8,8 cm FlaK: differenze tra le versioni
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| Riga 92: </div>Nel giugno del [[1939]] l'[[Italia]] aveva dei forti crediti (circa 300 milioni di lire dell'epoca) nei confronti della [[Germania nazista|Germania]] per la cessione di materiali lavorati, quindi il Ministero della Guerra propose che tali crediti venissero saldati con la cessione di 50 [[Compagnia (unità militare)|batterie]] di ''8,8 cm FlaK'' ('''88/55''' nella denominazione italiana), pari a 300 bocche da fuoco con relativo munizionamento. Mentre la proposta fu accettata in linea di massima, le autorità tedesche fecero presente di non avere a disposizione quella quantità di pezzi, quindi saldarono il debito in parte con gli ''8,8 cm FlaK'' ed in parte con i ''[[7.5 cm kanon PL Vz. 37|7,5 cm M37(t)]]'' (75/50 nella denominazione italiana).<ref>F. Cappellano, op. cit. pag 211.</ref>Nella proposta presentata dalle autorità tedesche era prevista anche la fornitura da parte italiana di parti meccaniche per cannoni contraerei e controcarri, quindi la produzione di componenti per artiglierie fu avviata nelle officine [[Ansaldo]] ([[Genova]] e [[Pozzuoli]]) e [[OTO Melara|OTO]].<ref>F. Cappellano, op. cit. pag 216.</ref> Le batterie venivano fornite complete di centrale di tiro Zeiss Mod. 36 e relative apparecchiature ausiliarie. Le batterie cominciarono a giungere in Italia pochi giorni dopo l'ingresso dell'Italia in guerra, ed inizialmente furono assegnata in parte alla [[Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale|MACA]] per la protezione delle principali città ed in parte inviate in [[Libia]] per la protezione dei porti. Alcuni gruppi vennero successivamente assegnati a reparti mobili motocorazzati, tuttavia fu subito evidente che il Regio Esercito non aveva a disposizione un [[Trattore d'artiglieria|trattore]] con caratteristiche adatte al traino di questo pezzo, dato che il compito era affidato ai [[Lancia 3Ro]], privi di trazione integrale.<ref>F. Cappellano, op. cit., nota 50 a pag 217.</ref> Alla fine del 1940 erano disponibili 44 pezzi e relative centrali di tiro.<ref name = autogenerato1>F. Cappellano, op. cit. pag 217.</ref> A partire dall'ottobre [[1942]] diverse batterie, pur restando in possesso tedesco, furono utilizzate da personale (ufficiali e truppa) italiano per la protezione di infrastrutture militari e centri abitati, questa pratica fu ulteriormente intensificata nel 1943, arrivando ad interessare più di 100 batterie.<ref name=autogenerato1 /> Oltre ai cannoni che giungevamo per i canali stabiliti nel 1940, nel 1943 furono trasferiti 24 pezzi ed i relativi trattori [[ == I trattori == | |||