Papa Celestino I: differenze tra le versioni

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=== [[Nestorio]] ===
Gli ultimi anni del pontificato di Celestino furono impiegati nella lotta all'eresia di Nestorio. Divenuto vescovo di [[Costantinopoli]] nel [[428]], all'inizio fu fonte di grande soddisfazione per il papa, come si evince da una lettera indirizzatagli da Celestino stesso. Ma presto nacquero sospetti circa la sua ortodossia: ricevette in modo benevolo i Pelagiani banditi da Roma dal papa e poco dopo giunsero a Roma echi dei suoi insegnamenti eretici riguardo alla duplice personalità di Cristo e, in particolare, rispetto al ruolo della Madonna, che si rifiutava di riconoscere come "Madre di Dio", ma solo come "Madre di Cristo". Celestino ordinò a [[Sansan Cirillo d'Alessandria]] di investigare e presentare un rapporto. Cirillo, avendo appurato che Nestorio professava apertamente la sua eresia, inviò un resoconto particolareggiato al papa che, in un [[sinodo]] romano (agosto [[430]]), avendo condannato solennemente gli errori di Nestorio, ordinò a Cirillo di procedere contro di lui in suo nome.
 
Quest'ultimo avrebbe dovuto essere [[scomunica]]to e deposto a meno che entro dieci giorni non avesse ritrattato solennemente e per iscritto i suoi errori. In lettere scritte lo stesso giorno a Nestorio, al clero e al popolo di Costantinopoli, a [[Giovanni di Antiochia (patriarca)|Giovanni di Antiochia]], Giovenale di [[Patriarcato di Gerusalemme|Gerusalemme]], Rufo di Tessalonica e Flaviano di [[Filippi]], Celestino rese pubblica la sentenza emessa su Nestorio e l'incarico dato a Cirillo di eseguirla. Allo stesso tempo riammise tutti coloro che erano stati scomunicati o erano stati deposti da Nestorio. Cirillo lanciò la condanna papale ed il suo [[anatema]] su Nestorio.