato alle biografie di [[Braccio Fortebraccio]] e di [[Niccolò Piccinino|Nicolo Piccinino Perugino]]. Gli autori descrivono il tentativo, da parte di Fortebraccio, di impadronirsi della Rocca nell'aprile 1419<ref>{{Cita libro|autore=Carlo Bandini|titolo=La rocca di Spoleto|editore=Tipografia dell'Umbria|città=Spoleto|anno=1933|p=82}}</ref>; egli cercò prima di espugnare il fortilizio in incognito, come semplice gregario di una schiera di armati:
{{quote| [...] ai monti vicini dalla Rocca si passa per un ponte fondato sopra molte pilastre, e tanto alto ch'abbaglia la vista di chi rimira à basso, nella fin del ponte surge à mezzo del monte una Torre alta e gagliarda, acciocché quei di dentro, facendosi qualche tumulto dal popolo contro la Rocca, possano ricevere il soccorso da fuori, e i nemici non possano occupare il ponte, guardato dalla Torre [...] Braccio presa che hebbe la Torre, cercando di occupare il ponte, del quale havea già libera l'entrata, combatteva anch'egli coperto da uno scudo [...] mentre egli così combatteva, una freccia tirata dalla Rocca gli trapassò un piede...<ref>{{Cita web|url=https://books.google.it/books?id=cb9UAAAAcAAJ&printsec=frontcover&dq=braccio+fortebraccio&hl=it&sa=X&ved=#v=onepage&q=braccio%20fortebraccio&f=false|autore1=Gio. Antonio Campano|autore2=Giovanbattista Poggio Fiorentino|altri=tradotto in volgare da M. Pompeo Pellino Perugino|titolo=L'Historie et vite di Braccio Fortebracci detto da Montone, et di Nicolo Piccinino Perugino|città=Venezia|anno=1572|p=86|accesso=17 febbraio 2016}}</ref>}}
DovetteIl condottiero dovette ritirarsi e rimase zoppo per sempre. Altri tentativi disposti dalle sue truppe contro la Rocca non ebbero fortuna alcuna. Il controllo del Ponte sia da oriente sia da occidente si mostrò efficace, come ingegnosamente progettato dal Gattaponi.
 
Indicato come "lu mulinu a botte"<ref>{{Cita web|url=http://www.piazzaduomo.org/Sansi/Sansi%20Vol.%20VII/parruccio.pdf|autore=Parruccio Zampolini|titolo=Frammenti degli annali di Spoleto di Parruccio Zampolini dal 1305 al 1424|curatore=Achille Sansi|opera=Memorie umbre - Documenti storici inediti|p=22|accesso=13 febbraio 2016}}</ref>, l'esistenza del fortilizio si legge anche negli annali di [[Parruccio Zampolini]] (1305-1424).
 
Fu abbandonato una prima volta nel [[XVI secolo]] a causa di lunghi litigi fra il Comune e soloil [[mugnaio]]. Solo nel 1601 venne restaurato e rimesso in funzione per volontà di [[Fabrizio Perugini]] vescovo di [[Terracina]], luogotenente a Spoleto del cardinale [[Cinzio Aldobrandini]]. A questo intervento appartiene la costruzione di un passaggio pensile evidente nellL'iconografiaevento dell'epoca.viene Diricordato nuovoda vieneuna usatolapide comeposta mulinoda <ref>{{Citaallora libro|nome=Carlo|cognome=Bandini|titolo=Montenella Luco,facciata conmeridionale prefazione didel [[UgoPalazzo Ojetti]]|città=Comunale (Spoleto)|editore=Claudiopalazzo Argentiericomunale]]. Editore|anno=1922|p=72}}</ref>
[[File:Fortilizio dei mulini. Spoleto.jpg|thumb|Fortilizio dei mulini. Spoleto]]
[[File:Fortilizio dei mulini. Spoleto 7.jpg|thumb|Fortilizio dei mulini. Spoleto 7]]
[[File:Fortilizio dei mulini. Spoleto 3.jpg|thumb|Fortilizio dei mulini. Spoleto 3]]
L'edificio fu del tutto abbandonato dopo
 
All'inizio del settecento i mulini erano due, uno superiore all'altro, ed erano gestiti per conto del Comune che ne ricavava un buon reddito; venivano sorvegliati da uno dei ''deputati degli acquedotti'', compito al quale si avvicendarono Pier Biagio Fontana e il conte Paolo Campello<ref>{{Cita libro|nome=Carlo|cognome=Bandini|titolo=Il fonte e gli acquedotti|opera=Monte Luco, con prefazione di [[Ugo Ojetti]]|città=Spoleto|editore=Claudio Argentieri Editore|anno=1922|p=72}}</ref>.
==Funzioni==
 
La funzione prevalente del fortilizio era di vigilanza: una torre di avvistamento che sorvegliava la strada sopra il ponte, facile da battere e bersagliare dall'alto. All'altro estremo la vigilanza veniva garantita dalla possente fortezza, la [[Rocca Albornoziana (Spoleto)|Rocca Albornoziana]]. Il perfetto allineamento fra il fortilizio e una delle più robuste torri (La Torretta) della Rocca, consentiva facilmente segnalazioni di eventuali pericoli, con [[segnali di fumo]] o sbandieramenti.
Ai primi del [[novecento]] l'edificio venne del tutto abbandonato e iniziò la sua decadenza.
 
==Osservazioni==
Un'altra importante funzione era quella di mulino per il grano. Il fortilizio infatti rappresentava il punto di confluenza di due acquedotti, [[Acquedotto di Cortaccione|quello di Cortaccione]] e quello proveniente da [[Patrico]]. Prima di percorrere il canale sopra il ponte, l'acqua si riversava in ampi contenitori al suo interno adattato fin dal [[XIV secolo]] a svolgere la funzione di serbatoio, denominato ''Rifolta''. Confluendo dentro la ''Rifolta'', le acque con la loro caduta azionavano le ruote di due [[mulini]] comunali, uno dei quali rimase in attività fino a fine [[ottocento]]; venne abbandonato dopo la costruzione del nuovo acquedotto di Spoleto nel 1894. Altri vecchi acquedotti meridionali seguitarono a riversarsi ne la ''Rifolta'', ma la discesa delle loro acque, non dovendo più alimentare il mulino, divenne un suggestivo insieme di [[cascata]] e cascatelle.
Nei secoli l'edificio ha subito numerosi interventi che ne hanno cambiato destinazione d'uso e significato, come si evince da stampe, incisioni e foto di varie epoche. Tra i cambiamenti più appariscenti la tamponatura di un alto arco verso il Ponte delle Torri e la sua conseguente riduzione a semplice finestra. E ancora la chiusura di alcuni spazi, il consolidamento di tutta la struttura, lo spostamento dell'ingresso da nord a sud con l'aggiunta della facciata verso il sentiero chiamato ''corta di Monteluco''; venne realizzata con [[pietra sponga]] e corredata da due fonti simmetriche, sopra l'ingresso una scritta scolpita "Custode del serbatoio dell'acqua potabile".
 
==Note==