Nel [[diritto longobardo]] il '''gairethinx''' corrisponde alla consegna della [[legge]] al popolo da parte del [[re]], legge preventivamente approvata dai [[Soldato|soldati]] battendo le lance sugli scudi. Il termine indicava anche l'[[Assemblea generale|assemblea]] stessa del popolo in armi <ref name="bordonesergi">Renato Bordone; Giuseppe Sergi, ''Dieci secoli di medioevo'', Torino, Einaudi, 2009, pag. 21</ref> (il ''Concilum'' di cui parlano [[Tacito]] nell'opera [[De origine et situ Germanorum]] e [[Cesare]] nel [[De bello gallico]]) che, anche dopo l'insediamento in [[Italia]] del [[Longobardi|popolo longobardo]], decideva l'elezione del re e deliberava sulle scelte politiche, diplomatiche, legislative e giudiziarie più importanti. Depositaria delle ''[[Cawarfidae]]'', le norme tradizionali del popolo, non era tuttavia tanto un'arena pienamente [[Democrazia|democratica]], assimilabile a un moderno [[parlamento]], quanto il luogo nel quale i [[duca (Longobardi)|duchi]], capi delle [[Fara (Longobardi)|fare]], facevano valere la propria prominenza.
Il ''Gairethinx'' (la parola contiene una radice [[Lingua proto-germanica|germanica]] connessa, per esempio, al sostantivo [[Lingua inglese|inglese]] ''thing'' = cosa) ricorre nell'accezione della [[mancipatio]] romana, la consegna di qualcosa a qualcuno da una posizione superiore. Si tratta pertanto di una forma di [[concessione]].