Cielo (religione): differenze tra le versioni
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{{vedi anche|Astronomia greca|Cieli del Paradiso}}
[[File:Battistero Padova Creazione.jpg|340px|thumb|I nove cieli rappresentati da [[Giusto de' Menabuoi]] come nove cerchi concentrici di colore diverso, nella ''Creazione del mondo'' del [[battistero di Padova]]]]
Sin dall'antichità il cielo era ritenuto la sede del [[divino]]. Nell'[[antica Grecia]], gli stessi Dei discendevano da divinità primordiali personificazioni del cielo, quali [[Urano (mitologia)|Urano]] ed [[Etere (divinità)|Etere]]. La Terra era considerata il centro dell'universo, al di sopra della quale ruotavano diverse [[sfere celesti|sfere]] concentriche, collocate una dentro l'altra, il cui numero serviva a rendere ragione dei movimenti all'apparenza irregolari degli [[astri]]. Secondo il modello di [[Aristotele]], perfezionato in seguito da [[Claudio Tolomeo]], vi era al di là dell'universo un [[Motore immobile]], identificabile con la Divinità suprema – mentre i vari Dei risiedevano al suo interno – che ingenerava un impulso al [[moto (fisica)|movimento]] nelle altre sfere, le quali cercando di imitare la sua perfetta immobilità risultavano contraddistinte dal moto più regolare e uniforme che ci fosse, quello circolare. Tale movimento tendeva tuttavia a corrompersi progressivamente dalla sfera più esterna verso quella
Basandosi sulla [[sistema geocentrico|cosmologia tolemaica]], i [[teologia cristiana|teologi cristiani]] identificarono così nove cieli fondamentali, i primi sette corrispondenti alle orbite dei [[pianeta|pianeti]] visibili a occhio nudo: costituiti da una sostanza spirituale, [[etere (filosofia)|eterea]] e priva di ogni difetto, contenevano il pianeta ad essi associato incastonato come una gemma. Di questi, il più elevato era quello di [[Saturno (astronomia)|Saturno]], donde l'espressione «essere al settimo cielo», nel senso di raggiungere una grande felicità. Ad essi si aggiungeva un cielo delle [[stelle fisse]] o [[Firmamento]], e un [[Primo mobile]] (''Primum mobile'') che dava il moto a tutti gli altri. Vennero poi aggiunti, talvolta, altri due cieli cristallini e infine la sede di Dio, ovvero il [[motore immobile|cielo fisso]] detto [[Empireo]], che portavano il computo finale a 12, numero importante per la [[mistica cristiana]].<ref>{{cita libro | titolo=Enciclopedia Motta | città=Milano | editore=Federico Motta | anno=1960 | pagine=II, 510}}</ref>
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