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Pur nella diversità delle vie intraprese, una società che si avviava ad essere articolata e sviluppata come questa, e in particolare quella comunale, aveva bisogno di un nuovo, numeroso e capillare, ceto intellettuale formato da giuristi, tecnici dell'amministrazione, notai, contabili. Questa esigenza fu soddisfatta dalle nuove [[Università]] che proprio in quel periodo nacquero numerose in Italia; da esse uscirono non solo le maggiori personalità del tempo (da [[Pier delle Vigne]] a [[Guido Guinizelli]], a [[Cino da Pistoia]]), ma anche tanti personaggi minori che andarono a formare i "quadri" di questa nuova società<ref>{{Cita|Giuliano Procacci|pp. 57-59}}.</ref>. D'altra parte però questo nuovo ceto, per la propria specifica formazione, si elevava al di sopra della limitata realtà comunale, costituendo di fatto la prima realtà squisitamente ''pan-italiana'', posizionata al di sopra dei ristretti confini comunali o statuali<ref>{{Cita|Giuliano Procacci|pp. 60-63}}.</ref>. Tra le prime esigenze di questa nuova ''koinè'' ci fu quella di una lingua, uno strumento di comunicazione unitario che però non poteva più essere il latino, dato che ora ci si rivolgeva anche ad un pubblico di borghesi, mercanti, banchieri. Tale processo fu lungo e laborioso, ma trovò comunque in [[Dante]] colui che avrebbe lanciato una sorta di "manifesto" della nuova lingua, quel "volgare illustre" che, partendo dalla [[scuola siciliana]] e dallo [[stilnovo]], ambiva al diritto di essere impiegato nella trattazione dei più vari argomenti: ''amore, armi e virtù''<ref>{{Cita|Giuliano Procacci|pp. 61-62}}.</ref>.
 
A quest'epoca risale anche la nozione di ''nazione italiana'', che, secondo taluni, sarebbe stata la prima a formarsi sul continente europeo<ref>{{cita|Umberto Cerroni|pp. 24-25}}.</ref>. Il termine trovò la propria consacrazione in alcuni [[Concilio|Concili]] dell'epoca (fra cui quello di [[Concilio di Costanza|quello di Costanza]]), in cui il voto dei partecipanti non veniva formulato individualmente, ma per ''nationes''. Ad essere ammesse al voto erano solo le cinque nazioni storiche d'Europa (un voto ciascuna) e cioè l'italiana, la tedesca, la francese, la spagnola e l'inglese<ref>{{Cita libro |autore = Walter Ullmann |altri = tradotto da Isabella Cherubini Roncaglia |titolo = Il papato nel Medioevo |città = Bari |editore = Laterza |anno = 1975 |pagine = 306-307 |sbn = IT\ICCU\UPG\0010574}}</ref>.
[[File:Italia 1494-it.svg|upright=1.2|thumb|La situazione politica dell'Italia nel [[1494]]]]