Persecuzioni ai danni dei pagani nell'Impero romano: differenze tra le versioni

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===Inizio delle persecuzioni===
Il primo imperatore a dare inizio ufficialmente alle persecuzioni volte a sopprimere il [[Paganesimo]] fu il figlio di Costantino, ovvero [[Costanzo II]]. Costanzo crebbe in un ambiente molto cristiano, e la sua formazione fu di conseguenza pesantemente influenzata dai pregiudizi contro i pagani. Il [[Cristianesimo]] intanto stava crescendo rapidamente, dato il forte appoggio che il potere imperiale gli stava fornendo, parallelo al discredito sempre maggiore cui furono soggette le religioni non cristiane. Nell'anno [[341]] Costanzo emanò una legge che proibiva per la prima volta le offerte alle divinità pagane della natura. Successivamente, a causa del fatto che nelle campagne gruppi di cristiani stavano cominciando a saccheggiare i templi pagani, l'imperatore, insieme a suo fratello [[Costante I]], furono esortati dai membri delle alte cariche dello Stato, pressocheé— pressoché ancora tutti pagani, ad emanare editti che vietassero gli atti vandalici, per il rispetto delle credenze religiose e la preservazione delle opere d'arte. Nello stesso anno un'altra legge reinvertì la situazione, sanzionando la chiusura di tutti i templi paganinon cristiani in territorio imperiale. I pagani dovettero attendere il passaggio del ruolo di imperatore a [[Magnenzio]] (che sconfisse [[Costante I]]), per vedere riabilitataottenere la possibilità di ricominciare a celebrare i propri culti. Tre anni dopo, nel [[353]], [[Costanzo II|Costanzo]] si reimpossessò del trono e reintrodusse le legislazioni antipagane. Questa volta l'imperatore incrementò l'intolleranzala foga persecutiva, dichiarando nel [[356]] che chiunque fosse sorpreso nel celebrare rituali pagani sarebbe stato condannato a morte. Paradossalmente nell'anno [[357]] l'imperatore si dimostrò nuovamente tollerante, celebrando i [[Vicennali]] a [[Roma]] e agendo in funzione di [[pontefice massimo]]. Costanzo celebrò nuove ordinazioni sacerdotali, offrì finanziamenti per i culti e confermò i privilegi di cui godevano le sacerdotesse [[Vestali]]. Tale comportamento si pensa fu dovuto alle pressioni esercitate dai magistrati, dei qual all'imperatore non conveniva perdere l'appoggio. Nonostante lo sdegno della popolazione, infatti, l'imperatore fece rimuovere successivamente l'altare dedicato alla dea [[Vittoria (divinità)|Vittoria]] presso le aule del senato, a causa delle lamentele di alcuni senatori convertiti al [[Cristianesimo]]. La rimozione interruppe solo per poco la secolarel'antica tradizione delle offerte che i senatori dedicavano alla divinità per il benessere dello Stato,; infatti l'altare fu rispertoriaperto in seguito alla morte di [[Costanzo II|Costanzo]], o probabilmente sotto il regno di [[Giuliano (imperatore romano)|Giuliano]].
 
===La restaurazione giuliana===