Cenci (famiglia): differenze tra le versioni
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== Storia ==
Si ritiene che il capostipe della famiglia fu Stefano, Prefetto dell'Urbe<ref name=AAA>Genealogia dei Cenci, Libro d'Oro della Nobiltà Mediterranea</ref> e padre di Cencio che nella notte di Natale del [[1075]], rapì il [[Papa Gregorio VII]]. In realtà con questo cognome si ritrovano numerose famiglie a Roma nel basso medioevo ancora difficilmente riconducibili ad un medesimo capostipite.
Tra
L'intensa attività mercantile consentì loro durante il secolo XVI di essere tra i maggiori proprietari di casali ed estese tenute nella campagna romana<ref>J. Coste, ''I casali della campagna di Roma nella seconda metà del Cinquecento'', in Archivio Società Romana di Storia Patria, a.1971</ref>, come [[Torrimpietra]], [[Falcognana]], [[Castel Campanile]], [[Testa di Lepre]] e [[Torrenova (zona di Roma)| Torrenova]] che da essi prese poi nome di [[Rocca Cencia]] così come [[Tor de' Cenci]], oltre che feudatari di alcuni castelli in Abruzzo come [[Assergi]], Filetto, [[Camarda]] e Aragno e che dovranno cedere ai [[Caffarelli (famiglia)|Caffarelli]] dopo le vicende dell'assassinio di Francesco padre di Beatrice.
La famiglia fu illustrata dai cardinali [[Tiberio Cenci|Tiberio]], [[Baldassarre Cenci (1648-1709)|Baldassarre]], [[Serafino Cenci|Serafino]] e [[Baldassarre Cenci (1710-1763)|Baldassarre]].<br>
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