Absit iniuria verbis: differenze tra le versioni

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La [[locuzioni latine|locuzione]] [[lingua latina|latina]] '''absit iniuria verbis''' (lett.: "sia lontana l'ingiuria dalle parole"), o '''''absit iniura verbo''''' (con il termine ''verbum'' [[declinaziona latina|declinato]] al singolare; lett.: "sia lontana l'ingiuria dalla paroleparola") è una versione alterata di una frase di [[Tito Livio]], che risulta, in origine, ''absit invidia verbo'' (''[[Ab Urbe condita libri|Ab Urbe condita]]'', IX, 19, 15), cioè "sia lontana l'ostilità dalla (mia) parola". Nella sua forma adattata il significato è "non vi sia offesa nelle parole/nella parola", equivalente alle formule italiane "sia detto senza offesa", "sia detto senza voler offendere nessuno"<ref>{{cita web | url = http://www.treccani.it/vocabolario/absit-iniuria-verbo/ | titolo = absit iniura verbo | opera = [[Vocabolario Treccani]] on line | editore = [[Istituto dell'Enciclopedia Italiana]] | anno = 2008 | accesso = 20 aprile 2016t}}</ref>.
 
Il senso, in realtà, non muta di molto. In entrambi i casi, si sottolinea che il pensiero di chi parla esprime (o vorrebbe esprimere) un concetto obiettivo, non fraintendibile o interpretabile da chi ascolta, e soprattutto non offensivo nei suoi confronti. Ovvero, un'espressione attenuativa con la quale, normalmente, si accompagnano dichiarazioni che potrebbero apparire offensive, ma dette con franchezza e per amore di verità, o per riferire un giudizio dato da altri.