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'''Antefatti'''
Nel 1882 tra il Regno d'Italia e gli Imperi Austriaco e Tedesco si formò un
In Alta
Gli austriaci poi crearono una nuova strada per far sì che la loro ascesa diventasse il più semplice possibile
Nell’estate del 1914, il 28 '''Avvenimenti del 1915'''
Il 24 Maggio 1915 l'Italia entrò in guerra. Il primo colpo di cannone venne sparato alle ore 4.00 dal Forte Verena. Secondo la testimonianza dell'aspirante ufficiale Fritz Weber [1] già dalla sera precedente alcune granate vennero sparate contro pattuglie italiane, in movimento verso i Marcai, dal Forte Verle. Successivi studi dimostrarono l'improbabilità dell'accaduto. Da questa data iniziò la "guerra delle fortezze". Il piano del capo di Stato Maggiore Luigi Cadorna prevedeva l'avanzamento in direzione di Lubiana attaccando sul Carso e sull'Isonzo per entrare così nel "ventre molle" dell'Impero. La strategia italiana prevedeva l'arrivo verso Dobbiaco in Pusteria e sull'Isonzo, non sugli altopiani, dove si doveva mantenere la posizione difensiva. In questo modo i comandanti italiani non riuscirono ad approfittare della debolezza del fronte austriaco in Trentino, ancora in fase difensiva, e persero la possibilità di scardinare la linea dei forti e scendere a Trento. L'esercito italiano, poco addestrato, non riuscì ad approfittare della sua supremazia numerica sul nemico e per questo le prime offensive sul Fronte del Carso e dell'Isonzo non ebbero successo. .
La notte del 24 maggio la 108^ compagnia del battaglione alpini "Vicenza" salì sulla sommità del Pasubio dove non trovò forze avversarie. Così, con l'appoggio di nuove unità, occupò il Col Santo, issandovi una batteria di medio calibro. Ciò consentì l'avanzata lungo la Vallarsa e Val Terragnolo.
Martedì 25 maggio ore 6.00: delle granate italiane caddero sulla piazza e sulla chiesa di Luserna causando tre vittime. La popolazione fuggì terrorizzata a Costalta e Monterovere. Quando arrivarono a Trento i Lusernesi furono uniti a migliaia di trentini fuggiti dalla linea del fronte. Diventarono profughi ad Aussig, nella Boemia del Nord, in Repubblica Ceca. Tra il 24 e il 28 maggio nel Forte Lusern ci fu un pesante bombardamento. Si temeva l'esplosione di depositi delle munizioni e del carburante, provocando così un cambiamento decisivo nello svolgimento della guerra; in questa disastrosa situazione, il 28 maggio, il Forte Lusern issò la bandiera bianca della resa. Fu una decisione del comandante Emanuel Nebesar. Egli venne successivamente sostituito dal tenente medico Gasperi che fu incaricato di trattare la resa con gli italiani. I vicini Forti Busaverle e Belvedere Gschwent decisero di aprire il fuoco a ritmo accelerato sul Forte Luserna dalle loro artiglierie. Inoltre una pattuglia scese da Costalta con l'ordine di strappare la bandiera bianca. Il comandante Nebesar fu arrestato con l'accusa di tradimento.
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