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Ha pubblicato romanzi e racconti non disdegnando il teatro e la televisione.
Le sue opere sono state tradotte e pubblicate in diverse lingue, tra cui l'italiano, l'inglese e il tedesco. Nel 2007 la sua opera "''La banalità dell'amore''", sulla storia di [[Hannah Arendt]] e [[Martin Heidegger]], è stata rappresentata a [[Tel Aviv]] e a [[Bonn]].▼
{{Citazione|"Non ho né nonni, né zie, né cugini. Ma da noi capita spesso, come se fosse normale" racconta Savyon Liebrecht. Ad oggi ancora non sa quanti dei suoi parenti siano stati uccisi nei compi di concentramento perché i suoi genitori non ne parlano mai.<ref>{{cita web|url=http://www.taz.de/index.php?id=archivseite&dig=2007/03/03/a0173|titolo=Die Liebe aus dem Leben gestohlen|editore=[[taz.de]]|data=3 marzo 2007|accesso=15 aprile 2016}}</ref>}}▼
▲Le sue opere sono pubblicate in diverse lingue, tra cui l'italiano, l'inglese e il tedesco. Nel 2007 la sua opera "''La banalità dell'amore''", sulla storia di [[Hannah Arendt]] e [[Martin Heidegger]], è stata rappresentata a [[Tel Aviv]] e a [[Bonn]].
Si sposò nel 1971 ed ebbe una figlia e un figlio.<ref>{{cite web|url=http://www.ithl.org.il/author_info.asp?id=164|title=Savyon Liebrecht|publisher=Institute for the Translation of Hebrew Literature |accessdate=11 March 2010}}</ref>
Ha vinto il premio Alterman, in [[Israele]], nel 1987 e il premio [[Amelia Rosselli]] a [[Roma]] nel 2002.
==Tematiche==
All'interno del racconto che dà il titolo alla sua prima raccolta, ''Tappuḥim min ha-Midbar'', Liebrecht racconta di un giovane maestro elementare che si confronta con una donna che, apparentemente 30 anni prima era stata l'amante di suo padre. Negli altri racconti, invece, narra della storia d'amore tra donna ebrea israeliana che vuole costruire una stanza sul tetto della propria abitazione e un operaio arabo, di una donna che cerca la propria figlia e, nel frattempo, impara qualcosa su se stessa e la vita e di una donna il cui figlio è diventato un [[haredi]].
Altre raccolte di racconti sono ''Susim al Kevish Gehah'' ("Cavalli in autostrada", 1988); ''Sinit Ani Medabberet Elekha'' ("Per me è tutto greco, le disse", 1992); ''Ẓarikh Sof le-Sippur Ahavah'' ("Prove d'amore", 1995); ''Nashim mitokh ha-Katalog'', ("Donne da un catalogo", 2000) e ''Makom Tov la-Laylah'' ("Un buon posto per la notte", 2002).
Tra le diverse tematiche affrontate dall'autrice quella della [[Shoah]] è sempre particolarmente presente.
▲{{Citazione|"Non ho né nonni, né zie, né cugini. Ma da noi capita spesso, come se fosse normale" racconta Savyon Liebrecht. Ad oggi ancora non sa quanti dei suoi parenti siano stati uccisi nei compi di concentramento perché i suoi genitori non ne parlano mai.<ref>{{cita web|url=http://www.taz.de/index.php?id=archivseite&dig=2007/03/03/a0173|titolo=Die Liebe aus dem Leben gestohlen|editore=[[taz.de]]|data=3 marzo 2007|accesso=15 aprile 2016}}</ref>}}
Nel racconto "Eliminazione", una nonna rasa malamente i bellissimi riccioli della nipote di quattro anni per toglierle i pidocchi perché così aveva sempre visto fare nei [[campi di concentramento]], mentre in "Compassione" una sopravvissuta all'olocausto, imprigionata in casa dal marito arabo, affoga i nipoti per proteggerli da future sofferenze.
==Opere pubblicate in italiano==
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