Isatis tinctoria: differenze tra le versioni

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Il colorante si estrae dalle foglie di questa pianta raccolte durante il primo anno di vita. Dopo macerazione e fermentazione in acqua si ottiene una soluzione giallo verde che agitata e ossidata produce un precipitato ([[indigotina]]). Il colorante, molto solido, è utilizzabile nella tintura della [[lana]], [[seta]], [[cotone (fibra)|cotone]], [[lino (fibra)|lino]] e [[juta]], ma anche in cosmetica e colori pittorici;<ref name=lammatest>{{cita web|url=http://www.lammatest.rete.toscana.it/lammatest/hbin/colorantinaturali.php|titolo=Coloranti Naturali|accesso=24-01-2008}}</ref> Ilil padre di [[Piero della Francesca]], Benedetto de' Franceschi, era un rinomato commerciante di Guadoguado dell'alta valtiberina.<ref>{{cita web|url=http://www.lavalledipiero.it/index.php?ref=item:piero_}}</ref>
 
Fu coltivato in Italia particolarmente nei territori del Montefeltro e dell'Appennino umbro-marchigiano, almeno dal [[XIII secolo]] fino alla seconda metà del [[XVIII secolo|XVIII]] ,quando la concorrenza dell'indaco asiatico e americano ne ridusse drasticamente la produzione<ref name=lammatest/>.
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Il guado era tra i coloranti [[indaco]] utilizzati, un tempo, per la tintura della [[Jeans (tessuto)|tela]] con cui venivano confezionati i pantaloni [[blue-jeans]].
 
I ''blue jeans'', grazie alle fibre da cui vengono ricavati, sono molto resistenti ed erano usati come divisa per operai che si strusciavano per terra e avevano bisogno di un abito resistente.
 
Il guado, come colorante, veniva utilizzato anche dai Britanni per tingersi il volto del caratteristico colore blu/azzurro che rendeva il loro aspetto più terribile in battaglia.<ref>[[Gaio Giulio Cesare]], ''[[Commentarii de bello Gallico|De bello gallico]]'', Libro V, 14</ref>