Moduli ARP: differenze tra le versioni

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L'azienda americana [[ARP Instruments]], nella costruzione dei suoi modelli di [[Sintetizzatore|sintetizzatori]] musicali, ricorse spesso alla realizzazione e all'impiego di speciali moduli integrati, che potessero assolvere a compiti simili in apparati differenti. Ciò rappresentò una prima evoluzione del sintetizzatore modulare, nel quale erano installate più copie del medesimo modulo; l'adozione dei moduli integrati permetteva di rendere molto più rapide le operazioni di riparazione.
 
=== Fondamenti ===
I circuiti dei sintetizzatori analogici, così come i blocchi per la fabbricazione dei calcolatori analogici, spesso impiegavano l'interazione di diversi [[Semiconduttore|semiconduttori]] per realizzare una particolare funzione. In simili circuiti di precisione, la sensibiltià dei semiconduttori alla temperatura deve essere presa in seria considerazione, così come la temperatura del componente è prona a variazioni durante il funzionamento. È pertanto necessario provvedere ad una modalità costruttiva per mantenere i componenti elettronici entro determinati limiti di [[escursione termica]].
 
Nei circuiti integrati l'accoppiamento termico è parte del disegno, poiché le [[Giunzione metallo-semiconduttore|giunzioni]] di semiconduttore sono realizzate su una base comune di [[silicio]]. Prima dell'invenzione dei [[Circuito integrato|circuiti integrati]], spesso si usava incapsulare blocchi di circuito in una [[Resina epossidica|resina]] per assicurare prestazioni indipendenti dalla temperatura. Oltre agli obiettivi tecnici, l'incapsulazione permette di mantenere le idee proprietarie lontane da sguardi indiscreti.
 
=== Modularizzazione dei circuiti ===
I primi modelli ARP, come i moduli del sintetizzatore [[ARP 2500|2500]], avevano alcuni elementi base del circuito incapsulati. Un tipico esempio di questi circuiti sono i convertitori [[Funzione esponenziale|esponenziali]] degli [[Oscillatore controllato in tensione|oscillatori]], e le celle a guadagno variabile del Multimode Filter. Anche le prime tastiere impiegavano [[Amplificatore operazionale|amplificatori operazionali]] con ingressi a [[Transistor a effetto di campo|FET]] discreti per la tensione di controllo.
 
Per il modello [[ARP 2600|2600]] comunque, ARP passò ad uno schema di modularizzazione più economico e compatto: moduli completi del synth erano realizzati entro piccole scatole in plastica riempite di resina. Come risultato, occorreva un minimo circuito di supporto, principalmente controlli del pannello e [[Trimmer (elettronica)|trimmer]], per avere moduli completamente funzionali come [[Oscillatore controllato in tensione|oscillatori]], [[Filtro (elettronica)|filtri]] e [[ADSR|generatori di inviluppo]]. Incidentalmente, ARP (o '''Tonus''', come prima si chiamava) fece un tentativo per vendere questi moduli separatamente, avente per obiettivo sperimentatori e realità educative. Questi erano indicati come "''Encapsulated Function Generatoris For Use In Electronic Music Systems''" nei primi anni '70.
 
=== Schemi di incapsulamento ===
I primi circuiti incapsulati consistevano in un piccolo [[circuito stampato]] rinchiuso in un contenitore di plastica riempito con [[Resina epossidica|resina epossidica.]] Il modulo impiegato nel modello 2500 era un quadrato di 28mm di lato, mentre i moduli del 2600 erano da 50mm di lato. L'ovvio svantaggio di circuiti annegati nella resina era di non poterli riparare con facilità, poiché i componenti erano inaccessibili data la durezza della resina. Si conosce di persone che, impiegando speciali [[Solvente|solventi]] organici, siano riuscite nell'impresa, ma è un procedimento lento e potenzialmente pericoloso, non raccomandabile quindi.