Maddaloni: differenze tra le versioni
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== Storia ==
===Antichità===
Al confine tra gli attuali comuni di Maddaloni e di [[San Nicola la Strada]], lungo la [[via Appia]], sorgeva la città di [[Calatia]], fondata probabilmente intorno all'[[VIII secolo a.C.]] durante l'[[età del ferro]] dell'Europa centrale. Essa si estendeva su una superficie di dodici ettari di terreno, mentre tutto il perimetro fuori le mura abbracciava un vasto territorio di circa sessanta ettari. Difficile ricostruire le sue origini e conoscerne la storia, in quanto risulta ormai del tutto distrutta e pochissimi sono i documenti che la citano. Parte, però, della vita che si svolgeva in questo luogo è ricostruibile attraverso le campagne di scavo che, grazie al ritrovamento di vari oggetti, cercano di interpretare la quotidianità del tempo ormai perduto.
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Di tale periodo è la [[Tabula Peutingeriana]] che rappresenta uno dei documenti cartografici più importanti dell'antichità. Tale documento fu scoperto in una Biblioteca di Worms, nel [[XV secolo]] da [[Konrad Celtes]], umanista viennese, che lo consegnò a [[Konrad Peutinger]], un antiquario dal quale poi prese il nome. La Tabula indica luoghi e strade dell'età romana imperiale dell'intero mondo conosciuto dagli antichi con i tre continenti Europa, Asia e Africa; alla V tavola sono evidenziate le strade che nella pianura campana collegavano tra loro luoghi e città, tra le quali Calatia, Capua ed altre. Eccone un riferimento [http://peutinger.atlantides.org/map-a/#?z=3&xy=181.59722%2C14.91528&l=BTFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFFF onine] in cui si scorgono chiaramente Capuae a est di Puteolis (l'attuale [[Pozzuoli]]) e Neapoli, quindi Calatie e Ad Novas (l'attuale [[Santa Maria a Vico]]) sulla [[via Appia]] verso [[Benevento]].
Una nuova fase storica iniziò per la città nell'anno [[439]], quando fu istituita la diocesi ad opera di [[Sant'Augusto]], primo vescovo di Calatia. La figura di questo vescovo è avvolta dalla leggenda, infatti si narra che egli con altri undici uomini, in seguito alle invasioni dei [[Vandali]] di [[Genserico]], scappò dalle coste dell'Africa per approdare sulle coste della Campania e più precisamente nella zona dell'odierna [[Mondragone]], per poi vagare per i luoghi campani e fondare le prime dodici diocesi della Campania. Sant'Augusto fondò dunque la diocesi di Calatia e si racconta anche che abbia operato dei miracoli nella stessa città, risuscitando dei morti, dando la vista a dei ciechi e convertendo alcuni Giudei che abitavano la zona. Per queste ragioni fu perseguitato a tal punto da dover scappare dalla città e rifugiarsi nell'antico monastero della [[Maria Maddalena|Maddalena]] che si trovava nell'antico borgo di Maddaloni e che oggi non esiste più.
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Tuttavia, presunto o vero che sia il racconto della vita di Sant'Augusto, ciò che interessa è la sede della diocesi che si venne ad istituire a Calatia in quel presunto anno 439 d.C. Tale diocesi fu anche sede episcopale con l'annessa chiesa dedicata a [[San Giacomo]] (tutta la zona di Calatia fino a qualche tempo fa era denominata infatti San Giacomo alle Gallazze, mentre oggi questa toponimo è quasi del tutto scomparso). La diocesi dovette assumere una forte importanza al punto tale che, quando la città subì le ultime devastazioni (nel corso del [[IX secolo]]) e i suoi abitanti furono costretti ad abbandonarla, istituzionalmente essa fu traslocata a [[Casertavecchia|Casahirta]], l'attuale [[Casertavecchia]] sul Monte Virgo, dove ancora per un lungo periodo i vari vescovi preposti conservarono il titolo di "Episcopus Calatinus". La distruzione della città di Calatia, dunque, comportò lo spostamento della popolazione in luoghi più riparati dalle incursioni barbariche che in quel periodo erano frequenti nella zona.
==Medio Evo===
Quindi, parte dei Calatini si rifugiò sul Monte Virgo e fondò o popolò quello che già esisteva di [[Casertavecchia|Casahirta]] trasferendo in quel luogo anche la diocesi, e parte si stanziò presso la forse già esistente Maddaloni. In questo borgo, a quel tempo, dovevano esserci almeno cinque o sei chiese tra le quali San Benedetto, San Martino, Sant'Agnello, e il monastero della Maddalena, così come già esisteva il Castello, anche se non ne conosciamo la struttura originaria. Esso doveva già esistere nel [[II secolo a.C.]], in quanto citato da [[Tito Livio]] nell'opera "Ab Urbe condita libri" quando, nel raccontare i fatti annibalici, lo storico latino, nel passaggio dalla [[via Sannitica]] verso Calatia, cita un Kastrum, da identificare con il Castello di Maddaloni. Quindi dall'anno [[880]] in poi per il borgo di Maddaloni iniziò una nuova fase storica: la popolazione si arroccò intorno alla collina del castello, furono costruite le varie abitazioni e la cinta muraria, percorribile a piedi, che cingeva tutto il borgo, allo scopo di difenderlo.
Negli stessi anni fu costruita anche la torre piccola o torre nord affinché essa potesse rappresentare un punto di avvistamento. Nel corso del tempo la città di Maddaloni continuò a crescere ed il castello divenne il suo principale punto di riferimento, infatti già in epoca Normanna fu fortificato, mentre un secolo più tardi, nel [[1231]], con la dominazione sveva, fu riparato a spese della popolazione. Nell'anno [[1390]], il nuovo feudatario di Maddaloni, Carlo Artus, volle costruire una nuova torre, denominata appunto torre Artus, questa volta vicino al castello a rappresentare un nuovo punto di difesa della città; i lavori durarono dal 1390 al [[1402]]. La vita e le abitudini della popolazione intanto subivano profondi cambiamenti: si cominciavano a risvegliare i commerci e non si viveva più arroccati in montagna, ma in pianura, dove si potevano agevolmente coltivare i campi e scambiare le merci.
Quindi, anche gli abitanti del borgo di Maddaloni, già a partire dal [[XII secolo|XII]] - [[XIII secolo]], incominciarono a costruire nuove abitazioni fuori dalla cinta muraria del castello e di conseguenza si creò un nuovo assetto urbanistico della città, divisa in due parti, la zona della Pescara o più comunemente detta dei Formali da un lato e la zona dell'Oliveto dall'altro. Ma la svolta decisiva per Maddaloni avvenne nel [[1460]], quando tutto il borgo fu dato alle fiamme da [[Ferrante D'Aragona]] per la ribellione del nuovo feudatario Pietro da Mondrago, e quindi il castello e il borgo all'interno della cinta muraria ftirono abbandonati, determinando una diversa urbanizzazione della città lungo la fascia pedemontana. Nel [[1465]] [[Ferrante I di Napoli]] concesse il feudo di Maddaloni a [[Diomede Carafa]] (1406-1487) figlio di Antonio Carafa detto il Malizia. La famiglia napoletana dei [[Famiglia Carafa|Carafa]],
Il palazzo, quindi, rappresentava non solo la sede della corte ducale, ma svolgeva anche la funzione di controllo della fiera settimanale che si teneva all'interno del suo cortile, nonché una funzione di controllo della strada che passava proprio davanti all'edificio, rappresentando così un punto di riferimento politico, sociale ed economico di tutta la vita che si svolgeva in Maddaloni. Dal [[1465]] fu costruito il palazzo Ducale, 1'attuale Villaggio dei Ragazzi, e dal [[1546]] la cappella del Corpus Domini. Questa piazza cambiò aspetto a partire dal Settecento, quando iniziarono i lavori di ampliamento della chiesa del Corpus Domini con il suo imponente campanile e l'edificazione della congrega del Redentore. Tra il [[XVI secolo|XVI]] e il [[XVII secolo]] la città di Maddaloni visse allora un lento ma decisivo miglioramento: furono ampliate piazze, costruite nuove chiese e migliorate le preesistenti, edificati nuovi palazzi e, dato ancora più importante, ci furono risvegli commerciali.
Il percorso fu lento e difficoltoso: guerre intestine, crisi economiche e carestie ne caratterizzarono i tempi, ma ugualmente furono gettate le basi della Maddaloni che noi oggi conosciamo, mentre il [[XVIII secolo]] costituì il momento di maggior splendore per la città, in
== Economia ==
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