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| Riga 4: |Nome = Fortilizio dei mulini |Immagine = Fortilizio dei mulini. Spoleto 4.jpg |Didascalia = Il fortilizio dei Mulini, sullo sfondo la Rocca |Stato = ITA |Città = [[File:Spoleto-Stemma.png|20px]] [[Spoleto]] Riga 25: }} Il '''fortilizio dei mulini''' è un impervio edificio turrito situato a [[Spoleto]], all'estremità verso [[Monteluco]] del [[Ponte delle Torri]]. Seppur ridotto a rudere fatiscente, è  ==Funzioni==▼ La funzione prevalente del fortilizio era di vigilanza: una torre di avvistamento che sorvegliava la strada sopra il ponte, facile da battere e bersagliare dall'alto. All'altro estremo la vigilanza veniva garantita dalla possente fortezza, la [[Rocca Albornoziana (Spoleto)|Rocca Albornoziana]]. Il perfetto allineamento fra  Un'altra importante funzione era quella di mulino per il grano. Il fortilizio infatti rappresentava il punto di confluenza di due acquedotti, [[Acquedotto di Cortaccione|quello di Cortaccione]] e quello proveniente da [[Patrico]]. Prima di percorrere il canale sopra il ponte, l'acqua si riversava in ampi contenitori al suo interno adattato fin dal [[XIV secolo]] a svolgere [[File:Fortilizio dei mulini. Spoleto 3.jpg|thumb| Altri vecchi acquedotti meridionali continuarono a riversarsi nella ''Rifolta'', ma la  discesa delle loro acque, non dovendo più alimentare il mulino, divenne un suggestivo insieme di [[cascata]] e cascatelle. ==Storia== Riga 32 ⟶ 41: Il primo cenno dell'edificio si trova in un testo del 1572 dedicato alle biografie di [[Braccio Fortebraccio]] e di [[Niccolò Piccinino|Nicolo Piccinino Perugino]]. Gli autori descrivono il tentativo, da parte di Fortebraccio, di impadronirsi della Rocca nell'aprile 1419<ref>{{Cita libro|autore=Carlo Bandini|titolo=La rocca di Spoleto|editore=Tipografia dell'Umbria|città=Spoleto|anno=1933|p=82}}</ref>; egli cercò prima di espugnare il fortilizio in incognito, come semplice gregario di una schiera di armati: {{quote| [...] ai monti vicini dalla Rocca si passa per un ponte fondato sopra molte pilastre, e tanto alto ch'abbaglia la vista di chi rimira à basso, nella fin del ponte surge à mezzo del monte una Torre alta e gagliarda, acciocché quei di dentro, facendosi qualche tumulto dal popolo contro la Rocca, possano ricevere il soccorso da fuori, e i nemici non possano occupare il ponte, guardato dalla Torre [...] Braccio presa che hebbe la Torre, cercando di occupare il ponte, del quale havea già libera l'entrata, combatteva anch'egli coperto da uno scudo [...] mentre egli così combatteva, una freccia tirata dalla Rocca gli trapassò un piede...<ref>{{Cita web|url=https://books.google.it/books?id=cb9UAAAAcAAJ&printsec=frontcover&dq=braccio+fortebraccio&hl=it&sa=X&ved=#v=onepage&q=braccio%20fortebraccio&f=false|autore1=Gio. Antonio Campano|autore2=Giovanbattista Poggio Fiorentino|altri=tradotto in volgare da M. Pompeo Pellino Perugino|titolo=L'Historie et vite di Braccio Fortebracci detto da Montone, et di Nicolo Piccinino Perugino|città=Venezia|anno=1572|p=86|accesso=17 febbraio 2016}}</ref>}} Indicato come "lu mulinu a botte"<ref>{{Cita web|url=http://www.piazzaduomo.org/Sansi/Sansi%20Vol.%20VII/parruccio.pdf|autore=Parruccio Zampolini|titolo=Frammenti degli annali di Spoleto di Parruccio Zampolini dal 1305 al 1424|curatore=Achille Sansi|opera=Memorie umbre - Documenti storici inediti|p=22|accesso=13 febbraio 2016}}</ref>, l'esistenza del fortilizio si legge anche negli annali di [[Parruccio Zampolini]] (1305-1424). Fu abbandonato una prima volta nel [[XVI secolo]] a causa di lunghi litigi fra il Comune e  ▲[[File:Fortilizio dei mulini. Spoleto.jpg|thumb|Fortilizio dei mulini. Spoleto]] ▲[[File:Fortilizio dei mulini. Spoleto 7.jpg|thumb|Fortilizio dei mulini. Spoleto 7]] ▲[[File:Fortilizio dei mulini. Spoleto 3.jpg|thumb|Fortilizio dei mulini. Spoleto 3]] All'inizio del settecento i mulini erano due, uno superiore all'altro, ed erano gestiti per conto del Comune che ne ricavava un buon reddito; venivano sorvegliati da uno dei ''deputati degli acquedotti'', compito al quale si avvicendarono Pier Biagio Fontana e il conte Paolo Campello<ref>{{Cita libro|nome=Carlo|cognome=Bandini|titolo=Il fonte e gli acquedotti|opera=Monte Luco, con prefazione di [[Ugo Ojetti]]|città=Spoleto|editore=Claudio Argentieri Editore|anno=1922|p=72}}</ref>. ▲==Funzioni== ▲La funzione prevalente del fortilizio era di vigilanza: una torre di avvistamento che sorvegliava la strada sopra il ponte, facile da battere e bersagliare dall'alto. All'altro estremo la vigilanza veniva garantita dalla possente fortezza, la [[Rocca Albornoziana (Spoleto)|Rocca Albornoziana]]. Il perfetto allineamento fra il fortilizio e una delle più robuste torri (La Torretta) della Rocca, consentiva facilmente segnalazioni di eventuali pericoli, con [[segnali di fumo]] o sbandieramenti. Ai primi del [[novecento]] l'edificio venne del tutto abbandonato e iniziò la sua decadenza. ==Osservazioni== ▲Un'altra importante funzione era quella di mulino per il grano. Il fortilizio infatti rappresentava il punto di confluenza di due acquedotti, [[Acquedotto di Cortaccione|quello di Cortaccione]] e quello proveniente da [[Patrico]]. Prima di percorrere il canale sopra il ponte, l'acqua si riversava in ampi contenitori al suo interno adattato fin dal [[XIV secolo]] a svolgere la funzione di serbatoio, denominato ''Rifolta''. Confluendo dentro la ''Rifolta'', le acque con la loro caduta azionavano le ruote di due [[mulini]] comunali, uno dei quali rimase in attività fino a fine [[ottocento]]; venne abbandonato dopo la costruzione del nuovo acquedotto di Spoleto nel 1894. Altri vecchi acquedotti meridionali seguitarono a riversarsi ne la ''Rifolta'', ma la  discesa delle loro acque, non dovendo più alimentare il mulino, divenne un suggestivo insieme di [[cascata]] e cascatelle. Nei secoli l'edificio ha subito numerosi interventi che ne hanno cambiato destinazione d'uso e significato, come si evince da stampe, incisioni e foto di varie epoche. Tra i cambiamenti più appariscenti la tamponatura di un alto arco verso il Ponte delle Torri e la sua conseguente riduzione a semplice finestra. E ancora la chiusura di alcuni spazi, il consolidamento di tutta la struttura, lo spostamento dell'ingresso da nord a sud con l'aggiunta della facciata verso il sentiero chiamato ''corta di Monteluco''; venne realizzata con [[pietra sponga]] e corredata da due fonti simmetriche, sopra l'ingresso una scritta scolpita "Custode del serbatoio dell'acqua potabile". ==Note== | |||