Tindari: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m smistamento lavoro sporco e fix vari |
sistemata struttura voce e integrata parte della sezione Curiosità nel testo |
||
Riga 20:
|Fuso orario=+1
|Codice catastale=
|Nome abitanti= [[Tindaro|
|Patrono=[[Maria (madre di Gesù)|Maria]] santissima del Tindari
|Festivo=
}}
'''Tìndari''' (Τύνδαρις in [[greco antico]]) è una [[Frazione geografica|frazione]] di [[Patti]], [[comune italiano]] della [[provincia di Messina]] in [[Sicilia]].
Gli abitanti sono detti
==Geografia==▼
▲==Geografia fisica==
===Territorio===
Tindari è situata su un promontorio dei [[Nebrodi|monti Nebrodi]] che si sporge, da un'altezza di 268 m, a picco sul [[mar Tirreno]] e sulla [[Riserva naturale orientata Laghetti di Marinello|Riserva naturale orientata dei laghetti di Marinello]].
Riga 33 ⟶ 36:
{{vedi anche|Stazione meteorologica di Patti Tindari}}
==
{{Citazione|Tindari e [[Patti]] città nobilissime e magnanime|Titoli concessi alle allora città dal re [[Alfonso V d'Aragona|Alfonso d'Aragona]]|Tyndarium et Pactarum urbs nobilissima et magnanima|lingua=la}}
La città venne fondata da [[Dionisio di Siracusa]] nel [[396 a.C.]] come colonia di mercenari siracusani che avevano partecipato alla guerra contro [[Cartagine]], nel territorio della città [[Siculi|sicula]] di [[Abacano|Abacaenum]] ([[Tripi]]), e prese il nome di ''Tyndaris'', in onore di Tindaro, re di Sparta e sposo di Leda, padre putativo di [[Elena (mitologia)|Elena]] e dei [[Dioscuri]], Castore e Polluce.
Riga 47 ⟶ 50:
Vi rimase il santuario dedicato alla [[Madonna Nera]] di Tindari, progressivamente ingrandito, che ospita una Maria con il Bambino scolpita in legno, considerata apportatrice di grazie e miracolosa.
==Monumenti e luoghi d'interesse==
==Scavi archeologici==▼
===Architetture religiose===
{{nota▼
|titolo=La Madonna Nera▼
|contenuto =▼
[[File:Patti Tindari Schwarze Madonna.jpg|thumb|center|La Madonna Nera di Tindari]]▼
{{clear}}▼
Le origini della statua della Madonna Nera sono legate ad una leggenda, secondo la quale la scultura, trasportata per mare, impedì alla nave di ripartire dopo che si era rifugiata nella baia di Tindari per sfuggire alla tempesta.▼
I marinai, depositarono a terra via via il carico, pensando che fosse questo ad impedire il trasporto, e solo quando vi portarono anche la statua, la nave poté riprendere il mare.▼
La statua è quindi portata sul colle soprastante, dentro una piccola chiesa che dovette in seguito essere più volte ampliata per accogliere i pellegrini, attratti dalla fama miracolosa del simulacro.}}▼
[[File:Patti Tindari Wallfahrtskirche.jpg|thumb|left|Il santuario di Tindari]]▼
Il Santuario di Tindari si trova all'estremità orientale del promontorio, a strapiombo sul mare, in corrispondenza dell'antica acropoli, dove una piccola chiesa era stata costruita sui resti della città abbandonata.▼
La statua della Madonna Nera, scolpita in [[legno]] di [[Cedrus|cedro]], vi è collocata in epoca imprecisata, forse giunta qui dall'[[Impero bizantino|Oriente]] in seguito al fenomeno dell'[[iconoclastia]], nell'[[VIII secolo|VIII]]-[[IX secolo]]. La Madonna regge in braccio il Bambino Gesù, ha una corona in testa, e la caratteristica inconfondibile del volto lungo - lo si nota soprattutto nelle grandi proporzioni del naso, ma anche dalla conformazione della parte inferiore del volto stranamente allungato verso il basso mantenendo comunque proporzioni aggraziate e davvero molto armoniose anche dal punto di vista artistico. Il volto lungo è presente anche in altre raffigurazioni orientali e africane, ma raro tra le statue religiose in occidente. Alla base della statua, la scritta che riprende il Cantico dei Cantici 1,5 "Nigra sum sed formosa", traducibile con "sono brunetta ma formosa", o meno letteralmente ma in un linguaggio più semplificato "sono nera ma bella".▼
Il santuario ha una storia travagliata. Nel luglio [[1544]] l'assalto dell'armata corsara turco - ottomana capitanata dall'ammiraglio [[Khayr al-Din Barbarossa]] insidia la costa tirrenica siciliana: incendia la [[Basilica cattedrale di San Bartolomeo|cattedrale di San Bartolomeo]] di [[Lipari]], assedia l'abitato protetto dal [[castello di Santa Lucia del Mela]], minaccia la [[Castello di Milazzo|cittadella fortificata]] di [[Milazzo]], devasta la chiesa che è ricostruita tra il [[1552]] e il [[1598]]. Il vescovo Giovanni Previtera fonda il santuario di Tindari. Costruisce e finanzia la cattedrale con gli edifici annessi, i cui lavori furono completati dopo la sua morte grazie alle donazioni della famiglia Previtera alla [[diocesi di Patti]]. Il santuario è ampliato dal vescovo [[Giuseppe Pullano]] con la costruzione di una nuova chiesa più grande consacrata nel [[1979]]. Come la [[Porziuncola]] di [[San Francesco]] a [[Santa Maria degli Angeli]] ad [[Assisi]], o il santuario della Casa Santa della Madonna inglobata nella basilica-fortezza di [[Loreto]], allo stesso modo dentro le mura degli edifici che attorniano il santuario di Tindari, nella parte esterna a ridosso del presbiterio, vi si trova l'originaria chiesa della Madonna nera, venendo a costituire dunque una sorta di chiesa nella chiesa, accessibile solo in determinati periodi dell'anno e in determinati orari giornalieri. Sulla cantoria in controfacciata, si trova il [[b:Disposizioni foniche di organi a canne/Europa/Italia/Sicilia/Provincia di Messina/Patti/Tindari - Santuario della Madonna Nera|grande organo a canne]], costruito da Giuseppe Ruffatti nel [[1978]], con 78 [[registro (organo)|registri]] su cinque manuali e pedale.<ref>{{cita web|url=http://www.ruffattifabbricaorgani.it/it/content/lorgano-del-santuario-di-maria-ss-del-tindari-patti-me|titolo=L'Organo del Santuario di Maria S.S. del Tindari a Patti (ME)|sito=ruffattifabbricaorgani.it|accesso=13 settembre 2015}}</ref><br />La festa del santuario si svolge ogni anno tra il 7 e l'8 settembre, in occasione della festa liturgica della Natività della Madonna.▼
I resti della città antica si trovano nella zona [[archeologia|archeologica]], in discreto stato di conservazione, per lo scarso interesse di un reimpiego dei blocchi di pietra [[Arenaria (roccia)|arenaria]] di cui erano costituiti.
[[File:Tindary greek ruins.jpg|thumb|Scorcio delle rovine greco-romane]]
Riga 56 ⟶ 81:
Uno dei decumani rinvenuti nello scavo, quello superiore doveva essere la strada principale della città: costeggia ad una estremità il [[Teatro (architettura)|teatro]], situato più a monte e scavato nelle pendici dell'altura, e all'altra estremità sfocia nell'[[agorà]], oltre la quale, nella zona più elevata, occupata oggi dal Santuario della Madonna Nera, doveva trovarsi l'[[acropoli]].
====Le mura di cinta====
Le mura cittadine, i cui resti attualmente visibili sono dovuti ad una ricostruzione del [[III secolo a.C.]] che ripercorre una cinta precedente, probabilmente coeva alla fondazione, venne completata sul lato verso il mare e rimaneggiata in epoca tardo imperiale e bizantina.
Riga 63 ⟶ 88:
La porta principale, sul lato sud-occidentale, era fiancheggiata da due torri e protetta da un'antiporta a tenaglia di forma semicircolare, con l'area interna lastricata con ciottoli. Altri piccoli passaggi si aprivano a fianco delle torri della porta maggiore e venivano utilizzate per le sortite dei difensori.
====Il teatro====
[[File:Tindari greek theatre 2.JPG|thumb|left|Il teatro greco]]
{{vedi anche|Teatro greco di Tindari}}
Riga 72 ⟶ 97:
Dal [[1956]] vi ha sede un [[festival Tindari|festival]] artistico che annovera tra le manifestazioni [[danza]], [[musica]], e ovviamente [[teatro]].
====Isolato romano====
Nell'area urbana è stata scavata, tra il [[1949]] ed il [[1964]], un isolato completo (''insula IV''), delimitato dai tratti dei due decumani scavati e da due strade secondarie. A causa della pendenza del terreno, i diversi edifici che la compongono erano costruiti su terrazze a diversi livelli.
Riga 79 ⟶ 104:
Le due case vennero costruite nel [[I secolo a.C.]], su precedenti fasi abitative e furono soggette a restauri e rimaneggiamenti: in particolare nella parte superiore si impiantarono delle piccole [[Terme romane|terme]] e gli originali pavimenti scutulati (''scutulata'' con inserimento di piccole lastre di marmi colorati) o in [[signino]] con inserimento di tessere di mosaico bianche, o ancora con [[Mosaico|mosaici]] policromi, si sostituirono mosaici in bianco e nero con figure.
====Basilica====
La cosiddetta "Basilica", in passato identificata anche con un [[ginnasio]], è un [[propileo]] di accesso all'[[agorà]], situato nel punto in cui vi entra il decumano massimo, la via principale della città. Si tratta di un edificio a due piani, datato al [[IV secolo]] costruito in [[opera quadrata]] di [[Arenaria (roccia)|arenaria]] che presenta un ampio passaggio centrale con [[volta a botte]] ripartito da nove arcate. Ai lati altri [[Arco (architettura)|archi]] scavalcano degli accessi secondari.
===Aree naturali===
▲==Il Santuario della Madonna Nera==
▲{{nota
▲|titolo=La Madonna Nera
▲|contenuto =
▲[[File:Patti Tindari Schwarze Madonna.jpg|thumb|center|La Madonna Nera di Tindari]]
▲{{clear}}
▲Le origini della statua della Madonna Nera sono legate ad una leggenda, secondo la quale la scultura, trasportata per mare, impedì alla nave di ripartire dopo che si era rifugiata nella baia di Tindari per sfuggire alla tempesta.
▲I marinai, depositarono a terra via via il carico, pensando che fosse questo ad impedire il trasporto, e solo quando vi portarono anche la statua, la nave poté riprendere il mare.
▲La statua è quindi portata sul colle soprastante, dentro una piccola chiesa che dovette in seguito essere più volte ampliata per accogliere i pellegrini, attratti dalla fama miracolosa del simulacro.}}
▲[[File:Patti Tindari Wallfahrtskirche.jpg|thumb|left|Il santuario di Tindari]]
▲Il Santuario di Tindari si trova all'estremità orientale del promontorio, a strapiombo sul mare, in corrispondenza dell'antica acropoli, dove una piccola chiesa era stata costruita sui resti della città abbandonata.
▲La statua della Madonna Nera, scolpita in [[legno]] di [[Cedrus|cedro]], vi è collocata in epoca imprecisata, forse giunta qui dall'[[Impero bizantino|Oriente]] in seguito al fenomeno dell'[[iconoclastia]], nell'[[VIII secolo|VIII]]-[[IX secolo]]. La Madonna regge in braccio il Bambino Gesù, ha una corona in testa, e la caratteristica inconfondibile del volto lungo - lo si nota soprattutto nelle grandi proporzioni del naso, ma anche dalla conformazione della parte inferiore del volto stranamente allungato verso il basso mantenendo comunque proporzioni aggraziate e davvero molto armoniose anche dal punto di vista artistico. Il volto lungo è presente anche in altre raffigurazioni orientali e africane, ma raro tra le statue religiose in occidente. Alla base della statua, la scritta che riprende il Cantico dei Cantici 1,5 "Nigra sum sed formosa", traducibile con "sono brunetta ma formosa", o meno letteralmente ma in un linguaggio più semplificato "sono nera ma bella".
▲Il santuario ha una storia travagliata. Nel luglio [[1544]] l'assalto dell'armata corsara turco - ottomana capitanata dall'ammiraglio [[Khayr al-Din Barbarossa]] insidia la costa tirrenica siciliana: incendia la [[Basilica cattedrale di San Bartolomeo|cattedrale di San Bartolomeo]] di [[Lipari]], assedia l'abitato protetto dal [[castello di Santa Lucia del Mela]], minaccia la [[Castello di Milazzo|cittadella fortificata]] di [[Milazzo]], devasta la chiesa che è ricostruita tra il [[1552]] e il [[1598]]. Il vescovo Giovanni Previtera fonda il santuario di Tindari. Costruisce e finanzia la cattedrale con gli edifici annessi, i cui lavori furono completati dopo la sua morte grazie alle donazioni della famiglia Previtera alla [[diocesi di Patti]]. Il santuario è ampliato dal vescovo [[Giuseppe Pullano]] con la costruzione di una nuova chiesa più grande consacrata nel [[1979]]. Come la [[Porziuncola]] di [[San Francesco]] a [[Santa Maria degli Angeli]] ad [[Assisi]], o il santuario della Casa Santa della Madonna inglobata nella basilica-fortezza di [[Loreto]], allo stesso modo dentro le mura degli edifici che attorniano il santuario di Tindari, nella parte esterna a ridosso del presbiterio, vi si trova l'originaria chiesa della Madonna nera, venendo a costituire dunque una sorta di chiesa nella chiesa, accessibile solo in determinati periodi dell'anno e in determinati orari giornalieri. Sulla cantoria in controfacciata, si trova il [[b:Disposizioni foniche di organi a canne/Europa/Italia/Sicilia/Provincia di Messina/Patti/Tindari - Santuario della Madonna Nera|grande organo a canne]], costruito da Giuseppe Ruffatti nel [[1978]], con 78 [[registro (organo)|registri]] su cinque manuali e pedale.<ref>{{cita web|url=http://www.ruffattifabbricaorgani.it/it/content/lorgano-del-santuario-di-maria-ss-del-tindari-patti-me|titolo=L'Organo del Santuario di Maria S.S. del Tindari a Patti (ME)|sito=ruffattifabbricaorgani.it|accesso=13 settembre 2015}}</ref><br />La festa del santuario si svolge ogni anno tra il 7 e l'8 settembre, in occasione della festa liturgica della Natività della Madonna.
▲===Le leggende di Marinello===
[[File:PattiTindarisLagune.jpg|thumb|La laguna di Tindari]]
Alla base del promontorio si trova una zona sabbiosa con una serie di piccoli specchi d'acqua, la cui conformazione si modifica in seguito ai movimenti della sabbia, spinta dalle mareggiate. La spiaggia è conosciuta con il nome di Marinello o ''il mare secco'' e vi sono legate diverse leggende.
Riga 112 ⟶ 118:
Sopra la spiaggia, sul costone, si apre inoltre una [[grotta]], che secondo una leggenda locale era abitata da una maga, che si dedicava ad attrarre i naviganti con il suo canto per poi divorarli. Quando qualcuno degli adescati rinunciava per la difficoltà di raggiungere l'ingresso dell'antro, la maga sfogava la rabbia affondando le dita nella parete: a questo sarebbero dovuti i piccoli fori che si aprono numerosi nella roccia.
==Cultura==
*Nelle
*[[Salvatore Quasimodo]] le dedicò la celebre poesia ''Vento a Tindari''.
*Dà inoltre il titolo ad un romanzo [[Letteratura gialla|giallo]] di [[Andrea Camilleri]] della serie di [[Salvo Montalbano|Montalbano]], ''[[La gita a Tindari]]'', e all'episodio dello [[sceneggiato]] [[televisione|televisivo]] [[Il commissario Montalbano|tratto dallo stesso]], anch'esso intitolato ''[[Episodi de Il commissario Montalbano#La gita a Tindari|La gita a Tindari]].
*Dal toponimo derivano i nomi propri [[Tindaro (nome)|Tindaro]] e Tindara, specifici di quest'area circoscritta della Sicilia.
==Curiosità==
{{curiosità}}
*Ai tempi della fondazione e successivamente, fu coniata e usata una moneta, detta [[zecca di Tindari]], rara e molto ricercata dai numismatici.
▲Gli abitanti sono detti [[Tindàridi]], Tindaroti, Tindaritani, Tindaridei (in omaggio ai Dioscuri figli di Tindaro, personaggi e divinità dei miti greci), ma anche dialettalmente "Tinnaroti".
==Note==
|