Abbazia di San Leonardo in Lama Volara: differenze tra le versioni
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[[File:1931025 41159408477 9559 n.jpg|thumb]]
===Esterno===
Sulle fiancate della chiesa, una serie di mensole, interessantissime per la varietà e la delicatezza dei motivi, assolve la funzione di sostenere la cornice, nella quale si raccolgono e scorrono le acque piovane del tetto. Numerosi archetti, divisi in serie di tre ciascuna da [[lesene]], con quattro [[monofore]], denunciano un motivo dominante nell'[[architettura romanica]]. Sul retro della chiesa si osservano le tre [[absidi]], costruite con lo sviluppo della chiesa primitiva, che era di forma quadrata, come ordinariamente erano le chiese bizantine, di cui qui c'è traccia per i disegni geometrici di un frammento dell'architrave. L'abside centrale è decorata da mostri sporgenti a corona, che simboleggiano i demoni fuori del tempio.
La [[facciata a salienti]] denuncia la presenza di tre [[navate]] interne e consente la vista del [[tamburo (architettura)|tamburo]] ottagonale, ricoprente una delle volte coniche, abbellito e alleggerito da archetti, a tutto sesto, poggianti su fasce a sezione rettangolare. La sequenza di archetti pensili e lesene, che interrompono e ripartiscono l'insieme, non è uniforme sui lati poiché quello di sinistra è più antico.
=== Interno ===
[[File:1931025 41159418477 273 n.jpg|thumb]]
L'interno della chiesa è caratterizzato dallo strano aspetto della navata destra: questa, infatti, non esisteva in origine e fu aggiunta in seguito, addossandola all'ex-muro esterno, oggi muro interno alla chiesa. Alcuni affreschi e scudi crociati teutonici riportano alla metà del [[Duecento]]. Nella volta centrale troviamo un piccolo rosone. Tutti gli altri che vi erano precedentemente, dando al tempio un aspetto confuso e disarmonico furono rimossi durante i restauri [[barocco|barocchi]]. Una lapide all'interno, sulla porta centrale, ricorda la data di riapertura al culto ([[1950]]), dopo più di un secolo di totale abbandono. Opera pregevolissima è il grande Crocifisso ligneo del [[Duecento]], alto due metri e mezzo circa, restaurato per interessamento della Soprintendenza ai Monumenti e alle Gallerie della Puglia e custodito nella [[Cattedrale di Manfredonia]].
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