Pëtr Il'ič Čajkovskij: differenze tra le versioni

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m Le opere della piena maturità, fino al 1885: Tolto passaggi presenti nel box di recente scrittura.
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Le musiche scritte da allora, non solo aumentano quantitativamente, ma cresce la qualità e il successo in Russia come all'estero.<br />È un crescendo che non si interromperà di fatto sino all'ambigua morte, tanto che molti musicologi sono certi che se Čajkovskij fosse sopravvissuto avrebbe scritto ancora molta musica, con soluzioni pure e senz'altro innovative e al passo coi tempi: la particolare scrittura de ''[[La bella addormentata (balletto)|La bella addormentata]]'', ''[[Lo Schiaccianoci (balletto)|Lo Schiaccianoci]]'', ''[[Iolanta]]'' e della ''[[Sinfonia n. 6 (Čajkovskij)|Sesta sinfonia (Pathétique)]]'', sembrano testimoniarlo.<ref>{{Cita|Bellingardi|"Gli orientamenti della critica", pp. 194-202|bellingardi}}.</ref> A tale proposito, [[Igor' Fëdorovič Stravinskij]] si lascia andare a commenti circa una precisa influenza che Čajkovskij avrebbe avuto secondo lui, sul giovane [[Gustav Mahler|Mahler]] della prima e seconda sinfonia (e citava i passaggi).<ref>{{Cita|Tammaro| p. 108.}}</ref><ref>{{Citazione|E se c'è un compositore che come lui abbia saputo esprimere la dolorosa contraddittorietà dei rapporti col passato e col presente della vita e dell'arte da parte di un'anima inquieta, instabile, psicologicamente fragile e complessa questo è proprio Mahler, che pur nella chiara discendenza da Wagner (idealmente anche da Beethoven) e nella manifesta modernità del linguaggio timbrico e armonico si è spesso ispirato al sorgivo canto popolare boemo, quindi slavo e prossimo al russo, e come il collega più anziano di vent'anni e scomparso a 53 anni (lui a 51) è stato anche tacciato di ostentazione, di sfrenatezza emotiva, di troppo manchevole senso del pudore personale|{{cita|Mioli}} in Dizionario di musica classica}}</ref>
 
Le composizioni che vedono la luce da allora sono tutte o quasi destinate alla celebrità. Fra esse la ''[[Sinfonia n. 4 (Čajkovskij)|Quarta Sinfonia, in Fa minore]]'' op. 36 e l'opera lirica ''Evgenij Onegin'', già citati, la ''[[Suite n.1 (Čajkovskij)|Suite n.1, in Re minore]]'' op. 43, mentre a [[Firenze]]<ref>{{Citazione|Tra tutte le città straniere, Firenze è divenuta certo quella che io preferisco... Più ci vivi e più ti accorgi di amarla... Vi è qualcosa di accogliente da farmi sentire a casa mia!|{{cita|Previero| p. 87.|}}}}</ref> su invito della von Meck, nell'Italia che tanto gradiva<ref>{{Cita|Orlova, per l'edizione italiana del suo libro|pp. XXIII-XXIX|Orlova}}, ha scritto un capitolo aggiuntivo proprio sul rapporto affettivo del musicista verso l'Italia. Čajkovskij imparò abbastanza bene l'italiano scritto, parlandolo meno bene. Oltre Firenze, visitò [[Roma]], [[Napoli]], [[Venezia]], [[Milano]] e non solo. IlVedi musicistain visitò l'Italia nove volte negli anni tra il 1872 e il 1890, componendo quasi sempre opere importantihttp://en. Il giudizio generale era: «Oh, Italia cento volte cara, per me sei come un paradiso»tchaikovsky-research.net/pages/Places<br />
Da ricordare che questo interesse per l'Italia come "luogo di delizie" era certo non sconosciuto all'epoca agli stranieri ({{Cita|Casini & Delogu|pp. 210-211|CasiniDelogu}}). Nel caso del musicista è abbastanza noto l'episodio connesso ad un cantore, e alla romanza che vi è legata ''[[Pimpinella (Čajkovskij)|Pimpinella]]'' (op. 38, n. 6). Ma il suo miglior ricordo e testimonianza dell'amore italiano fu nella scrittura del Sestetto per archi in Re minore sottotitolato ''[[Souvenir de Florence]]'', op. 70, 1890 che realizzava un progetto di qualche anno prima.</ref>, cura la composizione di una nuova opera lirica: ''Orleanskaja deva'' (''[[La Pulzella d'Orléans (opera)|La pulzella d'Orléans]]'').<br />[[File:Tchaikovsky - Op.45 Capriccio italien.ogg|thumb|left| L'omaggio di Pëtr Il'ič alla sua amatissima Italia: ''Capriccio italiano'', op. 45. [[Concertgebouw]] Orchestra (Amsterdam) diretta da [[Paul van Kempen]], registrazione del gennaio 1951]]