Terza rima: differenze tra le versioni
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La '''terza rima''' è una struttura metrica sviluppata soprattutto da [[Dante Alighieri]] che la usò nella ''[[Divina Commedia]]'' e portata alla fama in tale opera.
Una composizione ''in terza rima'' presenta una sequenza di [[rima|rime]] che si può schematizzare nel modo seguente:
:ABABCBCDCDED ... UVUVZVZ
Tutti i versi, tranne la prima e l'ultima coppia (A e Z), rimano a tre a tre. Il numero dei versi può variare, ma se diviso per tre dà sempre il resto di 1. I gruppi di tre versi che rimano fra loro sono intrecciati l'uno con l'altro in una sequenza continua, come gli anelli di una [[catena]]. La terza rima viene quindi anche detta '''rima incatenata'''.
La terza rima forma un'unità in sé, e contemporaneamente permette la continuità. La concatenazione delle unità è mantenuta grazie alla ripetizione della rima centrale della precedente terzina, che conferisce al testo poetico uno sviluppo pertinente e una coesione logica e ritmica. Inoltre questa concatenazione rendeva molto più
▲La terza rima forma un'unità in sé, e contemporaneamente permette la continuità. La concatenazione delle unità è mantenuta grazie alla ripetizione della rima centrale della precedente terzina, che conferisce al testo poetico uno sviluppo pertinente e una coesione logica e ritmica. Inoltre questa concatenazione rendeva molto più arduo l'interpolazione dei copisti che a volte, aggiungevano versi nelle poesie.
== Voci correlate ==
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