Pandosia Bruzia: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Etichette: Modifica da mobile Modifica da web per mobile
Etichette: Modifica da mobile Modifica da web per mobile
Riga 21:
 
==L'identificazione della città==
Dai resoconti delle fonti antiche si evince che la città si trovava presso un fiume che aveva all'epoca il nome di Acheronte, che era al confine tra Bruzi e Lucani. E stata l'antica capitale dei re Enotri ,situata nell'interno , era annoverata a mezza strada tra Sibari e Temesa, un po sopra a Cosenza. Talora posta tra le citta del Tirreno, o in quelle del versante Jonico. Citate nella Pariegesi di Pseudo-Scimmo vv . 326-329: nel Pseudo Scilace e ciatata semplicemente fra le citta greche e lucane .a.Attualmente le evidenze e i ritrovamenti archeologici più prominenti situano Pandosia nei pressi dell'attuale Castrolibero o nei pressi dell' attuale città di Acri.
<ref>Castrolibero e Marano Principato nel [[XIX secolo]] costituivano un unico comune, con il nome di "Castelfranco". Gli attuali comuni di Castrolibero, [[Marano Marchesato]] e [[Marano Principato]] hanno costituito nel [[1998]] l'"Unione Pandosia".</ref>: dista pochi chilometri da Cosenza e sembra concordare con il racconto liviano della fine di Alessandro il Molosso, secondo il quale parte del suo corpo, straziato dai nemici, venne trasportato a Cosenza ovviamente a dorso di mulo. La città di Cosenza doveva essere molto vicina tenuto conto dei mezzi di trasporto di allora. Castrolibero fu inizialmente una fortezza (Castelfranco e prima ancora Pandosia) situata nei tenimenti di [[Mendicino]]. I centri storici dei comuni di Mendicino e di Castrolibero, che confinano tra loro, si trovano a pochi chilometri di distanza l'uno dall'altro.In un documento del 1267 ''In tenimento Mendicini'' si trovava il casale di "Pantosa" (infatti all'epoca il complesso Pantosa-Castelfranco faceva parte dei tenimenti di Mendicino). Il documento venne emanato in Viterbo, l'8 febbraio del 1267, decima indizione, da [[papa Clemente IV]]. In un altro documento del [[1278]] (documenti della cancelleria Angioina) il toponimo è indicato indifferentemente come "Pantose" o "Pandose", indicando una possibile sopravvivenza del nome dell'antica città di Pandosia. Nel [[1412]] il casale di Pantosa risulta disabitato<ref>Pergamena n.57 dell'Archivio Sanseverino di Bisignano nell'Archivio di Stato di Napoli.</ref> in quanto era stato abbandonato a favore di Castelfranco. A conferma della identità Castelfranco=Pandosia, la chiesa di San Nicola, al confine tra Castrolibero e Marano Principato, viene citata nel [[1545]] (F. Russo, ''Regesto Vaticano per la Calabria'', nn. 18965 e 18976) come ''S. Nicolai de Pantusa de Castrofranco'', la chiesa di San Salvatore, ora Parrocchia nel centro storico di Castelfranco, è citata nel [[1567]] in un documento del "notar" Giordano G. Andrea (Cosenza, 6-5-1563) f. 299 come ''Santis Salvatoris de Pantusa''. Quindi Pantosa-Pantusa e Castelfranco erano intimamente legati. A Castelfranco sono stati rinvenuti, in località "Palazzotto" i resti di strutture difensive e nel [[1877]] vi venne trovata una moneta dell'antica Pandosia<ref>Eugenio Arnon, ''La Calabria Illustrata'' (ristampa Edizioni Orizzonti meridionali, 1995), IV, p.59.</ref>.