Omicidio di Marta Russo: differenze tra le versioni

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Al fine di una controffensiva mediatica, si costituì un Comitato per la difesa di Giovanni Scattone e Salvatore Ferraro (non legata agli avvocati ufficiali Siniscalchi, Rossi e Petreilli), per iniziativa del [[francesistica|francesista]] [[Alberto Beretta Anguissola]] (autore di numerosi interventi pubblici in favore degli imputati<ref>ad esempio, l'articolo [http://www.webalice.it/guido.vitiello/Psicanalisi%20della%20giustizia.htm ''Psicanalisi della giustizia'']</ref> e per il quale il [[Giovanni Scattone#Il caso mediatico|caso mediatico Scattone-Ferraro]] era una riedizione modificata del [[caso Dreyfus]]<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2000/07/25/scattone-ferraro-nella-rete.html ''Scattone e Ferraro nella rete'']</ref>); al comitato e alla campagna innocentista aderirono, in vario modo, numerose personalità, tra cui: [[Alessandro Figà Talamanca]], [[Giovanni Valentini (giornalista)|Giovanni Valentini]] (sostenitore dell'insufficienza di prove<ref>[http://www.webalice.it/guido.vitiello/mistero.htm Una recensione del libro di Giovanni Valentini ''Il mistero della Sapienza'', di Alberto Beretta Anguissola]</ref>), [[Guido Vitiello]], [[Antonino Lo Presti]], [[Alfredo Mantovano]], [[Alberto Simeone]], l'ex Rettore della Sapienza [[Giorgio Tecce]], lo scrittore [[Vincenzo Cerami]], lo storico [[Giovanni Sabbatucci]], il giornalista [[Giuseppe D'Avanzo]], [[Marco Taradash]], [[Daniele Capezzone]], [[Alfredo Biondi]], [[Guido Calvi]], [[Filippo Mancuso]], [[Enzo Fragalà]], [[Gustavo Selva]], [[Sandro Provvisionato]], [[Ettore Bucciero]], [[Carlo Giovanardi]], [[Emanuele Macaluso]] (che definì "un tipo di tortura" l'interrogatorio della Alletto), [[Maurizio Pieroni]], [[Carlo Taormina]] e altri 148 cittadini<ref name=parte/><ref>[http://www1.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/1998/09/18/Politica/MARTA-RUSSO-MANTOVANO-METODI-DA-STRISCIA-LA-NOTIZIA_184700.php MARTA RUSSO: MANTOVANO, METODI DA 'STRISCIA LA NOTIZIA']</ref><ref name=unita>[http://archiviostorico.unita.it/cgi-bin/highlightPdf.cgi?t=ebook&file=/golpdf/uni_1998_09.pdf/19INT01A.pdf&query=cristiana%20pulcinelli Articoli in pdf de l'Unità]</ref>; nell'esposto vennero citati: l'intercettazione ambientale del colloquio Lasperanza, Ormanni e la testimone Gabriella Alletto, l'intercettazione ambientale del colloquio tra Francesco Liparota e suo padre Antonio, ''«l'omessa ed incompleta verbalizzazione dei colloqui tra l'autorità giudiziaria e le persone informate sui fatti»'', la nomina irregolare o in forma insolita dei difensori d'ufficio dell'Alletto, l'uso in giudizio delle perizie psicologiche di Scattone e Ferraro (proibito dal [[codice di procedura penale]]), ''«l'incongrua richiesta della trasmissione degli atti»'' e la ''«tardiva verifica degli alibi»''.<ref>[http://www.webalice.it/guido.vitiello/adesioni.htm Adesioni al Comitato pro Scattone e Ferraro]</ref><ref>[http://www1.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/1999/07/07/Cronaca/MARTA-RUSSO-DA-SCATTONE-E-FERRARO-ESPOSTO-CONTRO-I-PM_155100.php ''MARTA RUSSO: DA SCATTONE E FERRARO ESPOSTO CONTRO I PM'']</ref>.
Lo scopo del Comitato era di sostenere moralmente ed economicamente i due assistenti universitari, nonché di favorire un giusto processo e un'eventuale assoluzione.<ref>[http://www.webalice.it/guido.vitiello/ Comitato per la difesa di Scattone e Ferraro]</ref>
Espresse dubbi anche il magistrato [[Ferdinando Imposimato]].<ref name=imposimato>F. Imposimato, ''L'errore giudiziario: aspetti giuridici e casi pratici'', caso 20: Marta Russo, pp. 159-162</ref> Secondo il magistrato la maggioranza dei processi mediatici generano errori giudiziari.<ref>In tal modo il giornalista diventa complice: quello che accade e che si scrive nei primi giorni diviene spesso determinante l'opinione pubblica né quella dei giudici popolari, che si rifanno alla prima impressione, adeguandosi alla tesi dell'accusa. A causa del "libero convincimento del giudice", una campagna di stampa colpevolista può avere effetti irreversibili ai fini di un'ingiusta condanna. Nel caso citato, benché la sentenza di condanna per colpa abbia escluso il dolo, la prima ricostruzione (un omicidio effettuato per gioco o per realizzare il "delitto perfetto") rimase legata al caso nella mente di parte dell'opinione pubblica, a causa di una campagna stampa aggressiva e accondiscendente verso le tesi degli investigatori e dei pubblici ministeri, i quali si avvalsero spesso dello strumento della [[querela]] per difendere il loro teorema giudiziario. Gli imputati, secondo il magistrato e avvocato, sono stati, quindi, gravemente danneggiati dalla stampa, e nessuno ha dovuto pagare un prezzo o un risarcimento per questo, come in altri casi simili, a differenza di quanto avviene in altri Paesi (ad esempio, negli [[Stati Uniti]], anticipare sugli organi di stampa, in maniera netta, un verdetto di un tribunale può portare anche all'incriminazione per oltraggio alla corte). La stampa ha cessato di essere colpevolista a prescindere solo dopo il video della Alletto, mentre già prima sarebbe stato possibile dare un giudizio.</ref><ref name=tavola/>
Il professor [[Giovanni Sabbatucci]], innocentista da subito, disse che «non solo manca la certezza che lo sparo sia partito da quella finestra (e questo già lo si sapeva), ma c'è qualche buon motivo in più per pensare che lo sparo non sia partito da lì; e che dunque tutto l'improbabile scenario costruito dall'accusa (due giovani studiosi incensurati si procurano, non si sa come, una pistola, mai ritrovata, e la usano per sparare a casaccio da una finestra colpendo a morte la povera studentessa: il tutto in un luogo aperto al pubblico e alla presenza di testimoni che li conoscono bene) sia fondato praticamente sul nulla».
Anche l'ex giudice Edoardo Mori pronunciò in anni seguenti un giudizio fortemente critico.<ref>[http://www.earmi.it/varie/scienze%20forensi.html ''La drammatica situazione delle scienze forensi in Italia'']</ref>