Chiesa dei Santi Simone e Giuda (Roma): differenze tra le versioni

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La '''chiesa dei Santi Simone e Giuda''' è una chiesa sconsacrata di Roma, nel [[Ponte (rione di Roma)|rione Ponte]], in cima a una scalinata appartenente alla via di San Simone, la quale è un vicolo laterale di via dei Coronari.
=== Storia ===
Essa risale al [[XII secolo]]; fu consacrata da [[Pasquale II]] ([[1099]]-[[1118]]), e di nuovo da [[Innocenzo II]] nel [[1143]] (iscrizione tuttora esistente nella chiesa). Inizialmente era dedicata a Santa Maria in Monticellis (''Sanctae Mariae in Monticellis Arenulae''), (o ''de monticello'') in riferimento al [[monte Giordano]] ivi esistente<ref name=pie22/> e dove ebbe il suo palazzo [[Giordano Orsini (cardinale 1278)|Giordano Orsini]], che fu creato cardinale da suo fratello [[Niccolò III]]; più tardi fu conosciuto come ''S. Maria de Monte Johannis Ronzonis'', da Giovanni di Roncione, signore di [[Riano (Italia)|Riano]] verso la metà del dodicesimo secolo ed primo proprietario conosciuto di Monte Giordano.<ref name=pie34>Pietrangeli (1981), p. 34</ref> Solo dalla metà del [[Cinquecento]] essa ebbe come titolari i santi Apostoli Simone e Giuda, anche se il loro nome era stato aggiunto a quello della vergine già da un secolo.<ref name=pie22/>
 
Lo [[Christian Hülsen|Hülsen]] riporta questa informazione a proposito della chiesa:
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L'edificio fu restaurato nel 1720 da [[papa Clemente XI]], sconsacrato nel 1902 e messo all'asta dal Principe Filippo Orsini.<ref name=pie22>Pietrangeli (1981), p. 22</ref> Diviso, fu adibito in parte ad abitazione, in parte a cinema (l'"Alcazar"),<ref name=pie22/> poi a ristorante e infine [[Teatro dei Coronari|a teatro]].
 
=== Architettura e decorazione ===
La chiesa è preceduta da una scalinata d'ingresso. L'interno, a tre navate, conserva, oltre a parti di affreschi del [[Trecento]] e del Quattrocento, un affresco della Madonna con bambino e santi di scuola umbro romana,<ref name=pie22/> attribuibile ad allievi di [[Antoniazzo Romano]].<ref name=pie22/> La chiesa originalmente ospitava diverse sepolture, le cui lapidi dopo la sconsacrazione furono trasferite nel portico di [[San Silvestro in Capite]].<ref name=pie22/>