Rally to Restore Sanity and/or Fear: differenze tra le versioni
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Il "rally", durato tre ore fra musica e [[comicità]], si è concluso con un discorso di 12 minuti di Jon Stewart, di cui è trascritta sotto la parte finale.
{{citazione|E ora pensavo di prenderci un momento, anche se breve, per discutere seriamente, se siete d'accordo. [...] Questa non e' stata una manifestazione per ridicolizzare le persone di fede o gli [[attivismo politico|attivisti]], o per guardare dall'alto in basso la parte conservatrice del paese o il loro entusiasmo, o per far credere che questi tempi non siano difficili e non ci sia nulla da temere. Sono difficili, e dobbiamo temere. Ma viviamo pur sempre in tempi difficili, non nella fine dei tempi. E possiamo provare animosità senza essere nemici. Ma sfortunatamente, uno dei tanti strumenti che ci permettevano di differenziare le due cose, si è rotto. La [[stampa]] allarmista del paese non ne è la causa, ma la sua esistenza ne rende più difficile la risoluzione. La stampa potrebbe puntare la sua lente di ingrandimento sui nostri problemi, portarli alla luce, ed illuminarci su problemi fino ad allora sconosciuti. Oppure possono usare questa lente di ingrandimento per dar fuoco a delle formiche, e poi forse creare un programma settimanale per discuture della "pericolosa e inaspettata epidemia di formiche in fiamme!". Se esageriamo tutto non sentiamo più nulla. Esistono [[terroristi]] e [[Razzismo|razzisti]] e [[stalinisti]] e [[Teocrazia|teocrati]], ma questi titoli bisogna guadagnarseli! Devi avere il curriculum adatto! Non essere capaci di distinguere tra i veri razzisti e i ragazzi del Tea Party, o tra veri bigotti e [[Juan Williams]] o [[Rick Sanchez]] è un insulto, non solo per quelle persone, ma anche per i veri razzisti che hanno fatto tutti questi sforzi per riuscire ad odiare, così come l'incapacità di distinguere tra terroristi e [[musulmani]] ci rende meno sicuri, niente di più. [...] Gli americani non vivono qui o nella tv via cavo. Dove viviamo, sono i nostri valori e i nostri principi a formare quelle fondamenta che ci sostengono mentre cerchiamo di cambiare le cose, non le barriere che ci impediscono di cambiare le cose. Molti americani non vivono la loro vita sociale unicamente come [[Partito Democratico (Stati Uniti d'America)|democratici]], [[Partito Repubblicano (Stati Uniti d'America)|repubblicani]], [[liberali]] o conservatori. Gli americani vivono le loro vite più come persone che sono solo un po' in ritardo al lavoro, spesso un lavoro che non vogliono fare. Ma lo fanno. Cose impossibili, ogni giorno, che sono rese possibili solo grazie ai piccoli ragionevoli compromessi che tutti facciamo. [...] Perché sappiamo, istintivamente, come popolo, che se vogliamo uscire dall'oscurità e tornare alla luce, dobbiamo lavorare assieme. E la verità è che ci sarà sempre l'oscurità. E a volte la luce in fondo al
|autore= Andrew Beaujon
|url= http://www.tbd.com/blogs/tbd-arts/2010/10/jon-stewart-speech-transcript-3955.html
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