Utente:Mari.t2001/Sandbox2: differenze tra le versioni

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Viene citato che nel 1908 il gen. austriaco Conrad, ispezionando la frontiera italiana in Trentino, fermatosi presso il passo di Campogrosso, abbia affermato che la zona sarebbe stata una "buona porta" per scendere in Italia.<ref name=Nota1/>
Nel dicembre 1916 Conrad propone la spedizione al tedesco von Falkenayn, che sconsiglia vivamente il piano e gli nega l'appoggio, poiché preferisce che la Germania concentri tutti gli sforzi sui principali fronti.
Conrad è deciso ad attuare l'offensiva anche in mancanza della collaborazione dell'alleato di Berlino, perciò invia il piano all'Arciduca Eugenio <ref name=Nota2/>.
I preparativi per l'offensiva iniziano il 12 dicembre 1916, ma a causa del maltempo la spedizione è costretta a posticipare: la fanteria affonda nella neve ed ogni assalto viene ostacolato dal terreno pesante, inoltre i colpi di artiglieria non esplodono nella coltre nevosa, non provocando il loro devastante effetto. <ref name=Nota1/>
L'idea iniziale è quella di utilizzare la 3^ Armata al fianco dell'11esima per un attacco a fondovalle. <ref name=Nota1/>
Per non destare sospetti al nemico, gli austriaci trasferiscono prima le unità dell'11esima Armata e successivamente quelle della 3^ in Tirolo: inizialmente sul fronte dell'Isonzo, in seguito nelle retrovie sudtirolesi ed infine vengono avviate in linea. <ref name=Nota1/>
Le truppe italiane in trincea iniziano a percepire qualcosa di imminente, ma nonostante i sibili profondi che precipitano sollevando cumuli di terra, i soldati continuano la vita di tutti i giorni<ref name=Nota1/>.
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Cadorna inizia così a temere un'imminente offensiva, non sospettando, però, di un attacco sui monti.
 
La Strafexpedition coglie gli italiani in una fase di riassetto <ref name=Nota2/>.
I comandi italiani della 1^ Armata, schieratasi sul fronte trentino, infatti, si sono dovuti adeguare alle scelte difensive austriache, finendo così per disporre truppe e artiglierie in una posizione sfavorevole.<ref name=Nota1/>
Il Generale Italiano Cadorna, ai primi del maggio 1916, è, quindi, costretto a dare nuove disposizioni per una risistemazione difensiva.<ref name=Nota1/>
 
Nel momento culminante dell'attacco, l'Austria arriva a schierare oltre 400.000<ref name=Nota2/> uomini sul fronte trentino per quella che, successivamente, verrà considerata una delle più devastati battaglie mai combattute sui monti. Inizialmente l'Austria ha un discreto vantaggio in ambito di artiglieria e qualità degli armamenti disponendo, infatti, di circa 1000 bocche da fuoco<ref name=Nota2/>.
 
Le principali direttrici dell'attacco austriaco sono quattro<ref name=Nota2> La I Guerra Mondiale nel Vicentino, Giuseppe Testolin, Liceo Scientifico G.B. Quadri </ref> :