Utente:Rossetto Ilaria/Sandbox2: differenze tra le versioni

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Tra il re italiano e quello di Austria ci fu uno scambio di messaggi, che sancirono la momentanea neutralità dell’Italia. Scrisse Francesco Giuseppe: “la Russia ha mobilitato il suo esercito e la sua flotta e minaccia la pace in Europa … sono costretto a rispondere con la mobilitazione delle nostre forze .. sono felice di poter contare sull’appoggio dei miei alleati e dei loro potenti eserciti … ” . Ad esso rispose : “ho ricevuto il telegramma di Vostra Maestà, assicuro che l’Italia ha fatto e farà di tutto per mantenere la Pace … osserverà con gli alleati una attitudine cordialmente amichevoleamche in considerazione degli interessi che l’Italia deve tutelare ”.
La neutralità italiana continuò per un anno, nonostante fosse continuamente lusingata con proposte da entrambi gli schieramenti, fino a quando firmò nel maggio 1915 il Patto di Londra, con cui si impegnava in battaglia solo contro l’Austria, e non la Germania.
 
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'''Avvenimenti del 1915'''
 
Il 24 Maggio 1915 l'Italia entrò in guerra. Il primo colpo di cannone venne sparato alle ore 4.00 dal Forte Verena. Secondo la testimonianza dell'aspirante ufficiale Fritz Weber [1] già dalla sera precedente alcune granate vennero sparate contro pattuglie italiane, in movimento verso i Marcai, dal Forte Verle. Successivi studi dimostrarono l'improbabilità dell'accaduto. Da questa data iniziò la guerra delle fortezze. Il piano del capo di Stato Maggiore Luigi Cadorna prevedeva l'avanzamento in direzione di Lubiana attaccando sul Carso e sull'Isonzo ed entrare così nel "ventre molle" dell'Impero. I comandanti italiani non approfittarono, però, della debolezza del fronte austriaco in Trentino, ancora in fase difensiva. Così, al quinto giorno, il Forte Luserna si arrese issando bandiera bianca. La strategia italiana prevedeva l'arrivo verso Dobbiaco in Pusteria e sull'Isonzo, non sugli altopiani, dove si doveva mantenere la posizione difensiva. In questo modo si perse la possibilità di scardinare la linea dei forti e scendere a Trento. L'esercito italiano, poco addestrato, non riuscì ad approfittare della sua supremazia numerica sul nemico e per questo le prime offensive sul Fronte del Carso e dell'Isonzo non ebbero successo.